Il 21 dicembre 2012 è arrivato e, a due giorni di distanza, si può dire che sia trascorso con le solite tragedie di tutti i giorni, dagli incidenti stradali alle mine antiuomo, quelle robe talmente normali che se finiscono sui giornali, è con un trafiletto a pagina 25.
Piccola parentesi: quanti soldi sono stati spesi per questa idiozia della profezia maya? Quanti metri quadri di terreno avremmo potuto sminare con quei soldi? Perché quelli che “ah la scienza costa troppo dobbiamo investire altrove” non dicono nulla sui costi della pseuoscienza?
Comunque, il 21 dicembre è passato e presto tutti quei libri, riviste, siti internet eccetera sulla fine del mondo spariranno, anche dalla nostra memoria. I personaggi, almeno alcuni, rimarranno, ma nessuno incontrandoli chiederà loro “scusi, com’era quella stronzata che il 21 dicembre il mondo sarebbe finito?”.
Ecco: io dico che di questa fine del mondo dovremmo ricordarci.