Ho recentemente letto Neuro-mania di Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà.
Un saggio interessante sulla diffusione delle neuro-discipline (giusto per citare le più famose: neuroetica, neuroeconomia, neuroteologia).
Secondo i due autori la descrizione degli eventi cerebrali non è sufficiente a comprendere gli eventi psichici. Come recita il sottotitolo del libro: il cervello non spiega chi siamo. Continua a leggere “Neuroparadigma”
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Di pistoni e di neuroni
Marco Ferrari si dichiara perplesso a due affermazioni in contrasto.
La prima viene dal recente saggio di Vittorio Girotto, Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara Nati per credere (Codice edizioni):
Noi personalmente, autori di questo libretto, riteniamo che l’idea che la vita mentale sia qualcosa di diverso dall’attività materiale del cervello sia sbagliata.
La seconda affermazione, invece, proviene da un breve articolo di Giorgio Israel:
Difatti, se egli ha ragione di dire che è corretto cercare spiegazioni razionali e non rifugiarsi nelle superstizioni, è difficile sostenere che la fisica, la chimica e la biologia bastino: anche la mente umana ha la sua parte ed è avventato dare per scontato che tutto si riduca a una faccenda di atomi o di reazioni chimiche.
A chi credere? si chiede, giustamente, Marco Ferrari. Continua a leggere “Di pistoni e di neuroni”
Gli zombi
Gli zombi sono un classico, oltre che dei film dell’orrore, anche della filosofia della mente.
Ovviamente, gli zombi dei filosofi non sono come quelli del cinema. Questi ultimi sono dei morti viventi il cui unico scopo, chissà perché, è mangiare il cervello delle persone ancora vive:
(video purtroppo in inglese – via farfintadiesseresani che ha ragione: gli zombi spaccano) Continua a leggere “Gli zombi”
Un fenomeno affascinante ma elusivo
Che cosa è la coscienza?
Nel 1989 lo psicologo Stuart Sutherland propose questa definizione:
La coscienza è un fenomeno affascinante ma elusivo; è impossibile specificare cos’è, cosa fa o perché si è evoluta. Non è stato scritto, al riguardo, nulla che valga la pensa di essere letto.
Di fronte a una affermazione simile, si può apprezzare l’umorismo molto british di Sutherland, eventualmente convenire con lui che non c’è nulla che valga la pena di leggere, chiudere il suo dizionario e continuare a fare quello che si stava facendo prima, come se nulla fosse successo.
Nicholas Humphrey, in Rosso. Uno studio sulla coscienza (Torino, Codice, 2007) raccoglie l’implicita sfida della definizione di Sutherland, non solo cercando di scrivere qualcosa di interessante sulla coscienza, ma anche cercando di capire come mai una simile affermazione sia stata accolta con approvazione, nonostante la sua evidente inutilità. Continua a leggere “Un fenomeno affascinante ma elusivo”
Il cervello del XXI secolo
Il cervello – è più vasto del cielo
Steven Rose ne Il cervello del XXI secolo affronta il tema della relazione tra mente e cervello a partire da una poesia:
La poetessa americana Emily Dickinson una volta ha scritto una poesia, molto amata dai neuroscienziati, che inizia affermando: «Il cervello – è più vasto del cielo». Bene, io affermerò, senza fare ricorso al misticismo e scusandomi con la Dickinson, che la mente è più vasta del cervello. I processi mentali e coscienti – insisterò opponendomi a gran parte della filosofia contemporanea – sono essi stessi proprietà evolute e funzionalmente adattive essenziali per la sopravvivenza umana: non sono scesi dal cielo e nemmeno sono proprietà addizionali prive di funzione, conseguenze epifenomeniche del possesso di grandi cervelli che non hanno di per sé un potere causale. [p. 108]
[…] è in questo senso che le menti sono attivate dai cervelli ma non riducibili ad essi; esse sono il prodotto di quel sistema biosociale aperto che è il bambino che si sviluppa, comunica e impiega simboli. Come osserva [Merlin] Donald [A mind so rare, Norton, New York, 2003], sono “ibride”, simultaneamente un prodotto e un processo di questo sistema biosociale evolutosi e in via di sviluppo. [p. 170]
Qui, al confine tra scienza e filosofia, Steven Rose afferma alcune cose molto interessanti: la mente è non solo più vasta del cervello (prima citazione), ma è persino più vasta persino dell’individuo stesso (seconda citazione). Continua a leggere “Il cervello del XXI secolo”
La nostra mente
Giovanni Caprara, giornalista del Corriere della Sera, durante l’introduzione della conferenza di Laura Boeri a BergamoScienza:
La nostra mente, popolata da cento milioni di neuroni…
Il titolo della conferenza era Nella mente degli animali, e probabilmente per seguire questo titolo Caprara ha parlato di mente invece che di cervello perché, comunque la si voglia mettere sul rapporto tra mente e cervello, questa affermazione suona molto male.
La mente è popolata da neuroni, da pensieri o semplicemente non ha senso parlare di popolazione della mente?
Piccola osservazione marginale: il sistema nervoso enterico, in poche parole il sistema nervoso che si occupa della digestione, è anche lui composto da cento milioni di neuroni. Una sorta di secondo cervello, per usare l’espressione di Michael Gershon.
Mentre ascoltavo la conferenza, la polenta taragna mangiata a pranzo impegnava più neuroni delle parole di Caprara e Boeri.
Sul riduzionismo
Cosa è il riduzionismo?
In generale, è il ridurre, ossia il ricondurre, un evento ad altri eventi ritenuti primitivi o fondamentali.
In questa accezione generale, essere riduzionisti non significa praticamente nulla: è necessario specificare quali eventi si cerca di ridurre, ed eventualmente perché.
Per i filosofi della mente, essere riduzionisti significa voler ridurre gli eventi mentali ad altri eventi che mentali non sono, ad esempio scariche elettriche tra neuroni. Banalizzando, per un riduzionista un pensiero non è altro che un evento cerebrale.
Per un antiriduzionista, o irriducibilista, questa identificazione non è possibile: gli eventi psichici non possono esaurirsi in eventi fisici, in quanto sono qualcosa di radicalmente diverso. Sempre banalizzando, per un antiriduzionista il pensiero è qualcosa di più di un evento cerebrale, o comunque qualcosa di diverso. Continua a leggere “Sul riduzionismo”
Domande e risposte
Massimo Adinolfi riflette su quello che, sbrigativamente, potremmo chiamare riduzionismo psichico. L’inizio della sua riflessione è un anonimo commento:
Ho sete, e ho davanti a me una Sprite e una Pepsi. Ci penso un attimo, allungo la mano e prendo la Pepsi. A che punto ho scelto? Mi pare: in un qualche istante tra il problema di decisione che mi sono posto e il gesto di prendere la Pepsi e lasciare la Sprite nel frigo.
Chiama questo istante “t”. Che è successo nell’istante “t”? Direi: si e’ verificato un certo evento fisico x nel mio cervello. Perché non dovrei dire che l’evento è x la mia scelta? Che *cosa* è la mia scelta, senno’?
Mente, Cervello e Linguaggio
Come Searle ha ricordato recentemente, se nella seconda metà del secolo scorso la filosofia della mente ha preso il posto della filosofia del linguaggio nel ruolo di “filosofia prima”, è perché la maggior parte dei filosofi ha riconosciuto che la filosofia del linguaggio era solo una parte della filosofia della mente.
Così Maurizio Ferraris nel già ricordato discorso per il conferimento a Searle del premio “Mente e Cervello”. Continua a leggere “Mente, Cervello e Linguaggio”
Dire la verità
Comunicare significa condividere informazioni, legare o costruire insieme conoscenze.
Questa bellissima attività, alla quale l’uomo dedica una buona parte della propria esistenza, avviene esclusivamente attraverso il linguaggio. È tuttavia un errore concludere che il linguaggio serva principalmente o esclusivamente per comunicare, sono molti i fenomeni linguistici poco o per nulla comunicativi: per dirla in poche parole, dal momento che non solo i matti parlano da soli, il linguaggio non serve solo a comunicare.
Se la sua funzione essenziale non è comunicare, a cosa serve il linguaggio?
Una prima e poco soddisfacente risposta è: non serve a nulla, non ha uno scopo preciso. Si tratta semplicemente di un accidente, è il frutto del caso o dell’evoluzione: le ciliegie sono rosse, i cani scodinzolano e l’uomo parla. Continua a leggere “Dire la verità”