Si discute di insegnamento della religione, qui in Ticino.
Dibattito, mi pare, incentrato soprattutto sulle modalità di insegnamento, in pratica su come organizzare la convivenza tra le nuove ore di storia delle religioni e quelle del tradizionale insegnamento religioso. Della necessità, o comunque dell’opportunità, di insegnare religione mi paiono tutti d’accordo. Perché conoscere le religioni sarebbe importante, se non necessario, per essere buoni cittadini:((Il brano citato proviene da un commento del politico Fiorenzo Dadò, pubblicato nei giorni scorsi sul quotidiano laRegioneTicino; purtroppo il testo non è disponibile online.)) Continua a leggere “La religione non è tutto”
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Dissonanze cognitive
Scusate, ma come può uno che è nato al Cairo e vive in Italia affermare di essere “convinto che la popolazione autoctona debba legittimamente godere del diritto e del dovere di salvaguardare la propria civiltà e il proprio patrimonio”.
Se è un dovere salvaguardare la propria civiltà, perché è qui e non in Egitto a difendere la civiltà egiziana?
L’immortalità è in un bunker anti-atomico (Svizzero, ovviamente)
Oggi ho scoperto l’esistenza della Swiss DNA Bank.
Dalle FAQ del sito:
Swiss DNA Bank è un servizio on-line di raccolta e conservazioni dati personali digitali e biologici (DNA). All’interno della tua pagina web sicura personale potrai raccogliere le tue memorie, i tuoi file, le foto e i video. Un sistema di sicurezza a livello bancario garantisce totale privacy. Assieme alle tue memorie puoi custodire nei nostri bunker anti-atomici un tuo campione di DNA.
Quello che garantiscono, a prezzi neppure troppo elevati, è di conservare virtualmente in eterno i miei ricordi (la mia anima) e il mio DNA (il mio corpo), garantendomi, in un certo senso, l’immortalità (per la resurrezione è ancora prematuro, ma non si può avere tutto).
Come primo commento, mi sembrano abbracciare un approccio un po’ troppo deterministico. Intuitivamente, sono convinto che la mia identità sia qualcosa di più dei miei ricordi e del mio codice genetico. Scientificamente, pur non essendo un esperto, sono abbastanza sicuro che queste informazioni non siano sufficienti a creare un altro me stesso in un lontano futuro: nello sviluppo di un essere umano intervengono fattori non riconducibili a dna e che non lasciano traccia nella memoria; fattori, in un certo senso, irripetibili.
In secondo luogo: cosa diavolo se ne potrebbero fare, i miei discendenti, del DNA di un loro lontano avo?
Errori di prospettiva
La contrapposizione tra naturale e culturale, tra lo spontaneo e l’acquisito, è, come molte altre contrapposizioni, meno solida di quanto a prima vista possa sembrare.
Le persone non vivono nell’irraggiungibile iperuranio: nascono sempre in un determinato luogo e nella loro vita vanno incontro a determinate esperienze e non ad altre. Chiedersi quali sarebbero le proprie idee politiche se si fosse nati e cresciuti in Unione Sovietica o negli Stati Uniti è una domanda oziosa, utile per mettere alla prova le proprie certezze, ma nulla di più. L’unico modo per distinguere ciò che è naturale da quello che è culturale è lavorare sulle differenze: ad esempio, dal momento che gli uomini parlano ovunque, si suppone che il linguaggio faccia parte della natura umana e non della sua cultura, ma anche qui è difficile distinguere con precisione. Continua a leggere “Errori di prospettiva”
Beata incoscienza
E Licenzio disse: «Non ti rincresca, per favore, di rievocare e di espormi sinteticamente prima di pranzo l’intera dottrina degli Accademici, perché non mi sfugga qualche punto di essa che torni a favore della mia tesi». «Lo farò», risposi, «e tanto più volentieri perché spero che, meditando su questa cosa, a pranzo tu mangi poco». «Non esserne sicuro», replicò, «ho spesso osservato molti, e specialmente mio padre, esser tanto più voraci quanto più erano pieni di pensieri. E poi anche tu hai potuto constatare che, quando meditavo sulla metrica di quei versi, il fato che io me ne dessi cura non ha reso sicura la mesa. E di questo, a dir il vero, sono solito meravigliarmi io stesso tra me e me; che significa, infatti, il fatto che abbiamo più forte appetito anzitutto quand rivolgiamo lo spirito ad altro? O chi è che diventa straordinariamente dominatore sulle nostre mani e i nostri denti, mentre noi siamo occupati in altri pensieri?».
Aurelio Agostino, Contro gli Accademici, II, 10 (trad. it. di Giovanni Catapano, Bompiani 2005)
Ponti e muri
I muri dividono, separano. I ponti, invece, uniscono, avvicinano.
Un ponte abbatte le distanze, avvicina ciò che è separato. Un muro aumenta le distanze, separa ciò che è unito.
In nome dell’ideale unione di tutte le persone, è meglio abbattere i muri e costruire i ponti, è meglio avere come simbolo un ponte che un muro. Continua a leggere “Ponti e muri”
La clonazione
Su il manifesto di sabato 22 gennaio è riportata, a pagine 18, l’interessante storia del villaggio di Aldeida da Luz, un piccolo paese del Portogallo che, a causa della costruzione della imponente diga d’Alqueva, è completamente ricostruito, o forse sarebbe meglio dire clonato, a due chilometri di distanza dal sito originario, nel frattempo completamente allagato. Continua a leggere “La clonazione”