Mario Iannaccone, che è un collaboratore del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, scrive su Avvenire una feroce critica agli atei sghignazzanti, ad esempio Odifreddi e Giorello.
La tesi è molto semplice:
Chi difende le ragioni di un mondo senza Dio va rispettato, e letto, anche perché è necessario alla fede. Ma gli argomenti dell’ateismo possono arricchire la vita culturale soltanto se sorretti da un’alta tensione intellettuale. La freddura, lo sghignazzo così come l’invettiva che confonde fanatismo con religione sono indegni di intellettuali che hanno responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica che li vede apparire, spesso suo malgrado, su ogni schermo e pagine di giornale.
Per Iannaccone la risata è indegna: gli intellettuali, e in generale chi ha delle “responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica”, non dovrebbero ridere, o almeno non dovrebbe far ridere.
Le risate non sono degne di attenzione. Se una persona fa una battuta, usa l’ironia, non ascoltatelo: quello che dice non è interessante.
Non ho semplicemente voglia di commentare quanto una simile concezione del comico sia meschina e, questa sì, davvero indegna di un intellettuale o presunto tale.
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