Naturalmente famiglia

La Convenzione [ONU sui diritti dell’infanzia], nel preambolo, indica la famiglia “quale ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli”. Ebbene, è proprio la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, l’aiuto più grande che si possa offrire ai bambini.

Così Benedetto XVI ai partecipanti alla XIX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
L’aiuto più grande per un bambino è una famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. È l’ambiente naturale, qualsiasi cosa il termine naturale, qui, voglia dire. L’uomo è un animale naturalmente culturale: contrapporre natura e cultura non ha molto senso. Non ha quindi molto senso neppure l’accostamento tra le parole del papa e la notizia nella quale mi sono imbattuto oggi:

Una coppia di albatros femmine, hanno fatto schiudere con successo un uovo nella colonia neozelandese del Royal Albatross Centre.
Il padre appartiene alla colonia degli albatros reali, ma non si sa esattamante chi sia.
Certamente ora le due mamme si prenderanno cura del loro pulcino.
Lyndon Perriman del Dipartimento di conservazione della Nuova Zelanda, ha detto che per i prossimi sei mesi i genitori si alterneranno, scambiandosi i ruoli ogni due giorni: uno proteggerà il figlio dai predatori, mentre l’altro andrà a cacciare in mare.

Non è detto che quello che accade agli albatros abbia una qualche importanza per “l’ambiente naturale per la crescita e il benessere” degli esseri umani. Certo è interessante pensare che, forse, come uomini potremmo avere più possibilità di quelle di cui dispongono gli albatros.

Paternalista per procura

Le mie conoscenze del mondo dello sport sono quasi nulle. Le mie conoscenze di quello che, secondo alcuni, non è neppur e uno sport, sono persino inferiori. Fino a pochi minuti fa non avevo mai sentito nominare Nelson Piquet, e adesso scopro che è un pilota di formula uno e che ha litigato con Flavio Briatore, il manager della sua (vecchia?) scuderia. Continua a leggere “Paternalista per procura”

Se c’è qualcosa che mi spaventa

Le uniche condizioni necessarie per essere genitori e per creare una famiglia sono amare e coccolare i bambini tutto il resto è secondario, nonostante quanto dica il Moige di turno o le gerarchie clericali. E noi siamo una famiglia a tutti gli effetti. Se c’è qualcoa che mi spaventa è la società, non le domande dei miei figli.

Testimonianza di Francesco, insieme ad Arthur padre di Violetta e Niccolò. Testimonianza raccolta da Chiala Lalli in Buoni genitori, Il Saggiatore 2009.

A volte mi dico che sono fortunato ad essere eterosessuale, perché se fossi stato omosessuale la vita sarebbe stata molto più dura. Mi piacerebbe vivere in un mondo dove un pensiero simile è privo di senso.

Già, perché?

Barbara pone una domanda alla quale non sono in grado di rispondere:

Voglio un motivo. Uno. Però che sia serio, fondato, incontrovertibile e non contestabile. Voglio uno straccio di motivo per cui io non posso avere una vita normale.

La vita normale si riferisce al fatto che Barbara non può sposarsi con la sua compagna Anna.
Perché due persone dello stesso sesso non possono sposarsi? Perché?

Da notare che neppure Ignazio Marino, il candidato alla segretria del PD più volte criticato per le sue posizioni su questi temi, sembra volere (o potere) concedere a Barbara una vita normale. Dal programma di Marino:

Approvare una legge sulle unioni civili, sull’esempio delle civil partnership britanniche.

Approvare una legge sull’omofobia.

Da notare che secondi alcuni Marino non ha alcuna chance di vittoria: troppo estremo.

Non ne ho trovata nessuna

In quale categoria di reati dovremmo inserire queste deviazioni dell’appetito sessuale, classificate come contro natura? Nel caso in cui non siano pubbliche, non le is potrebbe considerare in altro modo, se non riconducendole ai reati contro se stessi. Per anni mi sono tormentato nel tentativo di cercare una ragione sufficiente a giustificare la severità con cui simili reati vengono puniti ai nostri giorni da tutte le nazioni europee: ma in base al principio di utilità, non ne ho trovata nessuna.

Jeremy Bentham, Reati contro se stessi: la pederastia, 1785 (in Jeremy Bentham, Difesa dell’omosessualità, il melangolo, 2009, p. 15)

Volessi scrivere un testo sull’omosessualità, mi ritroverei in serio imbarazzo: l’aspetto centrale della faccenda è già analizzato in questo libro scritto oltre due secoli fa.1
Certo, Bentham mostra alcuni segni dell’età (si riferisce all’omosessualità con termini spregiativi come deviazione, infamia, eccetera), ma il succo giuridico e morale c’è tutto, e magnificamente espresso: «la punizione [dell’omosessualità] non può essere giustificata in base alla capacità di nuocere ma in base all’antipatia» (pp. 57-58). Punto.

  1. Senza nulla togliere a chi ha recentemente, e ottimamente, scritto sull’argomento.Le nozze di Sodoma []

Il testo della proposta di dichiarazione ONU contro la discriminazione degli omosessuali

Ecco il testo della proposta francese di dichiarazione ONU contro la discriminazione degli omosessuali:

1. Noi riaffermiamo il principio dell’universalità dei diritti umani, come proclamato sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo il cui 60esimo anniversario è stato celebrato quest’anno, in cui Articolo 1 afferma che “tutti gli esseri umani sono nati liberi e uguali in dignità e diritti”;

2. Noi riaffermiamo che ognuno ha diritto a godere dei diritti umani senza distinzione di alcun tipo, come di razza, colore, sesso, lingua e religione, politica o altro tipo d’opinione, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita o altra condizione, come specificato sull’Articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e sull’Articolo 2 dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili, Politici, Economici, Sociali e Culturali, così come nell’articolo 26 dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici;

3. Noi riaffermiamo il principio di non-discriminazione, il quale richiede che i diritti umani siano applicati in modo eguale a ciascun essere umano senza distinzione di orientamento sessuale e identità di genere;

4. Noi siamo profondamente preoccupati dalle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere;

5. Siamo anche disturbati dal fatto che violenza, angherie, discriminazione, esclusione, stigmatizzazione e pregiudizio siano diretti contro persone in tutti i paesi del mondo a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, e che queste pratiche minino l’integrità e la dignità delle persone soggette a questi abusi;

6. Noi condanniamo le violazioni dei diritti umani basati sull’orientamento sessuale o l’identità di genere dovunque esse avvengano, in particolare il ricorso alla pena di morte, a esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, alla pratica della tortura o altri trattamenti e punizioni crudeli, inumani e degradanti, all’arresto o detenzione arbitrarie e alla privazione di diritti economici, sociali e culturali, tra cui il diritto alla salute;

7. Noi ricordiamo la dichiarazione presentata da cinquantaquattro paesi nel 2006, prima del Consiglio sui Diritti Umani, che chiedeva al Presidente del Consiglio di discutere di queste violazioni in un’appropriata futura sessione del Consiglio;

8. Noi raccomandiamo che sia posta attenzione a questi temi mediante procedure speciali e trattati del Consiglio per i Diritti Umani e incoraggiamo a continuare a integrare considerazioni sulle violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale o l’identità di genere, nell’ambito dei loro rilevanti mandati;

9. Noi accogliamo l’adozione della Risoluzione AG/RES. 2435 (XXXVIII-O/08) su “Diritti Umani, Orientamento Sessuale e Identità di Genere” da parte dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani durante la sua 38esima sessione tenutasi il 3 giugno 2008;

10. Noi invitiamo tutti gli Stati e gli organismi internazionali rilevanti a impegnarsi a promuovere e proteggere i diritti umani per ogni persona, senza distinzione di orientamento sessuale e identità di genere;

11. Noi incoraggiamo gli Stati a prendere tutte le misure necessarie, in particolare legislative o amministrative, per assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non siano in nessun caso alla base di pene criminali, in particolare esecuzioni, arresti o detenzione;

12. Noi incoraggiamo gli Stati a garantire che le violazioni dei Diritti Umani basate sull’orientamento sessuale o l’identità di genere siano soggette a indagine e i perpretanti siano ritenuti responsabili e assicurati alla giustizia;

13. Noi incoraggiamo gli Stati ad assicurare adeguata protezione ai difensori dei diritti umani e a rimuovere gli ostacoli che impediscono loro di svolgere il proprio lavoro su temi di diritti umani, orientamento sessuale e identità di genere.

Traduzione in italiano di Renzo e Lucia del testo in inglese pubblicato da Bioetica e da Perdukistan.

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Questo matrimonio s’ha da fare

Questo fine settimana ho avuto il piacere di partecipare a un matrimonio alquanto particolare e, purtroppo, privo di qualsiasi valore legale. I coniugi erano infatti due donne, ed è stato strano alzare i bicchieri e dedicare il brindisi “alle spose“, invece che “agli sposi”.

Assistere personalmente a un simile evento mi ha convinto: non ha senso impedire a due persone dello stesso di sposarsi. Posso capire la ritrosia nei confronti delle adozioni alle coppie omosessuali, ma il divieto di matrimonio mi risulta incomprensibile.

Segnalo con piacere l’iniziativa dell’associazione radicale Certi Diritti:

Stiamo organizzando un’importante azione che avrà luogo contemporaneamente in varie città italiane nella settimana che precede il gay pride di Bologna del prossimo 28 giugno.

Vogliamo supportare quante più coppie omosessuali che desiderano richiedere al loro comune la “pubblicazione degli atti”, il passaggio che precede, secondo la legge, la celebrazione del matrimonio.

Obiettivo è innescare i conseguenti atti amministrativi per impugnarli in giudizio, con la collaborazione degli avvocati della Rete Lenford.

L’imperativo categorico di Volontè

È stato facile ironizzare sulle affermazioni di Volontè al Meeting di CL.
Tuttavia il suo argomento (in una società con 40 milioni di omosessuali non nascerebbero più bambini), per quanto surreale possa apparire, non è del tutto infondato e ricorda vagamente l’imperativo categorico di Kant nella sua formulazione generale:

Agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che diventi una legge universale.

Non so se Volontè avesse effettivamente in mente Kant quando ha sparato la sua illuminata critica ai PACS. Ad ogni modo, la nobiltà del riferimento serve a poco: l’omosessualità non è una massima morale, e pertanto non è possibile applicare l’imperativo categorico. Continua a leggere “L’imperativo categorico di Volontè”