Nel 1941 Albert Einstein partecipò ad un convegno su scienza, filosofia e religione nel loro rapporto con la democrazia. Secondo il grande scienziato, scienza e religione hanno campi (realms) nettamente distinti, tuttavia esistono forti relazioni e, soprattutto, reciproche dipendenze: la religione deve imparare dalla scienza, ma la scienza non vi sarebbe se gli scienziati non fossero mossi da una sorta di sentimento religioso.
Nel corso della sua relazione, il cui testo è stato successivamente pubblicato in Ideas and Opinions ed è disponibile su Internet Sacred Text Archive, Einstein riassunse il suo pensiero con una immagine:
La scienza senza religione è zoppa e la religione senza scienza è cieca.
Questa affermazione ricalca una celebre frase di Kant nella quale, però, non vi erano scienza e religione bensì sensibilità e intelletto, e quest’ultima era vuota, non semplicemente zoppa.
La posizione di Kant sul rapporto tra religione e scienza era infatti ben diversa da quella di Einstein: la religione viene di fatto “ridotta” alla moralità razionalmente indagata.
Se prendiamo Einstein e Kant come due estremi della riflessione sui rapporti tra fede e ragione, non ci sono dubbi: Joseph Ratzinger è sicuramente più vicino al primo che al secondo.
Non mi risultano pubblici apprezzamenti della posizione di Einstein, però Benedetto XVI ha in più occasioni criticato la concezione kantiana della religione, ad esempio nel Discorso ai Membri della Curia e della Prelatura Romana per la presentazione degli auguri natalizi del 2005, quando cita esplicitamente Kant come momento di totale rottura del rapporto tra Chiesa ed età moderna (per un paragone: il processo a Galileo, conclusosi con l’abiura, è stato semplicemente “un inizio molto problematico”).
Dal momento che Ratzinger viene spesso chiamato “il papa teologo”, studiare più da vicino le sue idee non può che essere interessante. Continua a leggere “Limite di ragionevolezza”
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