Il vuoto della democrazia

La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.

Charles Bukowski, attribuito

Il cinismo di Bukowski è impressionante, tuttavia coglie un aspetto molto importante della democrazia: il voto.

Iniziamo con lo sgombrare il campo da un equivoco: il voto è condizione necessaria ma non sufficiente della democrazia. In altre parole, se non si organizzano votazioni possiamo tranquillamente affermare che non c’è democrazia, ma la presenza di votazioni non è sufficiente a farci dormire sonni tranquilli. Continua a leggere “Il vuoto della democrazia”

Piccola osservazione marginale sulla caduta del governo Prodi

Non mi piace scrivere di politica, per quanto secondo alcuni ne sarei portato.
Sulla recente crisi del governo Prodi, mi limito ad una piccola osservazione: l’Italia è una repubblica parlamentare. In poche parole:

Il parlamento è l’unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare, in quanto tale elegge in modalità differenti sia il governo che il presidente.

Il parlamento si rapporta con il governo tramite il voto di fiducia, in questo modo esso ha perennemente il controllo sull’agire dell’esecutivo con la possibilità di revocarlo e nominarne un altro.

Sarebbe opportuno dare anche solo una veloce lettura alla voce Repubblica parlamentare su Wikipedia prima di scrivere, come qualcuno ha già fatto, fesserie del tipo «o si indicono nuove elezioni oppure c’è il colpo di stato e la conseguente dittatura».
Il dibattito, che secondo me è l’essenza della politica, ne gioverebbe e si potrebbe tranquillamente discutere sull’opportunità di indire nuove votazioni, nominare un nuovo governo mantenendo il parlamento attuale o cambiare costituzione.

Ultima nota: se una persona che non nasconde la propria ostilità al governo Prodi biasima le «urla, [il] tifo [e gli] insulti» che hanno trasformato «il Senato della Repubblica in uno stadio della domenica», qualcosa vorrà dire.

Rimborsi

Nello scompartimento di un treno, un passeggero legge il giornale, mentre l’altro guarda distratto il paesaggio.

Primo passeggero: Questa notizia è davvero curiosa.

Secondo passeggero: Come scusi?

Primo passeggero: Dicevo che questa notizia è davvero curiosa!

Secondo passeggerotornando a guardare il paesaggio: Il mondo è pieno di notizie curiose.

Primo passeggero: Non lo metto in dubbio. Ma questa è davvero curiosa.

Secondo passeggero: Purtroppo non ho comprato il giornale, e quindi non ho modo di apprezzare le meraviglie della cronaca.

Primo passeggero: Se il problema è solo questo, le leggo io la notizia.

Raiuno e Raidue multate per 100 mila euro dall’Agcom per danni alla Rosa nel Pugno. A darne notizia è Marco Beltrandi (Rnp), membro della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, che, in una nota, afferma che “appena un paio di giorni fa, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazione ci ha inviato una copia conforme della delibera n.166/06/CSP del 22 novembre 2006, con la quale Agcom ha condannato la Rai per non aver ottemperato alla sua precedente delibera n. 95/06/CSP del 24 maggio 2006 che, in piena campagna per le elezioni amministrative 2006, aveva riconosciuto un danno arrecato alla Rosa nel Pugno, in particolare dal Tg1 e dal Tg2, e aveva ordinato una riparazione entro la fine della campagna elettorale”. La riparazione, spiega Beltrandi, “non era avvenuta, e pertanto il 2 giugno 2006 era stata presentata una nota denunciante l’inottemperanza della delibera. Con alcuni mesi di ritardo, l’Agcom ha riconosciuto l’inottemperanza, adducendo inoppugnabili argomentazioni di fatto e di diritto, e ha condannato la Rai Spa a pagare una sanziona amministrativa di 100 mila euro”. Si tratta, conclude l’esponente della Rosa nel Pugno, di una “decisione esemplare, per quanto tardiva, che certamente non sana il danno arrecato alla Rosa nel Pugno, ma che segnala concretamente la volontà di Agcom di far eseguire le proprie delibere, mentre si valuterà in sede civile eventuali risarcimenti del danno arrecato”.

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Chiesa molto postconciliare

Camillo Ruini (foto Keystone)Gian Enrico Rusconi, professore di Scienza Politica a Torino, è stato intervistato da Erminio Ferrari per il quotidiano svizzero laRegioneTicino di sabato 10 febbraio 2007.

Il titolo del lungo servizio dedicato al dibattito sui Pacs è Vaticano, Italia. Due foto occupano la pagina: la prima è, ovviamente, piazza San Pietro gremita di persone; la seconda ritrae Camillo Ruini. Questa seconda foto è notevole: sullo sfondo Cristo che legge un (il?) libro e con la mano destra indica il cielo; in primo piano Ruini che compie un gesto simile. Simile, ma non uguale: l’indice di Ruini non è rivolto al cielo, ma ad un invisibile interlocutore, forse al fotografo.
La scena ricorda vagamente La scuola di Atene di Raffaello: Platone che indica il cielo mentre Aristotele, quasi a rispondergli, ha la mano rivolta verso la terra. Come a dire: va bene il cielo, ma le risposte sono anche qui in terra. Ruini, però, non ha la mano aperta come Aristotele: lui indica. Come a dire: non ho bisogno di cercare in terra le risposte, perché so già tutto quello che serve. Continua a leggere “Chiesa molto postconciliare”

Tu non puoi entrare

Lascio volentieri ad altri, più esperti di me, il compito di valutare il ddl sui Pacs (o Dico, come hanno deciso di chiamarli). Io mi limito a leggere i vari articoli, soffermandomi in particolar modo su due di essi.

ARTICOLO 4 (Assistenza per malattia o ricovero)

1. Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell’altro convivente.

ARTICOLO 5 (Decisioni in materia di salute e per il caso di morte)

1. Ciascun convivente può designare l’altro quale suo rappresentante: a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti; b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.

Non sono un esperto, ma questi articoli mi rendono verosimile la seguente situazione.
Immaginiamo Luca e Andrea (non necessariamente due maschi: Andrea magari viene dalla Germania ed è una donna), stabilmente conviventi da una decina d’anni. Andrea è in ospedale, in coma e sta per morire. Luca può decidere quali cure iniziare, può decidere se donare gli organi di Andrea o meno, può decidere il tipo di cerimonia funebre. Ma potrebbe non entrare il ospedale.

Geniale.

Due curiosità

Qualcuno ha già notato come le forze politiche favorevoli alla libera circolazione delle persone siano solitamente contrarie alla libera circolazione delle merci, e viceversa.
Si tratta ovviamente di una curiosità, non necessariamente di una contraddizione: dal momento che la schiavitù è reato, le persone sono diverse dalle merci ed è pertanto comprensibile il voler applicare norme giuridiche diverse per esseri umani e capi d’abbigliamento. Bisogna comunque avere ben presente, e eventualmente essere in grado di giustificare, questa curiosa discrepanza.

Altrettanto curioso è l’atteggiamento verso la prevenzione dei crimini. Vi sono due diversi approcci al problema: in base al primo è prioritario agevolare il comportamento onesto e virtuoso; per il secondo è invece prioritario punire chi commette i reati. Usando i termini della psicologia, si potrebbe parlare di rinforzi positivi o negativi.
Le forze politiche favorevoli al rinforzo positivo per i crimini legati al mondo della finanza, come l’evasione fiscale, sono solitamente contrari al ricorso a questa pratica per quanto riguarda gli altri reati.
Anche qui non si tratta necessariamente di una contraddizione: chi evade le tasse o commette aggiotaggio, molto probabilmente, agisce per ragioni diverse da chi commette una rapina, ed è quindi lecito attuare politiche di prevenzione diverse. Rimane comunque la necessità di saper giustificare razionalmente questa differenza. Perché la politica è una attività razionale, vero?

Il buono, il brutto e il cattivo

Bioetica segnala un interessante articolo di Sam Harris sul Boston Globe: “Do We Really Need Bad Reasons To Be Good?”, “Abbiamo davvero bisogno di cattive ragioni per essere buoni”?

L’autore, laureato in filosofia ed esperto di tradizioni religione occidentali e orientali, si interroga sul legame tra religione e moralità: è davvero necessario credere in Dio per essere buoni?
La risposta è, ovviamente, negativa (sorprende che qualcuno si prenda la briga di scriverlo sui giornali, ma forse in questa sorpresa si pecca di ingenuità). Continua a leggere “Il buono, il brutto e il cattivo”

Dei delitti e delle pene

Aggiornamento del 24 ottobre 2022. Questo articolo incentrato su Cesare Beccaria gode di una certa popolarità immagino grazie alle ricerche su Google. Per i lettori interessati segnalo un’intervista, disponibile su Academia.org, che ho fatto al giurista Roy Garré in occasione dei 250 anni di Dei delitti e delle pene. Fine dell’aggiornamento.

Grazie all’amico Cantor apprendo che i servizi segreti americani, quando interrogano i probabili terroristi, utilizzano un particolare tipo di tortura chiamato waterboard.

Il Waterboard, o Waterboarding, è in realtà la versione moderna di una tecnica molto antica, talvolta indicata con l’espressione cura dell’acqua, già usata dall’inquisizione per estorcere confessioni.
L’idea di base è indurre una sensazione di annegamento senza tuttavia annegare effettivamente il torturato. Per fare ciò, gli inquisitori versavano acqua o altri liquidi direttamente nella gola dello sfortunato, tramite un imbuto. Gli agenti della CIA, invece, fanno ricorso ad un sistema leggermente più elaborato:il prigioniero viene legato, con la testa in basso, ad un piano reclinato, sul suo volto viene posto un asciugamano bagnato o un telo di plastica e vi si versa sopra dell’acqua.

I risultati sono decisamente soddisfacenti: in meno di un minuto quasi tutti decidono di confessare.

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Per la pace perpetua

Intorno alla fine del diciottesimo secolo, un oste olandese, particolarmente dotato di spirito, fece dipingere un cimitero sull’insegna della propria locanda e vi aggiunse la scritta “La pace perpetua”.
L’eco di questo esercizio di satira politica arrivò, non si sa bene come, fino a Königsberg e Kant ne scrisse un breve saggio intitolato, appunto Per la pace perpetua (Zum ewigen Frieden).

Le idee di Kant sulla pace perpetua sono abbastanza note e ampiamente commentate: affinché possa davvero esistere la pace perpetua, tutti gli stati devono essere repubblicani e devono unirsi in una lega e federazione di nazioni.
Meno note sono le idee che, sullo stesso argomento, aveva il calabrese Luigi Carnovale, autore di un testo intitolato Il nuovo vangelo, pubblicato negli anni ’20 del secolo scorso. Continua a leggere “Per la pace perpetua”

Il terrore della razionalità

L’etimologia di ragione non lascia spazio a molti dubbi: è razionale una persona che calcola, conta, valuta proporzioni.
Fingiamoci esseri razionali e calcoliamo.

Secondo il National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), nel 2005, in seguito ad incidenti stradali, some morte negli Stati Uniti d’America 43443 persone: 14,66 morti ogni 100000 abitanti.

Leggermente meglio per gli incidenti sul lavoro: secondo lo U.S. Department of Labor “solo” 4 morti ogni 100000 lavoratori, per un totale di 5702 persone rimaste uccise sul luogo di lavoro.

Più difficile stimare le morti legate al fumo, all’alcol, alle droghe in generale, all’inquinamento e ad una alimentazione malsana.
Secondo la American Cancer Society, ogni anno circa 438000 persone muoiono a causa di sigari e sigarette. L’alcol causerebbe invece circa 85000 decessi l’anno, l’inquinamento 50000. 365000 sarebbero invece i decessi riconducibili a problemi nutrizionali, legati eventualmente ad una scarsa attività fisica.
Meglio essere cauti su queste cifre e considerare, per il nostro calcolo, solamente una parte di questi decessi. Stimiamo quindi che i decessi dovuti a “stili di vita malsani” (alcol, droga, cibo malsano, fumo) siano 100000 ogni anno. Continua a leggere “Il terrore della razionalità”