Gianfranco Ravasi, insigne teologo, scrive su Avvenire che “occorre distinguere tra la concretezza delle persone e delle istituzioni – che sono umane, e magari hanno davvero un loro volto ridicolo – e i valori: ecco, se sulle persone l’ironia si può fare, sui fondamenti della fede occorre rispetto”.
Curiosa variante di “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”: scherza pure con fanti e santi, ma lascia stare i valori, la santità. Resta da capire come prendere in giro i santi senza toccare i valori. Come tutti i limiti imposti dall’alto, fallisce sulla concretezza.
Decisamente meglio, sempre nello stesso articolo, l’appello finale di Moni Ovadia: “Servono garbo, grazia e modestia. Facciamo incontri, invitiamo, confrontiamoci. Magari anche l’islam ha le sue storielle: mettiamoci in ascolto. Ma al tempo stesso rivendichiamo il diritto al rispetto dei nostri valori, il rifiuto della violenza. Né resa né imposizione, ma ascolto.”