La ricerca della parola

Nel 1937 arrivò nelle sale il film Biancaneve e i sette nani, tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm. Walt Disney modificò leggermente la trama, e soprattutto diede un nome ai sette nani, di fatto creandoli come personaggi autonomi: Dotto (Doc), Gongolo (Happy), Eolo (Sneezy), Cucciolo (Dopey), Brontolo (Grumpy), Mammolo (Bashful) e Pisolo (Sleepy).

Il nano più curioso è Cucciolo, il cui nome originale significa addormentato, poco sveglio. È il nano più giovane e non parla.
Si narra che il motivo del suo silenzio sia l’insoddisfazione di Disney per i doppiatori: non si riusciva a trovarne uno adatto e perciò decise di renderlo muto.

La spiegazione narrativa è invece di una poesia notevole: non ha mai provato a parlare. Continua a leggere “La ricerca della parola”

Dalla cosa alla parola e ritorno

Il Manifesto del 4 gennaio 2005 pubblica un interessante articolo di Francesco Ferretti sull’apprendimento del linguaggio da parte del bambino: “Quel che serve per passare dalla cosa alla parola“.

Il tema principale è l’inadeguatezza del modello classico, che prevede la associazione dello stimolo sonoro (la parola pronunciata dall’adulto) allo stimolo visivo (l’oggetto mostrato sempre dall’adulto). Continua a leggere “Dalla cosa alla parola e ritorno”