Luogo: una stazione ferroviaria ticinese.
Tempo: una sera, qualche settimana prima delle elezioni cantonali.
Intorno a me, manifesti elettorali. Solo manifesti elettorali. E tutti tragicamente simili. In pratica, sono circondato da grandi mezzi busti, quasi tutti sorridenti, quasi tutti maschi.
L’eterogenea fauna pubblicitaria che di solito abita la stazione – automobili, mete esotiche di viaggi, assicurazioni, conti bancari, abbonamenti di cellulari e così via – è scomparsa; una perdita di biodiversità che neppure nei peggiori incubi di ecologisti inclini alla catastrofe. Sopravvive, in fondo, un isolato manifesto che pubblicizza gomme da masticare. Chissà se sopravviverà fino alla domenica elettorale. Continua a leggere “Manifesto surrealista”