Il filosofo e il milione

Thomas Nagel ha vinto il Premio Balzan per la filosofia morale. Un milione di franchi svizzeri, metà dei quali devono venire destinati a finanziare un progetto di ricerca.

Gli altri vincitori sono: Maurizio Calvesi per le arti figurative dal 1700; Ian H. Frazer per la medicina preventiva, inclusa la vaccinazione; Wallace S. Broecker per la scienza del mutamento climatico.

Pop pensiero

Guardare o non guardare “Lost”, “24”, “C.S.I.”, e quant’altro? Seguo alcune serie, lo confesso, specie “Damages” per la superba Glenn Close, ma anche per dissipare tristezze e deliri filosofici, così come David Hume giocava a tric-trac, mentre Ludwig Wittgenstein leggeva “crimes fiction”.

Così inizia Sopravvivere al pop pensiero di Nicla Vassallo.
All’elenco potremmo anche aggiungere l’amore per il Wrestling di Feyerabend, ma non è certo indispensabile: la captatio benevolentiae è comunque riuscita e Nicla Vassallo ha fatto capire che non ha pregiudizi verso la cultura popolare. Il pop pensiero al quale cerca di sopravvivere non sono, dunque, i telefilm o i fumetti, ma i libri di filosofia che si occupano di telefilm o fumetti: la filosofia del Signore degli anelli, del poker, degli U2 e dell’iPod, per fermarsi ad alcuni degli esempi, a quanto pare reali, citati. Continua a leggere “Pop pensiero”

Le risposte della filosofia

Dieci domande a dieci grandi pensatori: così The Philosopher’s Magazine ha deciso di festeggiare i dieci anni di attività.
Sul blog sono riportate le risposte a una delle dieci domande: “Has philosophy responded adequately to the big events and debates of the last decade, such as climate change and the post-9/11 world?” (La filosofia ha risposta adeguatamente ai grandi eventi e dibattiti degli ultimi dieci anni, come i cambiamenti climatici e l’11 settembre?). Continua a leggere “Le risposte della filosofia”

Niente panico

D’un tratto, la solennità del momento fu disturbata: la porta si spalancò e due uomini imbufaliti, che indossavano la rozza toga azzurro-scolorito e la cintura dell’Università Neracroce, irruppero nella stanza spingendo di lato i portieri che inutilmente tentavano di sbarrare loro la strada.
– Chiediamo di essere ammessi! – urlò il più giovane dei due, dando una gomitata in gola a una segretaria giovane e carina.
– Su – ribadì quello più vecchio – non potete tenerci fuori! – spinse via un giovane programmatore che era accorso sentendo il baccano.
– Chiediamo che non ci teniate fuori! – strillò ancora l’universitario più giovane, benché fosse già dentro la stanza e benché nessuno tentasse più di fermarlo.
– Chi siete? – domandò Lunkwill, scattando in piedi tutto arrabbiato. – Cosa volete?
– Io sono Majikthise! – dichiarò il più vecchio.
– E io chiedo di essere Vroomfondel! – urlò il più giovane.
Majithise si giò verso Vroomfondel. – Ehi – disse, rrabbiato – quello non ha mica bisogno di chiederlo!
– D’accordo! – strillò Vroomfondel, picchiando col pugno sulla vicina scrivania. – Io sono Vroomfondel, e questa non è una richiesta, ma un fatto concreto! Quello che chiediamo sono fatti concreti!
– No invece! – esclamò iritato Majithise. – È quello invece che non chiediamo affatto!
Quasi senza nemmeno prendere il respiro, Vroomfondel gridò: – Noi non chiediamo fatti concreti! Chiediamo invece una totale assenza di fatti concreti! Chiedo di poter essere o non essere Vroomfondel!
– Ma chi diavolo siete? – domandò Fook, indignato.
– Noi – disse Majikthise – siamo Filosofi.
– Anche se possiamo non esserlo – precisò Vroomfondel menando un minaccioso indice contro i due programmatori.

Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti, trad. it. di Laura Serra, Mondadori, 1996

Ma la traduzione di The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy non dovrebbe essere Guida della Galassia per autostoppisti?

Il posto della filosofia

Claudio Risé, sulle colonne de Il Mattino di Napoli e, soprattutto, sulle pagine del suo sito, si chiede: «Perché[…] la religione e la scienza dovrebbero azzuffarsi?».

Già, perché non dovrebbe esserci un dialogo in grado di arricchire entrambe le parti?
Secondo Risé «le loro competenze [di scienza e religione] sono diverse: una si occupa del senso della vita e della morte e l’altra dei possibili modi per migliorarle». Forse Risé non se ne rende conto, ma questo è un ottimo motivo per non dialogare: che cosa mai potrebbero dirsi uno scienziato e un prete, uno impegnato a migliorare la vita umana e il l’altro tutto indaffarato a comprenderne il senso? Continua a leggere “Il posto della filosofia”

I filosofi amano la saggezza, non l’umanità

Pearls Before Swine

Pearls Before Swine di Stephan Pastis

Topo: Ho sviluppato una teoria che spiega l’intera condizione umana. L’ho chiamata “AereoSediliReclinabililogia”.

Capra: Cosa è?

Topo: Due persone, entrambe stipate nei ristretti sedili di un aereo. La persona A può diminuire il proprio disagio abbassando il sedile. Ma c’è un problema.

Capra: Quale sarebbe?

Topo: Il miglioramento della sua condizione può avvenire soltanto a discapito della persona B, che è ancora più compressa dall’abbassarsi del sedile di fronte a lui.

Capra: E quindi perché la persona A abbassa il proprio sedile?

Topo: Perché la compagnia aerea dice che può farlo. È questa la “AereoSediliReclinabililogia”… le persone fanno quello che possono fare, incuranti degli effetti sugli altri. Ed è per questo che il mondo è nello stato in cui si trova.

Capra: Allora perché non fai qualcosa per cambiare tutto questo?

Topo: Perché se il tizio seduto di fronte a me abbassa il sedile, gli schiaccio la testa nel vassoio portavivande.

Capra: Magnifico.

Topo: I filosofi amano la saggezza, non l’umanità.

Buon Natale.

Giù dalla poltrona

Out of the Armchair and into the Streets (giù dalla poltrona e nelle strade) è il titolo dell’Inno della Filosofia Sperimentale, movimento filosofico scoperto grazie a Caminadella:

La Filosofia Sperimentale, per gli amici X-phi, sembra una rivoluzione, e per certi aspetti lo è: mettere alla prova le proprie idee, evitando il passaggio dal “A me sembra così” a “Per noi è così”. Bruciare la poltrona e andare nelle strade a interrogare le persone. Continua a leggere “Giù dalla poltrona”

World Philosophy Day

Oggi è la giornata mondiale della filosofia.
Non (mi) è chiaro se è il mondo ad avere bisogno della filosofia o il contrario, ad ogni modo The UNESCO Courier interroga 8 filosofi: Jostein Gaarder, Michel Onfray, M. E. Orellana Benado, Ioanna Kuçuradi, Mohammed Arkoun, Kwasi Wiredu e Woo-Tak Kee. Continua a leggere “World Philosophy Day”

La crisi della filosofia (Hilary Putnam al Festival della Scienza)

Contea di PutnamLa divinità

Ho avuto la sensazione di trovarmi al cospetto di una divinità: l’introduzione di Mario De Caro alla Lectio Magistralis di Hilary Putnam ha avuto, almeno su di me, questo effetto.
Nelle parole di De Caro vi era qualcosa di più del semplice, e comprensibile, tributo del discepolo al maestro, e così, quando Putnam si è alzato e si è avvicinato al microfono, è stato inevitabile pensare che di fronte a me non c’era semplicemente uno dei più importanti filosofi del XX secolo, ma la Filosofia in persona, una sorta di incarnazione del Pensiero Filosofico: una divinità pagana.

La spiacevole conseguenza di tutto ciò è che era impossibile non rimanere delusi: per quanto interessanti possano essere le parole di un filosofo, non saranno mai all’altezza di quelle che uno si aspetta di sentire pronunciare dalla Filosofia in persona. Continua a leggere “La crisi della filosofia (Hilary Putnam al Festival della Scienza)”

Attenzione: filosofi in libertà

Primo antefatto

Leggo una affermazione filosoficamente interessante e, per certi versi, inoppugnabile:

La parola era prima dell’uomo: la parola ha concepito l’uomo, gli ha dato un nome e una figura.
Tentiamo di capire come dalla parola è disceso l’uomo, poiché non ci sarà mai dato di capire come dall’uomo sia discesa la parola.

Giuseppe Sermonti, Il tao della biologia, Lindau, 2007, p. 44

Se non fosse per il paragone, filosoficamente discutibile e pure un po’ rozzo, tra “uomo” e “parola”, sottoscriverei questa affermazione.
Prima della parola che lo nominasse, l’uomo non c’era, non poteva esserci. Il passaggio dalla non parola alla parola, dal non linguistico al linguistico, è inesprimibile, perché appunto la parola non può dire ciò che viene prima di essa. Non che il passaggio inverso sia più semplice, come al contrario sembra suggerire la frase citata.
Questa frase, però, non si trova in un saggio filosofico: la si può leggere in un libro che l’editore definisce “condito da una notevole veste scientifica”. Continua a leggere “Attenzione: filosofi in libertà”