Scopro grazie al giornalista scientifico Ed Yong che la testa dei picchi non si è evoluta per ammortizzare i colpi, come ero convinto fino a pochi minuti fa – per averlo letto in migliaia di occasioni, anche in contesti scientifici.
Del resto, come nell’articolo spiega il biologo Sam Van Wassenbergh dell’Università di Antwerp, se il tuo obiettivo è colpire il legno con forza, dissipare l’energia cinetica non ha molto senso: sarebbe come mettere un cuscino sopra un martello.
Yong è un ottimo giornalista e non si limita a smentire questo mito scientifico (o, come li definisce lui, “fattoide”) e citarne altri sul regno animale e va più in dettaglio. Come è nato il mito della testa del picchio che assorbe i colpi? Due spiegazioni: si sono fatte molte supposizioni ma pochi test; si è ragionato da umani la cui prima preoccupazione, in una situazione del genere, sarebbe indossare un casco che eviti commozioni cerebrali (un bel caso di antropocentrismo). Solo che i picchi evitano la commozione cerebrale grazie a un sistema molto semplice: hanno un cervello piccolo.