Maurizio – sfogliando una rivista di gossip opportunamente mimetizzata tra le fotocopie di Die apriorischen Grundlagen des bürgerlichen Rechtes di Adolf Reinach: Non si finisce mai di imparare!
Ludovico: Cosa hai scoperto di nuovo, caro Maurizio?
Maurizio: Il 28 settembre 2006 Anna Nicole Smith e Howard K. Stern si unirono in matrimonio. Come ha dichiarato Michael Scott, portavoce della Smith, i due si sono «scambiati i voti davanti a Dio», dimenticandosi tuttavia di scambiarseli di fronte alla legge: «non è stato un evento formale o legale», non vi era nessuna licenza matrimoniale.
Per il resto, c’era tutto: l’abito bianco, il bouquet, gli anelli, i testimoni e un ministro battista che ha pronunciato le parole “marito e moglie”.
Ludovico: Curioso che ne parli Adolf Reinach: lo credevo morto da una novantina d’anni!
Maurizio: Infatti non ne parla Reinach: si tratta di una rivista che sto leggendo… una rivista filosofica molto interessante.
Ludovico: Capisco. Posso chiederti cosa c’è di filosofico nelle nozze di Anna Nicole Smith?
Maurizio: Ma è semplice: che non sono vere nozze, non si è trattato di un vero matrimonio.
Ludovico: Tesi interessante. Immagino che il vero matrimonio coincida con la licenza matrimoniale.
Maurizio: Ovviamente: cosa altro mancava, se non la licenza? Niente licenza, niente registrazione, niente matrimonio.
Ludovico: Già. Ma allora che cosa è successo il 28 settembre alle Bahamas?
Maurizio: Come fai a sapere che il matrimonio è avvenuto alle Bahamas?
Ludovico: Evidentemente leggiamo le stesse riviste filosofiche. Ma non divaghiamo…
Maurizio: Giusto, non divaghiamo. Mi chiedi cosa è successo il 28 settembre? Nulla di sociale, direi.
Ludovico: Eppure si sono prodotte molte registrazioni: un cospicuo numero di fotografie, immagino, gli anelli e non è escluso che il ministro battista abbia annotato l’evento in qualche registro.
Maurizio: Sì, si sarà prodotta molta carta, ma nulla che abbia valore sociale e giuridico, caro Ludovico.
Ludovico: Sempre sulla stessa rivista filosofica, ho letto che Anna Nicole Smith è morta pochi mesi dopo il matrimonio: l’8 febbraio, per essere precisi.
Maurizio: Sì, l’ho letto anch’io. Ma cosa c’entra?
Ludovico: C’entra, perché il tribunale che dovrà pronunciarsi in merito all’affidamento del figlio e, ovviamente, all’eredità, terrà conto degli eventi di questo matrimonio o scambio di voti.
Maurizio: Non vedo perché dovrebbe tenerne conto: non è un matrimonio valido!
Ludovico: Infatti non ho detto che il tribunale considererà Howard Stern e Anna Nicole Smith sposi a tutti gli effetti. Ho semplicemente detto terrà conto degli eventi: terrà conto che i due hanno deciso di scambiarsi alcune promesse di fronte a Dio ma non di fronte agli uomini.
Maurizio: Credo di capire cosa vuoi dire: lo scambio di voti, pur non essendo un matrimonio legale, è comunque un atto sociale, per quanto radicalmente diverso da un matrimonio legale.
Ludovico: Esattamente. Nonostante l’espressione “di fronte a Dio” usata dal portavoce della donna, i voti se li sono comunque scambiato di fronte agli uomini e per gli uomini.
Maurizio: Già: che senso avrebbe organizzare una simile cerimonia per Dio? Lui sa tutto, non ha certo bisogno di una promessa, di un paio di anelli o di un pastore battista!
Ludovico: A volerti prendere alla lettera, si direbbe che anche i sacramenti siano fatti per gli uomini e non per Dio.
Maurizio: Infatti è quello che penso, ma forse è meglio lasciare da parte l’argomento e tornare alla tua domanda: cosa è successo il 28 settembre?
Ludovico: Già: cosa è successo? Perché è ovvio che qualcosa è successo: non è stata una recita, una finzione. I due si sono davvero sposati.
Maurizio: No, non si sono sposati: non c’era la licenza matrimoniale.
Ludovico: Ma sono stati dichiarati marito e moglie!
Maurizio: Ma il pasto battista che pronunciato quelle parole non aveva il diritto di farlo, non era autorizzato!
Ludovico: Quindi ha compiuto una azione illegale?
Maurizio: No, ha compiuto una azione priva di valore legale.
Ludovico: Però quello che ha fatto un qualche valore legale lo ha. Lo hai riconosciuto anche tu: il tribunale terrà conto dello scambio di promesse nel decidere l’affidamento al figlio…
Maurizio: … ma non come se i due si fossero spostai con tutte le carte in regola! E questo dimostra la mia tesi: niente registrazioni, niente atti sociali, niente matrimoni.
Ludovico: Ma allora cosa è successo il 28 settembre?
Maurizio: È successo qualcosa che non è un matrimonio. Uno scambio di promesse davanti a Dio o, meglio, davanti a un ministro battista che lo sostituisce agli occhi degli uomini. Uno scambio che è un atto sociale, certamente, ma che non determina alcun oggetto sociale, non crea un matrimonio.
Tutto qui.
Ludovico: Tutto qui? Mi stai dicendo che ci sono atti sociali di seria A e di serie B, ma non mi dici come distinguerli!
Maurizio: Come distinguerli? Ma è semplice: dal tipo di registrazioni prodotte?
Ludovico: Capisco. Ma ugualmente non mi è chiara la differenza: il ministro battista avrà annotato in qualche registro l’evento. E quella registrazione avrà alcune conseguenze: ad esempio l’impossibilità per i due di contrarre altre promesse di fronte ad altri ministri. Il tutto ha una certa coerenza.
Maurizio: Sì, giusto. Diciamo allora che si è prodotto un oggetto sociale diverso, un matrimonio religioso ma non civile.
Ludovico: Anche qui vedo un problema: un matrimonio religioso e civile, è un oggetto solo oppure si tratta di due oggetti distinti ma sovrapposti?
Maurizio: Direi due oggetti distinti ma sovrapposti.
Ludovico: E come facciamo a scoprirlo?
Maurizio: Perché è possibile che si dia uno senza l’altro.
Ludovico: Va bene, ma questo vale anche per il pane imburrato: posso avere il pane da una parte e il burro dall’altra, eppure considero la mia fetta di pane imburrata come una cosa sola, non due. Non dico che ho mangiato il pane e il burro, ma una fetta di pane con il burro.
Maurizio: Proponi quindi che vi siano tre entità diverse: il matrimonio solo civile, quello solo religioso e quello civile e religioso?
Ludovico: Dico che è tutto molto complicato: vi sono tante di quelle registrazioni che determinano tante di quelle conseguenze che è difficile raccapezzarsi.
Maurizio: Ma alla fine, cosa è successo il 28 settembre del 2006?
Ludovico: Non lo so. Cosa dice la rivista filosofica che stavi leggendo?
Maurizio: «Anna Nicole Smith gets married, sort of»
Ludovico: Ecco, diciamo che il 28 settembre è avvenuto una specie di matrimonio.
Maurizio: Ma cosa significa?
Ludovico: Direi che è una specie di atto sociale, che determina una specie di oggetto sociale.
Maurizio: Non mi convince.
Ludovico: Diciamo che questa è una specie di risposta.
Bel quesito, ma lo estendo un po’ al sesso degli angeli.
C’è un punto curioso ed interessante di Reinach ( uomo un po’ sopravvalutato ).
Sostiene nelle prime pagine che ci possono essere- potenzialmente – atti sociali puramente spirituali, e non verbali o rituali: un contatto tra una coscienza ed un’altra, o tra una “anima” e Dio, per esempio in una preghiera.
L’essenziale dell’atto sociale sarebbe una attività “attiva” della coscienza, non il manifestarsi in gesti, parole o registrazioni.
( Cosa DEL TUTTO DIVERSA da dire che per essenza un movimento è un gesto e un gesto è parte di un rituale solo se è supposta una attività della coscienza )
Non tocca nessuna degli aspetti che sollevi, anzi le supera con un passo( lecito? questo è il punto… ) perché un matrimonio – civile, religioso o mix – c’è solo tra esseri dotati di corpo, quindi nello spazio e con la necessità di comunicare e compiere atti “sociali” attraverso l’esteriorità.
Devono appartenere alla comunità di una religione, di un villaggio o a quella di uno stato, comunque a qualche comunità definita, o anche a più d’una purché non cozzi contro le regole delle comunità.
Ma è curioso speculare controfattualmente: se il matrimonio non implicasse una durata nel tempo( il vincolo tendenzialmente a vita ) e un aspetto fisico e sessuale, che cosa resterebbe? Ci potrebbe essere coerentemente un similmatrimonio, o un atto diafano tra spettri… anzi, tra ombre? 🙂
E questo matrimonio incorporeo e senza limiti di tempo avrebbe qualcosa di generalissimo e condiviso con il matrimonio di Anna Nicole Smith?
ciao Ivo!
Ps: La risposta alla domanda per me è un secco no. Ci possono essere atti sociali solo se sono linguistici o legati a un rituale.
Non quindi che un matrimonio solo davanti a Dio è inutile- come dice Teeteto a Socrate- ma nullo.
Direi che rifiuto la tua domanda, come giustamente si fa adesso con i quesiti sul sesso degli angeli: non riesco proprio ad immaginare un matrimonio tra ombre, e quindi più che nullo mi sembra impossibile. Concordo con te: un atto sociale è solo esteriore (linguistico e rituale).
Infine, noto che Ludovico e Maurizio confondno, o almeno non mettono in giusta evidenza la differenza tra, atto sociale e oggetto sociale.