Ho ripreso in mano Contro il metodo di Paul Feyerabend.
L’avevo letto anni fa, prima ancora di laurearmi, e mi sembrava interessate riconfrontarmi, adesso, con la sua teoria anarchica della conoscenza scientifica.
Questa rilettura, iniziata pochi minuti fa, mi ha già riservato – alla conclusione dell’introduzione – una piccola sorpresa:
[…] Cominceremo il nostro discorso presentando le grandi linee di una metodologia anarchica e di una corrispondente scienza anarchica. Non c’è motivo di temere che l’assenza di considerazione per la legge e per l’ordine nella scienza e nella società che caratterizza un anarchismo di questo ebete possa condurre al caos. […] Potrà venire ovviamente un tempo in cui sarà necessario concedere alla ragione un temporaneo vantaggio e in cui sarà saggio difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa. Non penso però che noi viviamo già oggi in un tale tempo.
Contro il metodo è del 1975. Sono passati quasi quaranta anni.
Vedendo un po’ come se la passa la scienza – dal “è un prodotto naturale, non fa male” al “se dai testate contro il muro non ti viene il cancro, ma la medicina ufficiale lo nasconde per venderti la chemio” –, forse è arrivato il tempo in cui anche un anarchico come Feyerabend si metterebbe a “difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa”.