Un clandestino esiste unicamente e semplicemente come essere umano, non come cittadino. Così, in parte, è già; così, temo, sarà sempre di più in futuro. Il clandestino non ha vita sociale – non nel senso che non ha amici, ma nel senso che non è parte della società, non ha documenti che attestino la sua esistenza sociale e giuridica.
Può lavorare, ma non può avere un contratto. Può ricevere soldi, ma non può avere un salario. E se non viene pagato, può lamentarsi, ma non può denunciare il datore di lavoro. Il clandestino può essere picchiato, perché non può fare causa per aggressione. Non può essere ucciso, perché l’omicidio di un clandestino è sempre un omicidio, ma se riesci a nascondere l’accaduto hai buone possibilità di cavartela, dal momento che difficilmente ci saranno indagini (chi denuncerà la scomparsa del clandestino?).
Vista la situazione, la schiavitù costituirebbe un miglioramento, non un peggioramento della situazione per questi esseri umani. Continua a leggere “Modesta proposta per la reintroduzione della schiavitù”