Pensare ad un libro è cosa radicalmente diversa da prenderlo in mano e iniziare a sfogliarlo. Nel primo caso si ha a che fare con un pensiero, una idea, nel secondo con un oggetto materiale, fisico.
È la differenza cartesiana tra res extensa e res cogitans, tra le cose estese nello spazio e nel tempo e le cose pensate e pensanti.
Per Cartesio vi è una etereogeneità assoluta tra i due generi di esistenze: un abisso separa i pensieri e le cose. Il problema è comprendere come questo abisso venga colmato, perché indubbiamente viene colmato: gli uomini sono anima ma anche corpo (più complicata la questione per gli animali, i quali potrebbero, sostiene Cartesio, essere solo corpo privo di anima e intelletto). Continua a leggere “Res extensa”
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Fallimento universale
Gli universali sono reali, hanno una influenza sul mondo, agiscono su di esso. Il sempre interessante Peirce dimostrava (in Che cos’è il pragmatismo) questo fatto con un semplice esempio: in camera c’è aria viziata e noi, in automatico, senza rifletterci su più di quel tanto, apriamo la finestra. La finestra viene aperta a causa della credenza, che è indubbiamente un universale, che l’aria viziata sia malsana per la salute. Continua a leggere “Fallimento universale”
Un’idea è per sempre
Il teorema di Pitagora esiste, e continuerebbe ad esistere anche se tutti i libri di geometria bruciassero e tutti i matematici perdessero la memoria: non è possibile distruggerlo, ma solo dimenticarlo.
Lo stesso non vale per gli oggetti fisici, e ancor di più per quelli sociali. Se viene bruciato un albero, questo semplicemente non c’è più, e chi sostenesse il contrario verrebbe gentilmente pregato di allontanarsi ché disturba. Un contratto continua ad esistere anche se brucia il tribunale, ma se a bruciare è l’intera città, ad esempio per un cataclisma o una rivolta, le leggi sono di fatto assenti, come purtroppo dimostrano le frequenti cronache di terremoti e ribellioni: in situazioni simili, parlare di obblighi contrattuali è perlomeno curioso. Continua a leggere “Un’idea è per sempre”
Dove bisogna leggere?
Riprendiamo l’analisi del saggio di Ferraris Dove sei? Ontologia del telefonino.
Se la prima obiezione al testualismo debole di Ferraris riguardava la mancanza di iscrizioni, la seconda prende in esame il caso opposto: più iscrizioni concomitanti e in contrasto tra loro.
Riprendendo uno degli esempi di Ferraris: che cos’è la squadra di calcio della Fiorentina? Continua a leggere “Dove bisogna leggere?”
Dov’è scritto?
Primo appunto al testualismo debole di Ferraris: non sempre vengono effettuate iscrizioni su carta o su memoria magnetica. Molte promesse e pagamenti avvengono oralmente, magari in assenza di testimoni. Dov’è l’iscrizione in questi casi?
Per Ferraris la promessa è registrata nelle cellule cerebrali dei soggetti coinvolti. La mente è una tabula, un libro in grado di accogliere iscrizioni e di conservarle per un po’ (p. 106). Quella della tabula non è solo una metafora, bensì un trascendentale. In altre parole: non è tanto il linguaggio che permette di descrivere la mente come tabula, quanto l’essere tabula della mente che permette il linguaggio e la conoscenza (p. 123). Più che una scrittura vera e propria, è una archiscrittura. Continua a leggere “Dov’è scritto?”
Testualismo debole
Ci son più cose in cielo e in terra che non sogni la tua filosofia: questo è forse il più efficace riassunto della seconda parte del saggio di Ferraris Dove sei? Ontologia del telefonino.
La filosofia è più povera del reale perché fatica a riconoscere l’esistenza e lo statuto degli oggetti sociali come promesse, obblighi, pagamenti eccetera: oggetti particolari, che non hanno una consistenza fisica precisa come sassi e automobili, ma che non sono neppure eterei come i sogni e, soprattutto, non dipendono dalla volontà. Continua a leggere “Testualismo debole”
Telenovela ontologica
L’uomo non vive nel nulla. Il mondo c’è, e questo lo si può affermare con la solida certezza della vita: sono le nostre azioni, ossia la prassi, a testimoniarlo e, se ce ne fosse bisogno, a dimostrarlo.
Il solipsista, colui che sostiene esistere veramente solo se stesso, è confutato dal semplice fatto che argomenta, sostiene e discute le sue idee: queste idee hanno senso solo se vi è un mondo che non dipende da me. Continua a leggere “Telenovela ontologica”
Questioni di peso
Le formiche, come le lucertole e i ragni, sono in grado di arrampicarsi sui muri. L’uomo no, ma tutto sommato sopravvive lo stesso.
Una formica può sollevare più del doppio della propria massa corporea. Un uomo non particolarmente allenato al massimo riesce a tenere sollevato a lungo la metà del proprio peso, ma tutto sommato sopravvive lo stesso.
Quel “sopravvive lo stesso” è una dimostrazione della tesi di Ferraris: il mondo è pieno di oggetti di taglia media, né troppo grandi né troppo piccoli.
Per le formiche, invece, il mondo è pieno di oggetti grandi, talmente grandi che hanno bisogno di poteri sovrumani per sopravvivere.
Un buon punto di partenza per una ontologia che non voglia ridurre il mondo a un sogno umano.
Scrivere per scrivere
Una delle tesi sviluppate da Ferraris in Dove sei? riguarda il rapporto tra scrittura e comunicazione.
Indubbiamente la scrittura serve a comunicare: una lettera, uno sms, un appunto lasciato al partner sul frigorifero sono indubbiamente tutte comunicazioni scritte. E tutte comunicazioni che potrebbero più o meno agevolmente avvenire oralmente: una telefonata, un messaggio sulla segreteria telefonica. Continua a leggere “Scrivere per scrivere”
Ontologia in movimento
Maurizio Ferraris; Dove sei? Ontologia del telefonino; Milano, Bompiani, 2005
Il titolo dell’ultimo lavoro di Maurizio Ferraris è parziale: non si tratta soltanto di una ontologia del telefonino ma anche, e soprattutto, una ontologia a partire dal telefonino.
L’ontologia si occupa di ordinare e descrivere tutto quello che c’è o, per usare un linguaggio più filosofico, che esiste.
Iniziamo dalla prima questione: che tipo di oggetto è il telefonino? L’intuizione di Ferraris, debitore in questo a Derrida, è che il telefonino non è una semplice estensione del telefono, non è uno strumento legato esclusivamente alla dimensione orale: il telefonino è essenzialmente una macchina da scrivere. Continua a leggere “Ontologia in movimento”