Ho recentemente letto Laici in ginocchio di Carlo Augusto Viano.
Nonostante qualche passaggio notevole il libro è, nel complesso, noioso e inutile: gli argomenti avanzati potevano essere tranquillamente esposti in una ventina di pagine, ma la (per quanto mi riguarda comprensibile e condivisibile) acredine dell’autore nei confronti di atei devoti e laici rispettosamente inginocchiati gli ha evidentemente impedito di essere coinciso.
Il saggio, come accennato, riserva comunque qualche sorpresa:
Non c’è mica da pensare che tutti abbandonino superstizioni e credenze infondate per diventare scienziati aggiornati o esigenti spiriti critici: via via che il sapere diventa complesso, si hanno difficoltà ad apprenderlo, paradossalmente proprio proprio quando tutti ne dipendono di più. Nello scarto tra il sapere da cui si dipende e la difficoltà di possederlo affondano le radici le credenze arbitrarie e le aspettative infondate: quanto meno si capiscono le cose, tanto più si tenta di «dare un senso all’esistenza» (come si dice), attaccandosi alle idee più arbitrarie.
C. A. Viano, Laici in ginocchio, Laterza, 2008, p. 119
Forse è una impressione, ma mi sembra che questo passaggio sia profondamente antilluministico: non solo riconosce l’inevitabilità delle superstizioni ma lega la loro presenza e diffusione all’aumentare della conoscenza scientifica e al suo radicamento nella società. Sarebbe interessante sapere se questa correlazione è una impressione di Viano oppure se ci sono studi in proposito.
In “Nati per credere” Girotto-Pievani-Vallortigara in pratica dicono che le credenze religiose (e anche le superstizioni, se proprio non vogliamo confondere i due piani) sono inevitabili. Il riconoscere i limiti umani non mi sembra antilluministico come atteggiamento, se basato su osservazioni scientifiche.
Personalmente ho la stessa impressione di Viano, girandomi attorno in questi ultimi anni ho assistito a un progressivo espandersi di credenze superstiziose, ma soprattutto a una tendenza a svalutare la scienza. Si potrebbe disquisire sulla liceità di Viano a vedere un nesso stretto tra atteggiamenti irrazionali e complessità crescente della scienza, ma nel libro sopra citato io ci vedo qualche risposta (e non credo sia l’unico libro in cui si parla di questa ipotesi).
“Attenzione però: l’argomentazione è solida, documentata e autorevole, e il libro non è scritto per l’intrattenimento degli amanti dello stile elegante.”
Preso dal link citato da te, traduzione: l’autore non sa nemmeno scrivere.
Peccato perché da “la descrizione del libro” di “philosophe” uno sarebbe tentato di correre subito in libreria, se non fosse che fa un caldo boia ed è domenica mattina, ma magari da qualcuno riesco a farmi aprire, più tardi.
Una domanda: contro le superstizioni del neolitico propagandate dai preti su tutti i media non sarebbe meglio usare il web?
I blog sono l’encyclopédie del terzo millenio, almeno lo spero.
@Patfumetto: Anche io ho pensato al testo di Girotto-Pievani-Vallortigara, ma la tesi (se così è lecito chiamare una frase estrapolata dal contesto) di Viano va oltre l’ineminabilità delle superstizioni: per Viano le superstizioni vengono incrementate dal diffondersi delle conoscenze scientifiche.
Il brano è, secondo me, antilluministico proprio per questo: viene meno la fiducia nella capacità della ragione di far fuori le superstizioni
@Juhan Perfidus: Se i blog sono l’encyclopédie del terto millennio, siamo messi maluccio.
Sì, se si parla di Illuminismo storico, hai ragione.
Mi domandavo però se ci si può definire “illuministi” (illuministi moderni) e nello stesso tempo avere perlomeno dei dubbi sul fatto che un giorno la “ragione” vincerà; ovvero, essere illuministi per cultura e tendenza ma essere realisti sulle possibilità che un giorno possa prevalere questa benedetta ragione…
La mia frase sui blog non era chiara, o meglio andava legata alla precedente: la TV (fonte primaria e spesso unica di informazione di larga parte della gente) e quasi tutta la stampa sono in mano a un’oligarchia bauscia-clerico-fascista-legaiola. Qualche speranza resta, per adesso perché prima o poi verrà censurato, nel web. Il paragone all’Encyclopedie, OK, è esagerato, però il web è quello che abbiamo. E se chiudono i siti italiani resta il mondo, almeno quelli che scrivono in inglese, francese o piemontese (ho i miei limiti 😉 ).
@Patfumetto: Direi che ci si può e si deve sentirsi illuministi in questo senso: credere e difendere la ragione senza illudersi più di tanto.
@ Juhan Perfidus: Avevo intuito il senso della frase.
Il problema è che secondo me non è possibile parlare di blog come di un fenomeno unitario, e quindi quando leggo frasi come quella (e in giro ce ne sono tante), mi dico: “un attimo, ma di cos sta parlando, di preciso”.
Per questo non riesco a pensare che sono meglio i blog della tv, perché ci sono blog che sono peggio di molti programmi (certo, sono meglio perché c’è libertà di scelta).
“Credere e difendere la ragione senza illudersi più di tanto.” Credo nella ragione e la difendo, Ivo, ma non mi illudo: nel “Senso Religioso” di Giussani la ragione viene (pascalianamente? scolasticamente?) definita, addirittura, come “apertura al mistero”, ovvero, per parlare papale papale, come via che conduce dritta dritta alla religione (cattolica, questo va senza dire), che io invece giudico solo superstizione.
D’altra parte, non era l’illumista Voltaire che diceva che se in una generazione si riuscissero a sradicare tutte le supersrtizioni, queste ricomparirebbero inesorabilmente la generazione successiva?
@Lorenzo: Non ricordavo questa citazione di Voltaire, che in effetti mette in crisi quel che ho appena scritto.
Su Giussani: se si prende la concezione di ragione che ne aveva lui, e che ha anche l’attuale pontefice, si ha un illuminismo molto diverso da quello comunemente inteso, nel quale non mi riconosco.
Se vuoi un esempio, cerca informazioni su John Finnis e la sua human flourishing.
Il papa usa il termine “illuminismo” in senso molto negativo:
http://www.google.com/search?hl=it&safe=off&q=papa+nuova+ondata+di+illuminismo&btnG=Cerca&lr=&aq=o&oq=
@hronir: Perché l’illuminismo, quello storico, si basa su una concezione ristretta di razionalità. Un illuminismo fondato sulla concezione ratzingeriana di ragione gli andrebbe benissimo.
Non andrebbe bene a me, ma i gusti di un povero pirla contano poco rispetto a quelli del sommo pontefice… 😉
“illuminismo fondato sulla concezione ratzingeriana di ragione”
Atz! a volte rimpiango di non aver fatto il classico, magari dai gesuiti. Io in quella frase ci vedo solo un ossimoro carpiato con scappellamento a destra 🙁
Esatto, Juhan incredulo.
Io, Ivo, resterei sul significato “storico” (che è anche quello comunemente inteso) del termine “illuminismo”. E anche del termine “razionalità”, senza quel “ristretta”.
E, visto che ci sono, insisto, anche di “povero pirla”, per cui non starei ad invertire le attribuzioni così alla leggera…
Ah, no, scusa, tu non sei
sommopontefice.@Juhan e hronir: Anche io resterei al significato tradizionale di illuminismo, senza la ragione allargata, e se mai mi eleggeranno Papa cercherò di riabilitarlo anche presso la Santa Romana Chiesa
Se ti presenti alle prossime elezioni ti voto. Ma un momento non mi sembra di aver mai sentito raccontare delle elezioni dei papi (tranne Silvio).
Sarà mica che la chiesa non è un’associazione democratica dove ognuno può offrire il proprio contributo? Adesso chiedo a uno dei quattro gatti disposti ad ascoltarmi. (Lo so che i cattolici sono bazillioni, e incazzosi anche).
@Juhan Perfidus: È elezione anche se votano solo i cardinali – il vero problema è che mi sono sposato, quindi non posso più venire eletto. 🙁