Il modo migliore per ammirare un dipinto è recarsi al museo che lo espone. Tuttavia, se il quadro in questione è esposto dall’altra parte del globo, un buon libro d’arte può egregiamente sopperire.
Indubbiamente si tratta di un surrogato: una riproduzione è necessariamente imperfetta per dimensioni, colori, luminosità e soprattutto contesto.
Tutte variazioni, tuttavia, che possono anche essere considerate marginali. Il contesto originale del quadro è infatti irrimediabilmente perduto: i musei sono un’invenzione relativamente recente della storia, le esposizioni vengono organizzate in base ad un criterio sempre diverso, e ogni museo ha le sue peculiarità (il Guggenheim di New York non è la stessa cosa del Mart di Rovereto, anche se le opere esposte fossero le stesse). Le dimensioni, forzando un po’ il discorso, dipendono dal contesto: ammirare da una certa distanza un quadro grande non è molto diverso che osservare da vicino un quadro di dimensioni più modeste. I colori infine non sono eterni: la loro lucentezza e intensità è purtroppo destinata a scemare con il tempo, o a venire modificata da restauri, eppure non ci sentiamo ingannati se un quadro o un affresco ha perso un po’ di colore.
Tenendo conto di tutto questo, una buona riproduzione verrebbe accettata, o almeno tollerata, anche dall’autore stesso, ammesso che le variazioni non siano enormi: l’importante non è costituito dal contesto o dalle dimensioni, e neppure dall’esatta sfumatura di colore utilizzata.
Esiste tuttavia un dipinto che non può essere riprodotto in maniera accettabile, a dispetto della sua semplicità: i quadri monocromatici di Yves Klein.
Molti dei quadri dipinti dall’artista francese Yves Klein (1928-1962) sono monocromatici: tutta la superficie del quadro è uniformemente colorata.
Ammettendo che il senso di un’opera sia riconducibile alle intenzioni del suo autore (assunzione tutt’altro che pacifica, in effetti), si deve riconoscere che l’opera deve avere necessariamente quel particolare colore: non è possibile tollerare neppure la più piccola variazione!
Klein brevettò uno dei suoi colori: lo IKB o International Klein Blue. Ma anche usando la stessa pittura (e che sia la stessa è garantito dal brevetto), non è garantita la fedeltà della riproduzione: l’opera d’arte è un singolo, non un generale. Ciò significa che il dipinto di Klein è quel particolare blu così come è invecchiato sul quella tela.