Qualche commento sui risultati del per nulla scientifico sondaggio su che cosa è la scienza, risultati che per praticità riporto, aggiornati, qui:1
Al di là dello scopo sostanzialmente ludico del sondaggio, mi interessava farmi un’idea su quale sia l’estensione del concetto di scienza, almeno tra le persone con cui sono in contatto. Per questo la domanda era volutamente aperta e ambigua.
Fisica, chimica, biologia e anche la matematica fanno sicuramente parte della scienza. Anche l’antropologia se la cava benino, e la metterei tra le discipline sicuramente scientifiche. Letteratura, etica e filosofia invece sicuramente non fanno parte della scienza. Poi c’è il blocco centrale di discipline scientifiche ma non troppo: linguistica, sociologia, psicologia e storia.
Scienza e pseudoscienza
Tra le ambiguità della domanda iniziale, c’era sicuramente quella di limitarsi a indicare il nome della disciplina. La fisica è solo quella che si fa al Cern o include anche i simpaticoni che sono convinti che la terra sia piatta? Il creazionismo fa parte della biologia? Le inconcludenti analisi su usi e costumi dei popoli che si leggono su alcuni quotidiani sono sociologia o no? È storia il racconto degli alieni che hanno costruito le piramidi in Egitto?2
È chiaro che se il cazzeggio intellettuale su un sondaggio online sull’umore politico dei cittadini è sociologia, con che coraggio si può affermare che la sociologia è scientifica?
La scientificità riguarda direttamente il metodo e solo indirettamente l’ambito disciplinare.
È abbastanza ovvio che posso applicare un metodo pseudoscientifico alla fisica o alla chimica rendendo così questi due saperi molto scientifici fuffa della peggior specie; più interessante la questione se c’è un metodo con cui letteratura ed etica possono diventare scientifiche.
Che cosa è il metodo scientifico?
Dubito fortemente che esista un metodo scientifico. Ogni disciplina ha le sue particolari procedure che non è detto funzionino in altri ambiti. Dubito che al CERN abbiamo bisogno di sperimentazioni in doppio cieco, ma magari mi sbaglio.
Credo che l’unico elemento comune sia il voler mettere alla prova le proprie affermazioni, cercando in tutti i modi di farle a pezzi, anche se si è convinti della loro bontà. Solo che questo atteggiamento non vale solo per le discipline scientifiche: anche nella per nulla scientifica letteratura si possono sollecitare e ascoltare le critiche anche più feroci, per quanto la valutazione di un romanzo sia un’operazione ben più vaga della valutazione di un teorema o di una ricerca di fisica.
Pur non volendo sottovalutare queste differenze, credo che dal punto di vista del metodo non abbia molto senso e non sia neppure molto utile distinguere tra fisica e letteratura: in entrambi i casi è importante mettere alla prova il proprio lavoro e chi non lo fa andrebbe giustamente redarguito.
In questa accezione non ho nulla contro affermazioni come “scienze filosofiche”, “scienze della comunicazione”, “scienze audiovisive” e così via: si tratta di evidenziare, con quel “scienze”, il giusto atteggiamento di chi è convinto che una teoria è se è stata sottoposta alle più feroci critiche.
Che cosa è la scienza?
Anche se praticata con un atteggiamento scientifico nel senso spiegato sopra, dubito fortemente che la letteratura possa considerarsi una scienza.
È comunque interessante domandarsi perché.
Io credo che una scienza, per essere tale, debba avere due caratteristiche.
La prima è la natura conoscitiva: l’obiettivo di una disciplina scientifica è la conoscenza. Per questo la medicina non è una scienza: l’obiettivo è far guarire il paziente, non conoscere la fisiologia e la patologia del paziente.3 Il fatto che la medicina non sia una scienza non esclude che possa essere, nel metodo, scientifica, o evidence based (Wikipedia traduce, in italiano, “Medicina basata su prove di efficacia“).
La seconda caratteristica è la possibilità di progredire.
Progresso significa essere convinti che quello che abbiamo adesso è non solo diverso da quello che avevamo cinque, cinquanta o cinquecento anni fa, ma è anche migliore.
La letteratura mi sembra non possedere nessuna delle due caratteristiche. Non ha natura conoscitiva e non migliora, anche se ovviamente muta nel tempo.
La filosofia – o almeno certa filosofia – è invece secondo me una scienza.
Credo si possa affermare che il lavoro sul linguaggio e i concetti che fa la filosofia sia in una qualche maniera conoscitivo. E credo anche che ci siano dei progressi.
E adesso usate lo spazio per i commenti per criticarmi.
- L’average in fondo si basa sul seguente punteggio: per nulla scientifico -2, poco scientifico -1, né l’uno né l’altro 0, abbastanza scientifica 1, molto scientifico 2. [↩]
- Per evidente conflitto di interessi, non scrivo nulla sulla filosofia. [↩]
- Ovviamente le due cose, nella realtà, sono mischiate. [↩]
“Progresso significa essere convinti che quello che abbiamo adesso è non solo diverso da quello che avevamo cinque, cinquanta o cinquecento anni fa, ma è anche migliore.”
perché migliore? dipende dalle circostanze, o meglio dalle infrastrutture!
la grappa è migliore del vino? l’eroina è migliore dell’oppio? la baionetta è migliore della clava? la motocicletta è migliore del ciuccio? allah è meglio di baal? (fading…)
Sapete del questionario sulle abitudini d’acquisto promosso da XXXXXXXXX ed XXXXXXXXX su xxxxxxxxxx, in collaborazione con Dacia: interessante anche perché c’è un concorso e si può vincere anche un’auto
@uc: Sai che il tuo commento è completamente fuori luogo e non lo cancello solo perché spero che tu, leggendo questa risposta, capisca il tuo errore?
@ricco&spietato: la grappa è migliore del vino? l’eroina è migliore dell’oppio? No, non sono migliori. Infatti direi che il consumo di droghe non è scienza 😉
Ehi, e l’informatica?!
La mia critica sarà anche banalotta ma è questa: ognuna di queste discipline può essere affrontata scientificamente.
Ad esempio, dici:
«La letteratura mi sembra non possedere nessuna delle due caratteristiche. Non ha natura conoscitiva e non migliora, anche se ovviamente muta nel tempo.»
Ma stai parlando del fare letteratura o dello studiare letteratura? Perché lo studio, della storia, delle religioni, della filosofia, può essere condotto scientificamente anzichenò.
Interessante l’esempio di postdoc di cambridge che hanno adottato il software di colleghi genetisti per condurre un’analisi semantica di non so che brano.
una delle carl etteristiche della parola “scienza” è la stabilità della conoscenza relativa, non il suo “progresso”.
E’ il presupposto sottinteso per es.alla ricerca in fisica, considerata scienza per eccellenza: capiamo come funziona il mondo, le leggi della natura! Salvo rendersi conto prima che la gravitazione cosidetta “universale” ha un’applicazione limitata, poi è intervenuta la relatività “generale”, e poi ancora si è scoperta la fisica quantistica, che fa della probabilità il perno della propria teoria (sono un profano, perdonatemi le eventuali scorrettezze).
La conclusione è che le leggi fisiche sono solo dei rimedi temporanei e mutevoli all’esigenza di interpretare i fenomeni della natura. La fisica non è scienza.
La matematica lo è, perché i suoi teoremi sono realmente universali e necessari, non cambiano né cambieranno mai, perché è una disciplina fondata totalmente sul ragionamento (parlo della matematica euclidea, non so le altre ma immagino il discorso non cambi).
@junkiedolphin: e l’economia, e il diritto, e l’ingegneria…
@andrea f: Sì, è un’ambiguità della domanda che ho lasciato per non influenzare.
@Nicola Catania: Se dalla tua definizione di scienza rimane solo la matematica – che anche per i matematici non è una scienza – mi sa che c’è qualcosa che non va nella definizione… 😉
Altro problema: ai tempi di Euclide avresti detto che neppure la matematica era una scienza, visto che i teoremi erano una novità!