Nel 1660 Galileo Galilei era morto da 18 anni, e ne erano passati ben 28 dalla pubblicazione del suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Keplero, invece, era scomparso da 30 anni, e 39 anni prima aveva finito il suo Epitome astronomia Copernicanae.
Insomma, nel 1660 il sistema eliocentrico era sicuramente noto, almeno come ipotesi. Eppure John Locke, nei suoi Essays in the Law of Nature, scritti appunto tra il 1660 e il 1664, scrive:
Un volta dunque stabilito questo, di cui sarebbe illecito dubitare, che cioè una qualche natura divina governa il mondo, in quanto ha ordinato al cielo di muoversi con movimento rotatorio ininterrotto, alla terra di restare immobile, alle stelle di splendere […].
I saggi di Locke riguardano la legge naturale: un problema di filosofia del diritto, non di filosofia naturale, ed è quindi comprensibile il suo riferimento al tradizionale sistema geocentrico invece del nuovo sistema eliocentrico.
Rimane il fatto che Locke, in questo passaggio, mi dia l’impressione di fare, con rispetto parlando, il paraculo. Evidentemente, anche questa è una legge naturale.
indubbiamente 😉