Pasqua

Una precisazione importante: questo è un libro filosofico, ovvero interessato a influenzare niente altro che le riflessioni critiche delle persone. Perciò non ambisce a portare a termine l’impossibile cerimonia di seppellire Dio, né vuole assumere un ruolo diretto sul piano politico e giuridico.

Eugenio Lecaldano, Un etica senza Dio, Laterza, 2006

Letto oggi, venerdì santo, questo brano suona quasi paradossale: poco meno di duemila anni fa Dio l’impossibile cerimonia è realmente avvenuta: Dio è stato davvero sepolto.

Non è stato seppellito dai filosofi, però: impossibile non è quindi la cerimonia in sé, ma che gli officianti di questo funerale siano filosofi.
Meglio così: oltre che impossibile, la cerimonia sarebbe anche inutile: dopo tre giorni, risorge.

Coscienza e emozioni

Apprendo da Avvenire che Vincenzo Tagliasco è titolare della prima cattedra italiana di Coscienza ed emozioni. Commentando l’edizione italiana di Mind Time. Il fattore temporale nella coscienza (Raffaello Cortina Editore, 2007) dello psicologo Benjamin Libet, l’esimio professore avrebbe detto:

L’essere umano non è il suo cervello, ritenere che lo sia comporta una fallacia.

Affermazione lapalissiana e sostanzialmente inutile. Forse Avvenire non è il luogo migliore, ma sarebbe bello se Tagliasco andasse oltre questa banale osservazione e dicesse anche cosa è l’uomo, oltre al cervello.
In ogni caso, le ricerche di Libet sulla temporalità della coscienza sono forse avventate e filosoficamente ingenue, ma di sicuro non pensa che l’uomo sia il suo cervello.
Verso la fine dell’articolo è possibile leggere un’altra dichiarazione di Tagliasco:

Il rischio – da me direttamente sperimentato, sia con i miei figli, sia con i miei allievi – è che gli studenti facciano propria una visione semplificata dell’uomo, in cui le neuroscienze pretendono di avere già spiegato tutto, mentre moltissimo resta ancora da chiarire.

Sicuramente va letta in un contesto più ampio, però così, come citata dal quotidiano, sembra tanto una fesseria.

Infine, una considerazione: come mai, per commentare i risultati di studi scientifici, si sentono solo filosofi (oltre a Tagliasco, Avvenire riporta dichiarazioni di Mario De Caro e Vittorio Possenti). Uno psicologo non si riusciva proprio a trovarlo?

Post Scriptum – 11/5/2008

Vincenzo Tagliasco non c’è più. Alla famiglia vanno le miei più sincere condoglianze.
In questo momento, il mio rimpianto più grande è di averlo citato solo in questo breve e raffazzonato articolo, che sicuramente non gli rende giustizia.

Scienza e filosofia: siamo uomini o persone?

Orarel, acronimo di Ora di religione, non approva un commento di Chiara Lalli, apparso qualche giorno fa su Bioetica, incentrato sulla gradualità del concetto di vita. Orarel, riferendosi alla gradualità dell’alba e del tramonto, afferma: Eppure c’è notte!

Al centro della discussione vi è, ovviamente, il concetto di persona. Concetto filosofico, come affermano sia Chiara Lalli:

la differenza tra

vita biologica e vita personale e l’impossibilità di affidarsi alla biologia per dirimere la questione (filosofica, ahimè)
che Orarel:

Verissimo che il concetto di persona è filosofico e non biologico.

Continua a leggere “Scienza e filosofia: siamo uomini o persone?”

Lo spazio filosofico

Massimo Adinolfi, sulle pagine di Left Wing, guarda la contrapposizione tra scienza e religione e si chiede: quale è lo spazio della filosofia in questo dibattito?

Farfintadiesseresani di dice alquanto perplesso e muove cinque obiezioni, alle quali Massimo prontamente risponde. Ma la discussione si allontana dalla questione originale: si discute ancora una volta di Dio, di scienza, di fede e di religione. La filosofia è ancora una volta sparita dalla circolazione.

Delle due, l’una: o la filosofia è appunto discutere di scienza e di religione, oppure lo spazio filosofico non esiste e i filosofi, condannati all’estinzione (tema a me caro, l’estinzione), si devono riciclare come tuttologi.

Vedere la scienza, vedere la filosofia

Nel 1693 William Molyneux pose un interessante quesito all’amico John Locke: una persona cieca dalla nascita, in grado di riconoscere attraverso il tatto un cubo e una sfera, sarebbe in grado, una volta ricuperata la vista grazie a una operazione, di riconoscere quale è il cubo e quale la sfera senza toccare i due solidi? Continua a leggere “Vedere la scienza, vedere la filosofia”

Madre e figlia

Malvino vuole eliminare la teologia.
Intento lodevole, dal quale non si cercherà assolutamente di distorglielo, nonostante l’eroico gesto sia destinato al fallimento: la teologia (purtroppo? per fortuna?) sopravviverà.

La teologia è figlia della filosofia, e per uccidere la figlia si può e si deve assassinare la madre.
Concediamo pure a Malvino che la filosofia abbia, un bel giorno, partorito la teologia. Siamo però sicuri che, uccisa la madre, anche la figlia scompaia? Solitamente i figli sopravvivono ai genitori. Inoltre uccidere la filosofia non sembra affatto impresa più facile che l’uccidere la teologia: anche la filosofia (e qui ho pochi dubbi: per fortuna) sopravviverà. Continua a leggere “Madre e figlia”

Sulla possibilità di conoscere il Tutto

Dalla morte, dal timore della morte prende inizio e si eleva ogni conoscenza circa il Tutto. Rigettare la paura che attanaglia ciò ch’è terrestre, strappare alla morte il suo aculeo velenoso, togliere all’Ade il suo miasma pestilente, di questo si pretende capace la filosofia. Tutto quanto è mortale vive in questa paura della morte, ogni nuova nascita aggiunge nuovo motivo di paura perché accresce il numero di ciò che deve morire. Senza posa il grembo instancabile della terra partorisce il nuovo e ciascuno è indefettibilmente votato alla morte, ciascuno attende con timore e tremore il giorno del suo viaggio nelle tenebre. Ma la filosofia nega questa paure della terra.

Franz Rosenzweig, La stella della redenzione (Der Stern der Erlösung), trad. it di Gianfranco Bonola, Milano, Vita e Pensiero, 2005

Io e l’altro io

Uno degli eresiarchi di Uqbar, così racconta Borges in Finzioni, aveva giudicato che gli specchi, e la copula, sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli uomini.

Difficile resistere alla tentazione di iniziare con questa citazione un discorso sugli specchi, questi oggetti particolari e molto metafisici, in grado di moltiplicare se non gli uomini, almeno la loro immagine, il che non è poco.

Alla riflessione metafisica e letteraria si è, da un po’ di tempo, aggiunta anche la psicologia. Nel 1970 lo psicologo Gordon G. Gallup ideò un interessante esperimento per saggiare l’esistenza di autocoscienza degli animali: se un individuo è in grado di riconoscere la propria immagine allo specchio, ossia di capire che quello che ha di fronte non è un altro individuo, allora possiede autoconsapevolezza.
Recentemente, si è scoperto che oltre alle scimmie anche gli elefanti superano questa curiosa prova e possiedono quindi una qualche forma di autocoscienza (un divertente filmato).

Notevole lavoro della psicologia: prendere un concetto terribilmente complicato e tradurlo in un semplice esperimento. Confrontando la citazione di Borges con l’esperimento di Gallup si può assaporare tutta la differenza tra filosofia e psicologia.

Perché rimanere sconcertati?

Filosofia: Dedicarsi alla filosofia è in ogni caso salutare, anche quando da ciò non emerge alcun risultato positivo (ma io rimango sconcertato). Ha l’effetto che «il colore appare più brillante», cioè la realtà appare con maggiore chiarezza come tale.

Kurt Gödel, Taccuini Max-Phil, pag. 103
(riportato in La prova matematica dell’esistenza di Dio, Bollati Boringhieri, 2006)

Il più grande filosofo di tutti i tempi

Il filosofo è colui che ama la verità, che vuole essere vicino alla verità.
Ma cosa è la verità? Una possibile definizione di verità riguarda la genuinità: vero è ciò che non è alterato, mediato, trasformato, interpretato.

Il 26 febbraio 1970 uscì nelle sale il film Il ragazzo selvaggio (L’Enfant sauvage) di François Truffaut. Il film è il seguito ideale de I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups, 1959); entrambi i film trattano l’importante tema dell’infanzia e dell’educazione, e contengono una non banale analisi, decisamente critica, della società. Continua a leggere “Il più grande filosofo di tutti i tempi”