Non mi piace scrivere di politica, per quanto secondo alcuni ne sarei portato.
Sulla recente crisi del governo Prodi, mi limito ad una piccola osservazione: l’Italia è una repubblica parlamentare. In poche parole:
Il parlamento è l’unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare, in quanto tale elegge in modalità differenti sia il governo che il presidente.
Il parlamento si rapporta con il governo tramite il voto di fiducia, in questo modo esso ha perennemente il controllo sull’agire dell’esecutivo con la possibilità di revocarlo e nominarne un altro.
Sarebbe opportuno dare anche solo una veloce lettura alla voce Repubblica parlamentare su Wikipedia prima di scrivere, come qualcuno ha già fatto, fesserie del tipo «o si indicono nuove elezioni oppure c’è il colpo di stato e la conseguente dittatura».
Il dibattito, che secondo me è l’essenza della politica, ne gioverebbe e si potrebbe tranquillamente discutere sull’opportunità di indire nuove votazioni, nominare un nuovo governo mantenendo il parlamento attuale o cambiare costituzione.
Ultima nota: se una persona che non nasconde la propria ostilità al governo Prodi biasima le «urla, [il] tifo [e gli] insulti» che hanno trasformato «il Senato della Repubblica in uno stadio della domenica», qualcosa vorrà dire.