Può una pubblicità contrastare la costituzione italiana?
Così pensa Giovanardi, sottosegretario alla famiglia: intervistato da Klaus Davi, ha dichiarato che l’Ikea, che in una pubblicità si dichiara aperta a tutte le famiglie, eterosessuale e omosessuale, si scontrerebbe con l’articolo 29, che sancirebbe l’esistenza di un’unica famiglia, quella “naturale” e “fondata sul matrimonio”.
All’articolo 29, è vero, si legge che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio. Ma il testo completo è: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. La Repubblica, non l’Ikea: o il governo italiano ha acquistato l’Ikea, e la popolare fabbrica di mobili svedesi è in realtà di proprietà dello Stato italiano, oppure l’articolo 29 ha poco a che fare con il caso in questione.
Più pertinente sarebbe l’articolo 41, nel quale si afferma che l’iniziativa economica è libera a meno che non contrasti l’utilità sociale o rechi danno alla sicurezza, alla libertà o alla dignità umana.
Ecco, la domanda è: dare la carta Ikea Family anche alle persone non legalmente sposate è in contrasto con l’utilità sociale, minaccia la sicurezza delle persone, limita la loro libertà o la dignità umana?
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