L’unica buona storia sul colore che mi viene in mente risale ai miei agguerriti e incessanti scontri con il Comic Code,1 all’inizio degli anni Ottanta. Andai nei loro uffici (conoscevo una tipa che ci lavorava), e dandomi un’occhiata intorno mi resi conto che quello che guardavano erano fotocopie in bianco e nero degli albi. Erano quelle che venivano approvate oppure no e i cambiamenti venivano richiesti sulla base di quelle. Non vedevano mai niente a colori, così cominciai a riempire le storie di sangue che si vedeva solo nelle guide-colore e il Comic Code non ne fermò mai nessuna!
Frank Miller in Will Eisner, Frank Miller, Conversazione sul fumetto, Kappa edizioni, 2005 p. 99
- Codice di autocensura adottato dal Comics Magazine Association of America a partire dal 1954 – qualcosa di simile all’italiano MG-Garanzia Morale. [↩]