Il pane di via e le sirene nere

Sarà che sono uno di quelli che si appassiona all’idea di calcolare il contenuto calorico del lembas, il “pane viatico” che nel ‘Signore degli anelli’ gli elfi di Lórien garantiscono essere sufficiente per un’intera giornata di attività fisica intensa, ma mi sembra naturale ragionare sugli aspetti scientifici del colore della pelle di una creatura per metà umana che vive negli abissi marini.

Il riferimento è ovviamente alle polemiche per Halle Bailey, cantante e attrice scelta per interpretare la Sirenetta nel remake in live action del film Disney che uscirà l’anno prossimo. Ma tanto le polemiche hanno poco a che fare con la plausibilità scientifica – o meglio fantascientifica, visto abbiamo a che fare con creature di fantasia – della produzione di melanina nelle sirene. Non che buttarla sulla filologia funzioni molto meglio, a meno di non voler attribuire caratteristiche di originalità e immutabilità a un film d’animazione del 1989. A malincuore penso sia quindi il caso di lasciar da parte i discorsi scientifici e discuterne dal punto di vista politico e sociale; ma la vera domanda non è perché nel 2023 una sirena ha la pelle scura, ma perché fino ad adesso la abbiamo automaticamente immaginata con la pelle chiara.

Per la cronaca, gli studenti britannici Skye Rosetti e Krisho Manaharan hanno calcolato che una pagnotta di lembas contiene circa 2600 kcal, pubblicando il risultato sul ‘Journal of Interdisciplinary Science Topics’, una rivista sulla quale gli studenti dell’Università di Leicester possono far pratica di scrittura di articoli scientifici su qualsiasi tema.
Visto che Tolkien descrive i lembas come focaccine sottilissime, abbiamo una densità energetica superiore a quella di benzina e metano: l’unica è che contengano dell’uranio, reso digeribile dalla magia elfica. 

Coronavirus, secondo me un po’ razzisti lo siamo

“Non è razzismo, al massimo ignoranza”: questo, mi pare, l’esito dell’autoanalisi collettiva riguardo alcuni atteggiamenti discriminatori nei confronti di persone orientali.

Perché c’è di mezzo una malattia infettiva, il cui (unico?) focolaio è (al momento?) in Cina, per cui sarebbe normale prudenza evitare ristoranti con specialità asiatiche, stare alla larga da persone con gli occhi a mandorla, insultare un orientale che tossisce, diffondere inviti a non fare acquisti in alcuni negozi che vendono prodotti cinesi (quelli gestiti da cinesi), recandosi invece in altri negozi che vendono prodotti cinesi (quelli gestiti da italiani).

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Non sono antirazzista, ma…

Uno si distrae un attimo e si ritrova senza parole.

Era lì. Ed era una bella parola: antirazzismo. Sì, c’era chi sosteneva che non bisogna essere “contro” ma “per” e che il vero valore era un altro – l’integrazione, il rispetto, la tolleranza, l’uguaglianza, fate voi. Ma la realtà è che l’antirazzismo marcava un limite, escludeva un concetto dallo spazio pubblico, dichiarandolo socialmente inaccettabile: non era possibile sostenere le proprie opinioni, o le proprie azioni, con l’idea che gli esseri umani siano divisi in razze con caratteristiche stabili e definite.
E questo, secondo me, era un bene. Continua a leggere “Non sono antirazzista, ma…”

Segregati

Su Wired trovo una suggestiva immagine della segregazione razziale negli Stati Uniti:1

nycnolabel
New York

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  1. Le razze umane non esistono, lo so. Però se molti si comportano come se esistessero, per descrivere il loro comportamento occorre parlare di razze e di persone bianche, afroamericane, asiatiche eccetera. []

Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo

Grazie a rosalux trovo un simpatico articolo, dedicato all’attuale crisi economica, significativamente intitolato Il progetto ebraico:

Perché ci si trova oggi a dover precisare l’identità ebraica dei manipolatori della finanza mondiale? Perché esiste appunto una “visione del mondo” che li guida, un progetto di vita sul quale si fondano i dogmi che tutti noi, non ebrei, siamo stati obbligati a condividere dalla fine della seconda guerra mondiale: il primato dell’Economia nella struttura della società, il Mercato come massimo e quasi unico valore (non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo).

Marx era ebreo, d’accordo, ma era anche comunista: passi il primato dell’economia nella struttura della società, ma il mercato come unico valore in quale edizione del Manifesto del partito comunista l’ha trovato? Continua a leggere “Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo”

Lei è ebreo?

Stavo cercando del materiale sulle leggi razziali italiane e, nella pagina dei risultati di google, uno dei link sponsorizzati ha attirato la mia attenzione:

Ebrei: Lei é ebreo?
L’analisi genetica delle origini indica se avete radici ebree.

La società che ha pagato l’inserzione propone test genetici per circa 200 € (i maschietti pagano più delle femminucce) in grado di scoprire se si possiede lo “aplotipo modale Cohen”, a quanto pare forte indizio di origini ebraiche. Continua a leggere “Lei è ebreo?”

Il presidente nero che farà male ai neri

Mark Tardiff, membro del Pontificio Istituto Missioni Estere, non è molto contento della vittoria di Barack Obama.
Come spiega in una lettera ad AsiaNews, Obama è un sostenitore dell’aborto:

Il neo-eletto presidente Obama è da tempo impegnato con forza non solo a preservare, ma anche estendere l’attuale regime in tema di aborto che domina negli Stati Uniti. Quando era senatore dell’Illinois, egli si è opposto a misure che avrebbero reso obbligatorie cure mediche per bambini sopravvissuti all’aborto e riusciti a nascere vivi. Il suo ragionamento era che una legge simile avrebbe potuto mettere in questione la mancanza di diritti dei non nati.

Per Tardiff l’embrione è già una persona e l’aborto, quindi, è un omicidio: partendo da queste premesse, che qui non mi interessa discutere, è ovvio che non si possa gioire per l’elezione di Obama. Continua a leggere “Il presidente nero che farà male ai neri”

Ma Obama è davvero afroamericano?

Il padre di Barack Obama, Barack Obama Sr., è nato in Kenia, mentre la madre, Ann Dunham, è nata in Kansas.

Per quello che queste espressioni possono significare, Obama è per metà bianco e per metà nero. Un mulatto, se vogliamo. Eppure per tutti il neo-presidente degli Stati Uniti è nero.

Evidentemente per tutti il nero vince sul bianco: il primo è un carattere dominante, il secondo recessivo. O, se preferiamo, il bianco è un carattere puro, che non può mischiarsi, mentre il nero è impuro, e tollera promiscuità.

Sono contento per la vittoria di Barack Obama: credo sia un segno del superamento di vecchi pregiudizi; non indica, purtroppo, la fine del concetto di razza, che continua a sopravvivere nonostante la sempre più evidente insensatezza.

Razzismo sperimentale

Le prime domande del questionario sulle intuizioni filosofiche hanno lo scopo di raccogliere “some information about your background”: informazioni generali sul contesto, come l’età e il sesso.

Le prime domande sono:
Quale è il tuo sesso? (What is your gender?)
Quale è la tua età? (What is your age?)
Quale è la tua razza o gruppo etnico? (What is your race or ethnicity?)
Quale tra le seguenti risposte descrive meglio le tue preferenze religiose? (Which of the following best captures your religious preference (if any)?) Continua a leggere “Razzismo sperimentale”

Un problema di identità

La difesa della razzaIl 6 ottobre 1938 il Gran Consiglio del Fascismo vota la Dichiarazione sulla razza.

Un aspetto interessante di questa dichiarazione è l’appartenenza alla razza ebraica:

Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l’appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue:

  • è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
  • è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
  • è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
  • non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.

La definizione fa acqua da tutte le parti: il figlio di padre ebreo e madre tedesca è ebreo, mentre il figlio di padre ebreo e madre italiana no, purché si sia ricordato di andare a messa il 1º ottobre. Non è chiaro cosa sia il figlio di madre ebrea e padre tedesco.

Sarà vero che, come recita il primo punto del Manifesto della razza, «le razze umane esistono», però si tratta di una esistenza decisamente curiosa, se basta una messa per cambiare le cose.

Conviene ricordare anche queste curiose torsioni logiche, perché una logica così bizantina, che oggi può quasi far sorridere, è stata alla base di orrori indicibili.