Leggo nel post di apertura di un blog dedicato «alla Magia e a quanto di irrazionale ci capita a volte nella vita»:
Da anni ormai vivo nell’irrazionale e ho letto e mi sono documentato su tantissime forme di magia e di esoterismo.
Si potrebbe discutere per ore sul significato dei termini razionale e irrazionale: dai numeri alle esperienze estetiche e religiose passando per le dimostrazioni e le intuizioni, vi sono molte cose interessanti da dire sulla razionalità e l’irrazionalità.
Eppure appena sento la parola irrazionalità mi vengono in mente strani individui che, come soluzione ai mali del mondo, prenderebbero a schioppettate (non sai mai quanto metaforiche) gli stranieri, o quegli altri che investono i propri risparmi in controfatture e altri riti contro maledizioni e malocchi, o ancora a quelli che credono a tutto, purché a dirlo sia quella persona tanto simpatica che parla bene, senza dimenticare quelli che bollano come “contro natura” quello che semplicemente dà loro fastidio e, soprattutto, quelli che sproloquiamo sulle irrazionalità altrui dimenticando le proprie piccole manie e fissazioni che difficilmente sarebbe in grado di giustificare razionalmente.
Non c’è niente da fare: istintivamente associo l’irrazionalità a tutto ciò che c’è di negativo nell’uomo.
La mia prima reazione di fronte a uno che afferma di «vivere nell’irrazionale» non può che essere: bravo pirla!
Certo, magari stai pensando alla bellezza di una melodia o alla magia del primo bacio, e il pirla, in questo caso, sarei io con il mio giudizio avventato. Però, come ricorda spesso Maurizio Ferraris (forse rivolgendosi idealmente a Paul K. Feyerabend), anche il più grande seguace dell’irrazionalità, quando sta male, va dal medico, sempre che voglia guarire: la medicina razionale e occidentale funziona, le altre lasciamole perdere. L’irrazionalità è una bella cosa, ma nei momenti cruciali meglio essere razionali.
Leggo tuttavia sul numero di agosto di Newton (p. 66) una intervista a Timothy Hunt, premio Nobel per la medicina nel 2001:
Volete sapere quale è la vera ragione per cui c’è stato un aumento nella durata della vita media in occidente negli ultimi 30 anni? I frigoriferi in ogni casa, il riscaldamento, una migliore alimentazione e in generale una vita più confortevole. Mangiamo e dormiamo tutti meglio, non lavoriamo più 15-18 ore nei campi, ecco le vere ragioni, non i medici.
[…] Se si guardano i grafici sulla diffusione della Tbc si nota che è una malattia che è diminuita in modo regolare e monotono dalla metà dell’Ottocento. La scoperta del bacillo della Tbc da parte di Robert Koch (nel 1882) non ha avuto alcuna influenza sulla malattia e la sua cura.
Mi sembra di vedere Feyerabend sorridere…
Rimango aggrappato alla mia idea: meglio la razionalità. Però, se lo ammette un premio Nobel, lo devo riconoscere anche io: a volte non c’è tutta ‘sta gran differenza!1
- Per completezza: nell’intervista, Hunt riconosceva alla chirurgia grandi progressi. [↩]
Checche’ ne dicano molti, la bellezza di una melodia o alla magia del primo bacio non sono cose irrazionali (al massimo a-razionali…)
Tipicamente vengono tirate in ballo cose simili per cambiare completamentte discorso e garantirsi un’uscita sempre aperta per potersi tenere la propria (vera) irrazionalita’.
L’a-razionalità è una delle «molte cose interessanti da dire sulla razionalità e l’irrazionalità.»
Rimane il fatto che (banalizzando) l’irrazionale ha, grazie al frigorifero, le stesse probabilità di salvarsi dalla Tbc che ha il razionale, nonostante il suo disprezzo per Koch. Da un punto di vista evoluzionistico, direi che la razionalità non ha un vantaggio adattivo netto. In poche parole, potrebbe essere razionale essere irrazionali 😉
Aspetta, aspetta: argomenti che essere razionali non ha vantaggi adattivi (netti), ma con la chiosa finale ti allunghi addirittura a dire che di vantaggi, invece, ne ha l’essere irrazionali!
🙂
Essere irrazionali è più semplice che essere razionali: fai quel che cavolo ti pare senza rifletterci.
Se il risultato è lo stesso, è sicuramente più vantaggiosa l’irrazionalità…
Ok, ma poi c’e’ quell’altro errore molto comune: traslare quel che e’ meglio per la specie (evoluzionisticamnete) in quel che e’ meglio per l’individuo… 🙂
“Rimane il fatto che (banalizzando) l’irrazionale ha, grazie al frigorifero, le stesse probabilità di salvarsi dalla Tbc che ha il razionale, nonostante il suo disprezzo per Koch”
Ma l’irrazionale ha avuto bisogno che il razionale progettasse e costruisse il frigoifero, e tutta una serie di altri ammmenicoli che, oggi, gli consentono di vivere bene e potere essere irrazionale.
E’ vero che la medicina non è un’onnipotente panacea, ma è anche vero che, se tutti fossero stati irrazionali, non ci si sarebbe mossi di una virgola dallo stadio in cui si lavorabva 15-18 ore al giorno e si moriva di TBC.
L’irrazionale oggi, in pratica, sopravvive come “parassita” dei razionali (presenti e passati). 😉
In un certo senso, Kirbmarc, siamo tutti dei parassiti dei razionali passati. Alcuni sono parassiti riconoscenti, altri irriconoscenti…
Credo che l’unico tentativo di approccio interessante all’irrazionale, inteso come fenomeno percepibile, oltre a quello statistico, sia stato effettuato da Jung con le c.d. “coincidenze significative”.
Lasciamo ovviamente perdere William Reich e i suoi orgoni.
“In un certo senso, Kirbmarc, siamo tutti dei parassiti dei razionali passati. Alcuni sono parassiti riconoscenti, altri irriconoscenti…”
Verissimo, ma senza i razionali di oggi a mantenere (e allargare) il “parco macchine”, gli irrazionali non camperebbero troppo comunque… 😉
“Credo che l’unico tentativo di approccio interessante all’irrazionale, inteso come fenomeno percepibile, oltre a quello statistico, sia stato effettuato da Jung con le c.d. “coincidenze significative”.
Lasciamo ovviamente perdere William Reich e i suoi orgoni.”
Uhm,no. Jung non è molto merglio di Reich, quanto ad attendibilità (l'”inconscio collettivo” non è più provato o meno risibile dell’orgone, e non dimentichiamoci che Jung credeva anche che i libri della suia libreria scoppiassero con un grosso botto quando lui ci si concentrava troppo…).
Quanto all’approccio “statistico” , seti riferisci al Ganzfled, diciamo che la loro statica spesso è un pò “creativa”..
@–> Kirbmarc
I miei pensieri erano molto più rozzi.
In merito alla statistica, mi riferivo al noto detto per cui “uno è un caso, due una coincidenza, tre una certezza”.
Condivido la tua opinione su Jung in generale, ma trovo che le “coicidenze significative” siano un tentativo interessante d’attribuzione di dignità pre-scientifica a un sentire comune, che la “saggezza popolare” sintetizza col noto proverbio “piove sempre sul bagnato”…..irrazionalità fattualmente percepibile.