Gli italiani rapiscono i bambini

Donata Bonometti, su Il secolo XIX («Bimba rom “rapita” dalla giustizia italiana», 21 luglio 2008) racconta la storia di una bambina rom di un anno e mezzo (un anno e mezzo!) sottratta alla madre in quanto il padre è stato (giustamente) arrestato per spaccio.
La madre non solo non può vedere la figlia, fatto di per sé già grave, non essendo accusata di nulla, ma non può neppure sapere dove sia la piccola: affidata a una famiglia? ospitata in una qualche struttura?
Come nota l’avvocato Enrico Bet «Certo è che per interrompere i rapporti fra genitori e figli devono essersi consumati atti gravissimi di abbandono morale e materiale. E per quel che riguarda la madre non mi risulta sussistano.»

Sicuramente i giudici che hanno deciso tutto questo avranno i loro buoni motivi, e spero che comunichino presto quali siano, questi motivi, perché a uno potrebbe venire il dubbio che, per la giustizia italiana, l’origine della famiglia sia motivo sufficiente per stabilire l’esistenza di questi atti gravissimi di abbandono morale e materiale.

Vicini rumorosi

Non sono molte le manifestazioni che occupano quello che, con nome altisonante, viene chiamato ex-foro: la Fiera dell’agricoltura, la Festa dell’Unità (adesso Festa del Partito Democratico) e, da qualche anno, il Ramadan e la Festa della lega.

La finestra della mia camera da letto si affaccia proprio verso l’ex-foro e, con la parziale eccezione della Festa dell’Unità (si svolge in agosto, quando siamo via), posso giudicare con buona oggettività il disturbo arrecato dalle varie manifestazioni.

La più molesta è sicuramente la Festa della lega: traffico, schiamazzi, musica ad alto volume, cori animaleschi per la presenza di qualche politico di livello nazionale (accolto con “Padania libera! Padania libera!”) e la terribile conclusione intorno a mezzanotte con il Va’ pensiero di Giuseppe Verdi (arrangiamento per pianola e voci stonate).
I più tranquilli sono i musulmani per il ramadan: giusto qualche preghiera a voce alta.

Vuoto a rendere

Il senatore Gaetano Quagliariello ha presentato una mozione per denunciare la grave invasione di campo che i giudici della Corte d’Appello di Milano avrebbero commesso a proposito del caso Eluana Englaro.
Al di là del contenuto della sentenza, che stabilisce la sospensione dei trattamenti di alimentazione e idratazione artificiali, i giudici avrebbero invaso la «sfera di poteri attribuiti costituzionalmente agli organi del potere legislativo». Continua a leggere “Vuoto a rendere”

Rivalutare l’astensione

Apprendo da Psicocafè che il luogo in cui si vota può influenzare le scelte del votante, se questo non ha idee chiare sull’argomento. In poche parole, «l’ambiente intorno a noi è pieno di “suggerimenti impliciti”  che possono orientare il nostro comportamento».

Tenendo soprattutto presente che in alcune nazioni esiste il voto per corrispondenza, e quindi l’ambiente di voto è terribilmente permeabile e poco controllabile, proporrei di dare ai votanti una ulteriore possibilità di voto: “indifferente” o “nessuna idea”. Così, giusto per evitare che una persona contribuisca alla vittoria di un partito semplicemente perché le pareti sono state dipinte di azzurro e c’è una bandiera italiana in fondo al corridoio…

Le risposte della filosofia

Dieci domande a dieci grandi pensatori: così The Philosopher’s Magazine ha deciso di festeggiare i dieci anni di attività.
Sul blog sono riportate le risposte a una delle dieci domande: “Has philosophy responded adequately to the big events and debates of the last decade, such as climate change and the post-9/11 world?” (La filosofia ha risposta adeguatamente ai grandi eventi e dibattiti degli ultimi dieci anni, come i cambiamenti climatici e l’11 settembre?). Continua a leggere “Le risposte della filosofia”

Questo matrimonio s’ha da fare

Questo fine settimana ho avuto il piacere di partecipare a un matrimonio alquanto particolare e, purtroppo, privo di qualsiasi valore legale. I coniugi erano infatti due donne, ed è stato strano alzare i bicchieri e dedicare il brindisi “alle spose“, invece che “agli sposi”.

Assistere personalmente a un simile evento mi ha convinto: non ha senso impedire a due persone dello stesso di sposarsi. Posso capire la ritrosia nei confronti delle adozioni alle coppie omosessuali, ma il divieto di matrimonio mi risulta incomprensibile.

Segnalo con piacere l’iniziativa dell’associazione radicale Certi Diritti:

Stiamo organizzando un’importante azione che avrà luogo contemporaneamente in varie città italiane nella settimana che precede il gay pride di Bologna del prossimo 28 giugno.

Vogliamo supportare quante più coppie omosessuali che desiderano richiedere al loro comune la “pubblicazione degli atti”, il passaggio che precede, secondo la legge, la celebrazione del matrimonio.

Obiettivo è innescare i conseguenti atti amministrativi per impugnarli in giudizio, con la collaborazione degli avvocati della Rete Lenford.

Il mio primo Gay Pride

L’11 agosto dell’anno scorso mi trovavo a Tallinn, in Estonia.
Intorno alle tre del pomeriggio, mentre io e mia moglie cercavamo la via più breve per raggiungere la cattedrale ortodossa Alexander Nevsky, ci imbattemmo in un imponente schieramento di forze dell’ordine: una cinquantina di agenti sfilavano, in tutta calma, lungo le vie del centro storico. A poca distanza, un allegro e festoso corteo che, dopo alcuni minuti, capimmo essere il Gay Pride locale.
Esaurito il lungo corteo dell’orgoglio omosessuale, sentimmo alcuni fischi. Incuriositi, trovammo lo sparuto corteo del no-pride, con tanto di sito internet (nopride.ee, non più attivo, al contrario degli omonimi nopride.lv e nopride.lt) e logo (da notare la finezza con la quale il grafico è riuscito a mettere in evidenza il sesso delle due persone). Continua a leggere “Il mio primo Gay Pride”

Bruciar bandiere

Alpha: Perché quella faccia corrucciata?

Beta: Sto leggendo il giornale. Denunciati tre ragazzi per aver bruciato la bandiera di Israele durante un corteo.

Alphalegge anche lui l’articolo: Curioso: qui si dice che i tre ragazzi hanno tra i 25 e i 30 anni.

Beta: Fa vedere? È vero, non ci avevo fatto caso. È la nostra età, però io non mi sento un ragazzo.

Alpha: Sai, alcuni sono giovani dentro. Tu evidentemente sei vecchio dentro.

Beta: Se sono vecchio, dovrei anche essere saggio, e come saggio…

Alphalo interrompe: Guarda che non è detto che la vecchiaia porti saggezza. A volte rimbecillisce soltanto. Continua a leggere “Bruciar bandiere”

20 maggio 1867

Ma alla fine, verrà detto, le donne non subiranno nessun inconveniente pratico, in quanto donne, per il fatto di non avere diritto di voto. Gli interessi delle donne sono al sicuro, infatti, nelle mani dei loro padri, mariti, e fratelli che hanno i loro stessi interessi, e non solo sanno molto meglio ciò che è bene per loro, ma hanno a cuore molto più di loro ciò che sta a cuore a loro stesse. […]
Mi piacerebbe che questa Camera disponesse di un elenco del numero delle donne che ogni anno vengono picchiate, prese a calci, o calpestate fino alla morte dai loro protettori uomini; e in un’altra colonna, mi piacerebbe che fosse elencato il numero delle sentenze emesse, in quei casi nei quali questi vili criminali non abbiano già avuto modo di darsela a gambe. E mi piacerebbe anche avere, in una terza colonna, l’ammontare esatto della proprietà la cui acquisizione illecita, nelle stessa seduta o assise, lo stesso giudice aveva ritenuto degna di una pena corrispondente. 

John Stuart Mill, Discorso alla Camera del 20 maggio 1867 (tratto da Reset n. 106, marzo-aprile 2008)

Quando inizio a leggere un testo non proprio recente, diciamo più vecchio di una quarantina d’anni, avverto un leggero disagio. Continua a leggere “20 maggio 1867”

Analfabetismo di ritorno

Giuseppe Pizza rischia di diventare il politico italiano più famoso, almeno per i canonici 15 minuti previsti da Andy Warhol. La sua lista Democrazia Cristiana, inizialmente esclusa dalle elezioni, rischia di venire riammessa, con conseguente rinvio delle votazioni.

Di tutta questa faccenda, una cosa mi colpisce: le motivazioni dell’esclusione. Dal sito del Corriere della Sera:

All’origine della disputa giudiziaria, l’utilizzo dello scudo crociato. Troppo simile a quello dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, secondo una precedente ordinanza del Tar della Campania. Il rischio di creare confusione nell’elettorato aveva portato all’esclusione dalle liste.

In poche parole, si presume che gli elettori siano sostanzialmente analfabeti: sufficientemente intelligenti per decidere quale partito votare ma non abbastanza per leggere i nomi delle liste.

La cosa triste è che potrebbero avere ragione.