Scienza e pseudoscienza

Imre LakatosIl sito della prestigiosa London School of Economics ospita la registrazione e la trascrizione di Scienza e Pseudoscienza, uno degli ultimi interventi di Imre Lakatos:

Il rispetto per la conoscenza è una delle caratteristiche più peculiari dell’uomo. Conoscenza in latino è scientia, e la scienza è venuto a essere il nome del più rispettabile tipo di conoscenza. Ma cosa che distingue la conoscenza dalla superstizione, ideologia o pseudoscienza? La Chiesa cattolica scomunicò  i copernicani, il partito comunista perseguitò i mendeliani, per il motivo che le loro dottrine erano pseudoscientifiche. Il problema della demarcazione tra scienza e pseudoscienza non è quindi solo un problema per filosofi in poltrona: è di vitale importanza sociale e politica.

Da leggere e ascoltare tutto.

Le piccole cose

Purtroppo siamo tutti condizionati, nel nostro modo di esprimerci, da quella analogia tra sapere e vedere che dai tempi degli antichi greci attribuisce al vedere con gli occhi il privilegio di cogliere l’evidenza del vero. Invece le piccole cose non sono lì per essere guardate ma anche per essere ascoltate, palpate, annusate e, perché no, mangiate. Si chiede quindi al filosofo o all’apprendista filosofo di saper sì vedere le cose, ma anche di saperle ascoltare e gustare, toccare e odorare.

Francesca Rigotti, La filosofia delle piccole cose, Interlinea, Novara, 2004

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Chi ha fatto tutto ciò?

Un commento di Eno mi invita a riflettere sulle collettività:

una collettività è innanzitutto una stenografia, un nome breve, un po’ arbitrario e riassuntivo, per tutti i suoi membri.

In seconda battuta la collettività è anche di più, e perfino “fa”: è l’intreccio delle azioni individuali, il sorgere di effetti involontari da azioni volontarie, il sorgere di norme spontanee.

Ma questo “essere di più” noi possiamo capirlo solo se cominciamo dal basso, cioè pensiamo che gli individui sono i basamenti e il resto, lungi dall’essere fuffa o nuda nomina, ci poggia sopra.

Riassumendo in maniera abbastanza brutale: le collettività esistono, sono soggetti a tutti gli effetti, tuttavia sono soggetti derivati, soggetti di secondo ordine rispetto agli individui che costituiscono il primo ordine. Continua a leggere “Chi ha fatto tutto ciò?”

L’eterno scandalo

L’uomo esiste nello spazio e nel tempo: non c’è pensiero che non abbia una estensione spaziale e temporale, non c’è esperienza che non si situi in un luogo e in un tempo, per quanto vaghi e indefiniti essi possano essere.

Solitamente, si considera il vincolo spaziale meno rigido di quello temporale: così ad esempio Kant, che concede al tempo un primato sullo spazio. È tuttavia un primato relativo: non è semplice pensare al di fuori dello spazio, avere un concetto completamente indipendente dal pensiero del luogo.
Persino l’anima, per coloro che credono in una sua esistenza separata dal corpo, occupa comunque uno spazio, è in un qualche luogo più o meno preciso e delimitato: si immagina infatti una anima in grado di vedere, parlare o ascoltare, e sono tutte operazioni possibili solo a partire da un punto di vista o di ascolto. Continua a leggere “L’eterno scandalo”

Infinitamente ignoranti

Tutti quelli che cercano la verità giudicano ciò che è incerto paragonandolo e mettendolo in proporzione con ciò che è certo. Ogni ricerca è, dunque, comparativa in quanto impiega come mezzo la proporzione.[…]
Ogni ricerca consiste, pertanto, in una proporzione comparativa, facile o difficile; perciò l’infinito come infinito, sfuggendo ad ogni proporzione, è ignoto.

Nicola Cusano, La dotta ignoranza, Città Nuova, 1991 (traduzione di Graziella Federici Vescovini)

Ogni conoscenza è paragone e comparazione: questo notevole pensiero sconvolse Cusano, che scrisse queste parole nel 1440, soprattutto per l’impossibilità di conoscere l’infinito.
Nel 2006, a me stupisce soprattutto perché comporta che ogni conoscenza è racconto: il racconto di un confronto, di un incontro, di un paragone o proporzione.

Contro il relativismo

Nello scompartimento di un treno, due persone sono sedute una di fronte all’altra.

Giovannitra sé e sé, leggendo il giornale: Tutta colpa del relativismo!

Ludovico: Mi scusi, posso chiederle quale terribile evento sarebbe causato dal relativismo?

Giovannisorpreso: Come scusi?

Ludovico: Ho sentito la sua esclamazione, probabilmente legata a qualche notizia riportata dal giornale, e le chiedevo quale increscioso fatto lei riconduceva al relativismo. Continua a leggere “Contro il relativismo”

Verbi e aggettivi

Un limite non è mai una riga netta e delineate: impossibile affermare con precisione quando il confine viene oltrepassato.
La conoscenza è, in questi passaggi, dominata dall’incertezza, che non va confusa con il dubbio.

L’atteggiamento migliore in queste situazioni, invece, è l’umiltà. Chi è umile è consapevole delle proprie incertezze e non esalta le proprie certezze: è il carattere di chi accetta l’incertezza, di chi riconosce il confine sfumato e variabile.
Curiosamente, all’aggettivo umile corrisponde il verbo umiliare. Curiosamente perché solo chi non è umile è in grado di umiliare.

La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)

Nel III secolo il matematico cinese Sun Tsu Suan-Ching, cercando di risolvere uno strano problema relativo a uova e a contadini che non sanno contare, scoprì e dimostrò quello che oggi viene chiamato teorema cinese del resto.
In pratica, grazie a questa scoperta è possibile “trattare” con relativa facilità numeri anche molto grandi conoscendo semplicemente alcuni resti delle divisioni di questi numeri. Continua a leggere “La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)”

Illuminati

Solitamente, con il buio si può solo dormire: per tutto il resto, serve la luce. Per l’Illuminismo, questa luce tanto necessaria all’agire umano è la ragione.

Dopo oltre due secoli di storia e di filosofia, dopo Schopenhauer, Nietzsche e il romanticismo è lecito domandarsi cosa rimane di questa bizzarra idea della ragione come lume naturale grazie al quale avanzare e progredire. Per Umberto Eco (“Illuminismo e senso comune” in A passo di gambero; Milano, Bompiani, 2006), non è sicuramente possibile mantenere una concezione forte della ragione: l’eredità dell’Illuminismo che possiamo e dobbiamo accogliere è al contrario la ragionevolezza della ragione, il buon senso che invita, con linguaggio poco filosofico ma molto chiaro, a tenere i piedi per terra. Continua a leggere “Illuminati”

La classifica di Lakatos

Il mondo è vasto. Le biblioteche ancora di più. Occorre trovare una guida: dopo Socrate, Cartesio e Feyerabend, è il turno di Imre Lakatos.
Imre Lakatos nacque in Ungheria il 9 novembre 1922. Nella sua vita conobbe sia il regime fascista ungherese, l’occupazione nazismo (sua madre morì ad Auschwitz) e il regime comunista (dal 1950 al 1953 è prigioniero nei campi di internamento staliniani).

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