Luce e ombra

L’oscurità nasconde: non sappiamo cosa c’è all’interno di una stanza buia. Qualsiasi cosa si trovi al suo interno, non viene vista, non è possibile conoscerla. Ma basta accendere la luce, illuminare il locale, perché tutto risulti chiaro e comprensibile.
Questo semplice evento è forse la migliore illustrazione della potente e diffusa metafora della luce come conoscenza contrapposta all’oscurità come ignoranza.

Platone è forse il primo ad utilizzare questa potente immagine evocativa: nel mito della caverna (Repubblica, libro VII), la fonte della conoscenza è appunto la luce, la brillante e purtroppo lontana luce del fuoco. Senza questa luce, che è l’idea del bene, gli uomini incatenati vivrebbero nell’oscurità completa, non vedrebbero e non conoscerebbero nulla; grazie ad essa vedono e conoscono, anche se, per colpa delle catene, la loro vista è limitata alle ombre, insoddisfacente via di mezzo tra la luce diretta e l’oscurità totale. Continua a leggere “Luce e ombra”

Espressione limitata

Io non suggerisco di imporre dei limiti al pensiero, bensì a certe amplificazioni istituzionali del pensiero. I difensori di Salman Rushdie – e, badi bene, io non sono tra quelli – non vogliono solo che egli pensi, vogliono editori, stazioni televisive, club letterari per amplificare il suo pensiero e per approfittare dei guadagni. Non è la libertà di pensiero che mi preoccupa, ma la libertà del pensiero a pieni poteri. Infatti il potere, a prescindere dal modo in cui viene esercitato, deve sempre essere tenuto d’occhio molto attentamente! Gli scrittori amano sottolineare che la penna è più potente della spada. Be’, se hanno ragione, allora è anche più pericolosa. Immagini per esempio un caso simile: una società sull’orlo di una guerra civile, uno scrittore sta scrivendo un libro che potrebbe provocarne l’inizio. Come governante responsabile ordinerei che il libro fosse bruciato e lo scrittore imprigionato, se non promettesse solennemente di attendere tempi meno pericolosi; a mio parere la vita umana è molto più importante della parole che pretendono di rappresentare delle idee.

P. K. Feyerabend, Al termine di una passeggiata non filosofica tra i boschi, in Dialoghi sulla conoscenza (trad. it. di R. Corvi); Roma-Bari, Laterza, 1991.

Il dovere dell’opinione

Per misteriosi motivi, spesso accade che avere una opinione sia un dovere, una sorta di imperativo sociale. Come se essere privi di una idea precisa e determinata fosse una terribile vergogna, una cosa da confessare solo agli amici più intimi, ovviamente solo se è proprio necessario.

Non si intende qui difendere l’apatia intellettuale, la mancanza di spirito critico. L’uomo pensa, non può non pensare, ed è quinti ovvio che, di fronte a qualsiasi evento, sia esso grande o piccolo, di importanza globale, locale o personale, vengano notate somiglianze con altri eventi, si manifestino quasi da sole osservazioni ed eccezioni, ragionamenti vari su cause, motivi e conseguenze di quell’evento. Continua a leggere “Il dovere dell’opinione”

Persone e valori

Gianfranco Ravasi, insigne teologo, scrive su Avvenire che “occorre distinguere tra la concretezza delle persone e delle istituzioni – che sono umane, e magari hanno davvero un loro volto ridicolo – e i valori: ecco, se sulle persone l’ironia si può fare, sui fondamenti della fede occorre rispetto”.
Curiosa variante di “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”: scherza pure con fanti e santi, ma lascia stare i valori, la santità. Resta da capire come prendere in giro i santi senza toccare i valori. Come tutti i limiti imposti dall’alto, fallisce sulla concretezza.
Decisamente meglio, sempre nello stesso articolo, l’appello finale di Moni Ovadia: “Servono garbo, grazia e modestia. Facciamo incontri, invitiamo, confrontiamoci. Magari anche l’islam ha le sue storielle: mettiamoci in ascolto. Ma al tempo stesso rivendichiamo il diritto al rispetto dei nostri valori, il rifiuto della violenza. Né resa né imposizione, ma ascolto.”

Libera informazione

Libertà. Bellissima parola, stupendo concetto.
Essere liberi significa essere autonomi, avere la possibilità e la capacità di scegliere.

Un stato democratico deve essere libero, deve garantire la libertà ai propri cittadini. Libertà è anche libertà di informazione.
Il contrario della libertà d’informazione è la censura: il rendere volutamente non accessibili alcune informazioni. Continua a leggere “Libera informazione”

Leggi

L’uomo vive in società. Ogni società ha le proprie regole, che solitamente sono tacite, e le proprie leggi, che invece sono scritte.
Ogni individuo che vive in comunità con altri individui, cioè che appartiene alla società, è tenuto a comportarsi in conformità alle regole e alle leggi.
Queste ultime sono il collante della società: senza di esse la comunità rischia lo sfaldamento. Ma le leggi non devono solo tenere insieme la comunità, ma anche sostenere e favorire quello che è, o dovrebbe essere, il fine ultimo di ogni società: l’individuo. Le leggi non possono quindi annullare od opprimere, ma devono garantire la libertà. E, soprattutto, devono garantire uno spazio di discussione sulle leggi stesse. Continua a leggere “Leggi”

La forza delle opinioni

Liberté, égalité, fraternité: è il motto della rivoluzione francese e da questa straordinaria esperienza politica, volenti o nolenti, derivano tutti i regimi democratici. Libertà, uguaglianza e fraternità: siamo tutti liberi, siamo tutti uguali e siamo tutti fratelli.
Dei tre valori, il primo è la libertà. È difficile stabilire se il primato sia anche d’importanza; sicuramente la libertà è la prima ad essere in pericolo, quando la democrazia inizia a degenerare in qualcosa di diverso e inquietante. Continua a leggere “La forza delle opinioni”