Sarà che sono uno di quelli che si appassiona all’idea di calcolare il contenuto calorico del lembas, il “pane viatico” che nel ‘Signore degli anelli’ gli elfi di Lórien garantiscono essere sufficiente per un’intera giornata di attività fisica intensa, ma mi sembra naturale ragionare sugli aspetti scientifici del colore della pelle di una creatura per metà umana che vive negli abissi marini.
Il riferimento è ovviamente alle polemiche per Halle Bailey, cantante e attrice scelta per interpretare la Sirenetta nel remake in live action del film Disney che uscirà l’anno prossimo. Ma tanto le polemiche hanno poco a che fare con la plausibilità scientifica – o meglio fantascientifica, visto abbiamo a che fare con creature di fantasia – della produzione di melanina nelle sirene. Non che buttarla sulla filologia funzioni molto meglio, a meno di non voler attribuire caratteristiche di originalità e immutabilità a un film d’animazione del 1989. A malincuore penso sia quindi il caso di lasciar da parte i discorsi scientifici e discuterne dal punto di vista politico e sociale; ma la vera domanda non è perché nel 2023 una sirena ha la pelle scura, ma perché fino ad adesso la abbiamo automaticamente immaginata con la pelle chiara.
Per la cronaca, gli studenti britannici Skye Rosetti e Krisho Manaharan hanno calcolato che una pagnotta di lembas contiene circa 2600 kcal, pubblicando il risultato sul ‘Journal of Interdisciplinary Science Topics’, una rivista sulla quale gli studenti dell’Università di Leicester possono far pratica di scrittura di articoli scientifici su qualsiasi tema.
Visto che Tolkien descrive i lembas come focaccine sottilissime, abbiamo una densità energetica superiore a quella di benzina e metano: l’unica è che contengano dell’uranio, reso digeribile dalla magia elfica.