Il buono, il brutto e il cattivo

Bioetica segnala un interessante articolo di Sam Harris sul Boston Globe: “Do We Really Need Bad Reasons To Be Good?”, “Abbiamo davvero bisogno di cattive ragioni per essere buoni”?

L’autore, laureato in filosofia ed esperto di tradizioni religione occidentali e orientali, si interroga sul legame tra religione e moralità: è davvero necessario credere in Dio per essere buoni?
La risposta è, ovviamente, negativa (sorprende che qualcuno si prenda la briga di scriverlo sui giornali, ma forse in questa sorpresa si pecca di ingenuità). Continua a leggere “Il buono, il brutto e il cattivo”

Uomini e macchine

Giorgio Israel al meeting di CLGiorgio Israel è professore ordinario presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma “La Sapienza” non chè direttore del Centro di Ricerche in Metodologia della Scienza nella stessa università.
Sul suo blog ha pubblicato l’intervento tenuto al Meeting di Comunione e Liberazione, nel quale paragona senza tanti problemi le biotecnologie non alla eugenetica nazista, che evidentemente gli pareva troppo poco, ma addirittura allo sterminio di massa praticato da Hitler:

Perché si dice tanto spesso che le biotecnologie contemporanee hanno un carattere disumano e addirittura si evoca il nazismo in relazione ad esse? Non è forse esagerato accostare pratiche che hanno come scopo dichiarato la felicità dell’uomo con le pratiche dello sterminio di massa? È vero, c’è un tratto di collegamento tra queste due pratiche.

Leo Strauss, negli anni ’50, ha introdotto il termine reductio ad Hitlerum per indicare i ragionamenti della forma “Hitler ha sostenuto e appoggiato X, quindi X è sbagliato e cattivo”. L’argomento è fallace per il semplice fatto che Hitler è cattivo perché ha fatto cose cattive, non il contrario, e anche perché, nella sua vita, il dittatore nazista ha fatto molte cose innocenti, come dipingere e possedere cani.
Israel, da buon matematico quale è, non si limita ovviamente ad accostare biotecnologie e sterminio nazista, ma argomenta le, secondo lui pericolose, similitudini. Continua a leggere “Uomini e macchine”

Oscenità

Il codice penale italiano così recita all’articolo 529:

Agli effetti della legge penale si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore.

Secondo il comune sentimento offendono il pudore.
Il Devoto-Oli definisce così comune: “pertinente a una comunità di persone”.

Quando questo articolo venne scritto la comunità era sicuramente più unita ed uniforme di quanto, soprattutto su temi come il sesso, lo sia adesso. Comune assumeva quindi un significato forte: praticamente tutti si riconoscevano, quasi si rispecchiavano in questo comune sentimento.
Adesso la situazione è mutata: grazie alla facilità del confronto con gli altri, dovuto indubbiamente anche all’immigrazione ma, più in generale, grazie alla maggiore apertura di un mondo sempre più basato sullo scambio e sulla relazione, la società si è sfaccettata. Il comune sentimento non può che diventare una sorta di massimo denominatore comune: qualcosa di condivisibile da tutti, ma nel quale sicuramente nessuno si può identificare completamente.

Un mutamento di significato non da poco.

L’imperativo categorico di Volontè

È stato facile ironizzare sulle affermazioni di Volontè al Meeting di CL.
Tuttavia il suo argomento (in una società con 40 milioni di omosessuali non nascerebbero più bambini), per quanto surreale possa apparire, non è del tutto infondato e ricorda vagamente l’imperativo categorico di Kant nella sua formulazione generale:

Agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che diventi una legge universale.

Non so se Volontè avesse effettivamente in mente Kant quando ha sparato la sua illuminata critica ai PACS. Ad ogni modo, la nobiltà del riferimento serve a poco: l’omosessualità non è una massima morale, e pertanto non è possibile applicare l’imperativo categorico. Continua a leggere “L’imperativo categorico di Volontè”

Il fine e i mezzi

Bar molto frequentato del centro. In disparte, seduto ad un tavolino, Ludovico beve un tè e legge il giornale. Entra Tommaso e, superata la folla nei pressi del bancone, lo raggiunge.

Ludovico: Benvenuto, Tommaso. Come stai?

Tommaso: Bene. Ti ho visto assorto nella lettura del giornale: qualche notizia interessante?

Ludovico: Notizie? Non ti facevo così ingenuo! I giornali contengono oramai pochissime notizie: il loro contenuto principale è la pubblicità. Per questioni di equilibrio, alle pagine pubblicitarie ricche di immagini affiancano pagine piene di testi: le opinioni, sempre legate alle misteriose alleanze politiche ed economiche dell’editore, qualche notizia, se non si è trovato di meglio, e infine i riempitivi. Io ero attratto proprio da un riempitivo: un articoletto chiaramente inventato da un qualche redattore per riempire la pagina. Continua a leggere “Il fine e i mezzi”

Dolore mor(t)ale

Se, come molti sostengono, i concetti di giusto e sbagliato, di bene e male, derivano e sono riducibili al piacere e al dolore, alle sensazioni piacevoli e a quelle fastidiose, questo semplice e banale fenomeno risulta inspiegabile.
Un piccolo taglio sul dito riceve più attenzione della morte di più mille persone dall’altra parte del pianeta. Il vago sentimento di sconvenienza che accompagna questa constatazione è forse un indizio che piacere e dolore non sono tutto, nella vita.

Il matematico invadente

Bernardo da Chiaravalle, ovviamente non il doctor mellifluus in persona ma un suo estimatore contemporaneo, si diverte con alcune dimostrazioni matematiche.

Purtroppo non su argomenti di algebra o analisi o geometria: non vi sono studiati i numeri primi, i gruppi abeliani o i punti del piano. Bernardo discute di etica e di Dio (o, per citarli in ordine di ragionamento, di Dio e di etica).

Come da titolo: il matematico invadente.

L’inviolabilità del corpo

The Stepford Wives, in italiano La donna perfetta, è un simpatico film uscito nel 2004 diretto da Frank Oz con, tra gli altri, Nicole Kidman e Matthew Broderick. La storia, già raccontata nel 1975, è incentrata sulla cittadina di Stepford, dove tutte le donne sono mogli perfette; ovviamente la perfezione è relativa ai non proprio nobili desideri dei mariti, il cui concetto di moglie è più vicino a quello di schiava che di persona. Continua a leggere “L’inviolabilità del corpo”