Complice il largo anticipo (i treni sono sempre così: o arrivano un’ora prima o quindi minuti dopo), per raggiungere Palazzo Rosso da Principe non ho fatto il percorso più logico e razionale (Balbi e Cairoli, che è come dire: vai sempre dritto e non ti puoi sbagliare). Ho deciso di perdermi per i carrugi, passando ovviamente da via del campo. Arrivare in via Garibaldi dal basso (sono sbucato dal vicolo dei 4 Canti di San Francesco) è una esperienza notevole, di quelle che ti lascia per qualche minuto a bocca aperta. Riesci a intuire cosa fosse il barocco agli occhi dei contemporanei: una innovazione nel concepire gli spazi, un qualcosa di inaudito e sorprendente. Uno Sgarbi dell’epoca, probabilmente, avrebbe demolito tutto.
Intanto scopro che, all’inaugurazione del festival, non c’era neppure un sottosegretario.
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