Tra poco più di una settimana si terrà, nel Regno Unito, una singolare protesta contro l’omeopatia: alcune persone (“più di trecento”, dichiarano gli organizzatori) ingurgiteranno una massiccia dose di farmaci omeopatici, dimostrando così la loro inutilità.
Come verifica è perfettamente inutile: l’assenza di effetti collaterali è uno dei cavalli di battaglia dell’omeopatia, e il test dell’overdose non verrebbe superato dalla vitamina C, i cui effetti per prevenire lo scorbuto non sono certo un placebo.
Da un punto di vista retorico e politico la protesta potrebbe funzionare. Ma qui, appunto, si passa dalla scienza alla politica, e si possono muovere molte obiezioni, dal rapporto costi benefici di una simile iniziativa all’atteggiamento paternalistico di chi interferisce, a fin di bene, sulle scelte mediche (o pseudo-mediche) degli altri.
Sul rapporto costi benefici: credo che puntare sulla comprensione del metodo scientifico avrebbe effetti forse meno immediati, ma più duraturi e riguardanti anche altri aspetti delle umane superstizioni, ad esempio gli oroscopi (la mia, ovviamente, è una opinione da non esperto in strategie di comunicazione).
Sul paternalismo: ammesso che vi sia davvero un atteggiamento paternalista, non mi sembra grave, dal momento che ci si limita a sensibilizzare l’opinione pubblica, non a imporre con divieti il ricorso all’omeopatia.
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