Il Signore scese sul monte Sinai e chiamò Mosè. Mosè, accompagnato solo da Aronne, salì sul monte e il Signore gli parlò, comunicandogli i suoi comandamenti affinché li ripetesse al popolo eletto.
Ma cosa disse di preciso il Signore?
Questi sono i comandamenti come sono elencati nel Catechismo della Chiesta Cattolica:
- Non avrai altro Dio fuori di me.
- Non nominare il nome di Dio invano.
- Ricordati di santificare le feste.
- Onora tuo padre e tua madre.
- Non uccidere.
- Non commettere atti impuri.
- Non rubare.
- Non dire falsa testimonianza.
- Non desiderare la donna d’altri.
- Non desiderare la roba d’altri.
Confrontiamo con quanto scritto in Esodo 20:2-17.
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
Non uccidere.
Non commettere adulterio.
Non rubare. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
Dio non numera i comandamenti, ma è abbastanza chiaro che non desiderare la donna d’altri e non desiderare la roba d’altri è un comandamento solo, non due come è riportato nel catechismo.
Sparisce invece quello che sembra essere il secondo comandamento: non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
Secondo alcuni, la chiesa cattolica avrebbe attuato questa modifica a causa delle chiese piene di immagini sacre e, soprattutto, dei cospicui introiti dovuti alla venerazione di queste immagini. La geniale idea di rimuovere il peccato abrogando il comandamento sarebbe venuta a Pio X.
Ovviamente la chiesa non riuscirà a farla franca, dal momento che il Signore aggiunse Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla (Deuteronomio 4:2).
Questa testi è molto suggestiva, ma decisamente falsa. Innanzitutto per un cristiano il Vecchio Testamento è, come dice la parola stessa, superato dal Nuovo Testamento.
La nuova alleanza tra Dio e l’uomo è ora centrata sulla figura di Cristo, che è sia uomo che Dio.
Dio si è fatto uomo sensibile, che parla, beve, mangia e soprattutto muore. Cristo è una immagine sacra.
Il cristianesimo inaugura un nuovo rapporto con le immagini. E l’operazione non avviene con Pio X, ma qualche secolo prima. Precisamente con il secondo Concilio di Nicea (787 d.C.), nelle cui conclusioni è possibile leggere chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto.
Il culto non è quindi rivolto all’immagine come oggetto, ma all’oggetto come immagine.
L’uomo quindi non ha tolto o aggiunto nulla, perché l’ha fatto personalmente (è proprio il caso di dirlo) il Signore.
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