Lo stato di diritto

Più che una definizione, è uno slogan: lo stato di diritto è il governo delle leggi al quale si contrappone il governo degli uomini.
Non credo sia possibile ottenere una definizione migliore di questo slogan uellodi stato di diritto è una prassi più che un concetto, ed è alla prassi, al concreto agire che bisogna guardare, se si vuole comprendere che cosa è lo stato di diritto, e valutare se è preferibile alle alternative. Continua a leggere “Lo stato di diritto”

Se vuoi mandare un messaggio, spedisci un telegramma

Due parole sul divieto di edificazione di minareti in territorio elvetico.

Con la votazione popolare del 29 novembre i cittadini svizzeri hanno deciso di aggiungere il seguente capoverso all’articolo 72 della costituzione federale:

L’edificazione di minareti è vietata.

L’articolo 72 riguarda i rapporti tra chiesa e stato. Evidentemente neppure i promotori del referendum credono davvero che «i minareti non [abbiano] nulla a che vedere con la religione»1, altrimenti avrebbero proposto di modificare l’articolo 75 (sulla pianificazione del territorio) o, al limite, l’articolo 57 (sulla sicurezza del paese e la protezione della popolazione). Continua a leggere “Se vuoi mandare un messaggio, spedisci un telegramma”

  1. Queste e le successive citazioni sono tratte dal materiale informativo che il Consiglio federale recapita a tutti i cittadini prima di un referendum. []

Pagina bianca

Per motivi che è troppo lungo elencare (e che possiamo riassumere con una parola: masochismo), sono andato sul sito della Camera dei Deputati e mi sono scaricato il pdf di una proposta di legge.

Otto pagine. Le stampo. E mi accorgo che,  in realtà, la proposta finisce a pagina 5. L’ultima pagina è occupata da un codice a barre, mentre le pagine 6 e 7 sono pagine bianche, nel senso che riportano la scritta PAGINA BIANCA:

pagina biancaImmagino abbiano inserito quella scritta per non lasciare un vuoto legislativo.

Il problema è che scrivere “PAGINA BIANCA” è come affermare “Questa affermazione è falsa”: appena lo hai scritto, la pagina non è più bianca! È un enunciato che si contraddice da solo.
Speriamo che la proposta non diventi mai legge: inserire una simile antinomia nell’ordinamento italiano rischia di far saltare tutto il sistema giuridico. Una bomba logico-giuridica.

È necessario rispettar le leggi sancite

Chi per orgoglio violi le leggi
o mediti d’imporsi ai governanti
non potrà mai da me ricever lode.
Si deve obbedienza cieca all’uomo,
chiunque sia, prescelto quale capo
dal popolo tutto, tanto nelle cose
piccole, come in quelle giuste e in quelle
che non sembrino tali. Di chi fosse
devoto in simil guisa non potrei
non fidarmi e sarei certo che un giorno,
se divenisse capo, egli saprebbe
comandare così come già seppe
obbedire, e quand’anche si trovasse
preso nella tempesta di una guerra,
giusto e forte alleato rimarrebbe.
L’indisciplina è il più grande dei mali:
devasta le città, sconvolge e annienta
le famiglie, disperde e pone in fuga
gli eserciti alleati; mentre invece
la disciplina può salvar le genti,
quando sien con saggezza governate.
È necessario rispettar le leggi
sancite […].

Sofocle, Antigone, Terzo episodio (trad. it. di Domenico Ricci, BUR 1951)

Popolo di Pechino!

La Turandot, l’opera incompiuta di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, inizia così:

Popolo di Pekino! La legge è questa:
Turandot la Pura sposa sarà di chi,
di sangue regio,
spieghi i tre enigmi ch’ella proporrà.
Ma chi affronta il cimento
e vinto resta porga alla scure la superba testa!

La legge, quindi, prevede due cose: se una persona possiede un titolo nobiliare (di sangue regio) e riesce a risolvere tre indovinelli (spieghi i tre enigmi) può sposare la figlia dell’imperatore, Turandot (Turandot la Pura sposa sarà); se fallisce, invece, verrà decapitato (porga alla scure la superba testa).
Non sembrano essere ammesse deroghe: l’opera prosegue con la decapitazione del principe di Persia. Continua a leggere “Popolo di Pechino!”

Disobbedisco

Nic Davison, il proprietario polacco del ristorante Kuchnia Polska nel South Yorkshire, dovrà pagare una multa di 2000 sterline perché vendeva la birra Zweic in boccali da 0,3 e 0,5 litri, contrariamente a quanto stabilito dalla legge: la Weights and Measures, del 1988, autorizza infatti la vendita di birra alla spina unicamente in contenitori da 1/3 di pinta o multipli di mezza pinta. Continua a leggere “Disobbedisco”

Vuoto a rendere

Il senatore Gaetano Quagliariello ha presentato una mozione per denunciare la grave invasione di campo che i giudici della Corte d’Appello di Milano avrebbero commesso a proposito del caso Eluana Englaro.
Al di là del contenuto della sentenza, che stabilisce la sospensione dei trattamenti di alimentazione e idratazione artificiali, i giudici avrebbero invaso la «sfera di poteri attribuiti costituzionalmente agli organi del potere legislativo». Continua a leggere “Vuoto a rendere”

La legge è uguale per tutti

Notte afosa. Sonno. Un caffè turco greco bello forte per cercare di non cedere subito al sonno e leggere ancora qualche pagina di Kelsen (Il problema della giustizia).
A pagina 52, il caldo e il sonno hanno la meglio, e gli occhi si chiudono. La caffeina, tuttavia, continua a stimolare il cervello, che rielabora quanto Kelsen ha scritto sull’uguaglianza di fronte alla legge:

Se dunque non di deve prendere in considerazione alcuna diseguaglianza, allora tutti gli uomini sono eguali e tutto è uguale. Nella norma «non si deve uccidere alcun uomo» tutti gli uomini sono trattati in modo eguale. Quest’uguaglianza però si riferisce soltanto al «non-venir-ucciso», e non a tutti i possibili tipi di trattamento. Nei riguardi dell’applicazione della pena si deve assolutamente tener conto della differenza fra l’uomo che commette un reato e l’uomo che non lo commette.

Continua a leggere “La legge è uguale per tutti”

Persone o clandestini?

Fabrizio Gatti, giornalista de L’espresso, racconta la storia di un gruppo di immigrati, alcuni clandestini, uno con il permesso di soggiorno scaduto, che si trova nella curiosa situazione di non poter intentare causa contro l’ex-datore di lavoro per venire pagato. Secondo il giudice, «il clandestino che si trova illegalmente in Italia non può invocare la tutela giudiziaria italiana». Continua a leggere “Persone o clandestini?”