Riflessioni marziane

Curiosity è arrivata1 su Marte. Dopo un viaggio di non so quanti chilometri e una discesa da brivido nell’atmosfera marziana. E dopo un investimento di, credo, circa tre miliardi di dollari.
Da quel che leggo in giro, in molti si chiedono se non era più giusto spendere diversamente quei soldi. Io ad esempio sto viaggiando da Milano a Lugano su un treno sostitutivo – più lento, più sporco e più piccolo: l’unica cosa rimasta uguale è il costo del biglietto – perché il Cisalpino si è rotto. E poi c’è la crisi economica, lavoratori che non arrivano alla fine del mese e disoccupati i cui problemi iniziano il primo del mese. E poi ci sono quelli che gli effetti della crisi non la sentono, semplicemente perché sono già morti di malattie tutto sommato curabili, se queste persone avessero accesso a strutture sanitarie anche solo vagamente decenti. Continua a leggere “Riflessioni marziane”

  1. O arrivato? È una sonda, un laboratorio o un robot? []

Monologo del bosone

Alfa: Il borsone di Higgs!

Beta: Guarda che è il bosone, non il borsone: Higgs studiava le particelle elementari, non le sacche.

Alfa: Ma sì, lo so che è il bosone e non il borsone: è colpa del correttore automatico…

Beta: Ma tu quando parli hai un correttore automatico?

Alfa: Ma io non parlo, e nemmeno tu, del resto: siamo interlocutori immaginari di un dialogo scritto da qualcuno; quando l’autore di questo dialogo scrive una battuta, interviene il correttore automatico.

Beta: Hai ragione: non è colpa tua se hai detto borsone. E, trattandosi di errore creato dal correttore automatico, non mi sento di accusare neppure l’autore.

Alfa: E io non incolperei neppure il programmatore, o i programmatori, del correttore automatico: dopotutto, ci sono più borsoni che bosoni, almeno nei testi che di solito uno scrive.

Beta: D’accordo: scagioniamo anche i programmatori, e torniamo al nostro bosone che non è un borsone: che cosa volevi dirmi?

Alfa: Volevo chiederti se anche tu, come me, hai questa sensazione di aver assistito a un evento molto importante, di quelli che finiranno nei libri di storia, senza averci capito granché.

Beta: Ovviamente sì: siamo entrambi emanazioni dell’autore del dialogo, un povero laureato in filosofia che di fisica delle particelle ne sa poco, per non dire nulla.

Alfa: E dire che l’autore di questo dialogo era appassionato di scienza, da bambino… Comunque, visto che condividiamo la stessa sensazione, posso esporti una mia riflessione sulla scoperta?

Beta: Preferirei di no: temo sarà la solita riflessione superficiale del filosofo che si improvvisa scienziato, credendosi saggio e passando invece per stolto.

Alfa: Che giudizio affrettato: potresti almeno ascoltarmi!

Beta: Non è un giudizio affrettato, ma la conclusione di un semplice ragionamento, la cui premessa dovrebbe piacerti perché è molto filosofica: io esisto. E se io, Beta, esisto in questo dialogo è perché il nostro autore non se la sentiva di scrivere direttamente la sua riflessione e ha preferito mettere in scena questo confronto tra diversi punti di vista. Confronto nel quale io rappresento la cautela scientifica e chiedo a te, che rappresenti la faciloneria filosofica, di tacere.

Alfa: Non credo di rappresentare la faciloneria filosofica, ma passiamo oltre.

Beta: Io veramente mi fermerei qui: non puoi prendere esempio da Socrate, riconoscere che sai di non sapere un bel niente del bosone di Higgs e tacere?

Alfa: A parte il fatto che Socrate era un gran rompiscatole, con questo commento hai centrato il problema.

Beta: Quale problema?

Alfa: Quello della conoscenza.

Beta: …

Alfa: Allora, se ho capito bene, le proprietà di questo bosone erano già conosciute prima della scoperta dei giorni scorsi. I fisici teorici le avevano… calcolate? Si dice così? Non si sapeva se la teoria era corretta, cioè se questo bosone esiste davvero oppure no, ma le proprietà del bosone erano già conosciute, a parte forse il livello energetico. Ti chiederei conferma di questa mia ricostruzione, ma tu ne sai esattamente quanto ne so io.

Beta: Se davvero questo dialogo verrà pubblicato sul sito, forse qualcuno lo leggerà e correggerà eventuali errori. Comunque, ammettiamo che sia andata davvero così.

Alfa: Potremmo dire che ne sappiamo quanto ne sapevamo anche prima. La differenza è che prima non sapevamo di sapere, adesso sappiamo di sapere.

Beta: Perché adesso siamo certi – o sufficientemente sicuri – di una teoria che prima era solo probabile…

Alfa: Esatto. La questione è: possiamo davvero dire di aver aumentato la nostra conoscenza? Oppure quello che sappiamo adesso è uguale a quello che sapevamo anche prima, ma adesso, appunto, ne siamo (più) sicuri?

Beta: Mmmmm… Posso farti una domanda?

Alfa: Ovviamente sì.

Beta: Secondo te il bosone di Higgs è stato scoperto dai fisici teorici anni fa o dai ricercatori giorni fa?

Alfa: Se rispondo “da entrambi” mi accusi di aver sviato la domanda?

Beta: In effetti potrei, ma non lo farò, perché credo sia la risposta migliore. Posso farti un’altra domanda?

Alfa: Ovviamente sì.

Beta: Non pensi che il tuo ragionamento sia troppo semplice? Distingui tra contenuto di una conoscenza e il grado di certezza di questa conoscenza: io non credo che sia sempre così facile distinguere tra questi due aspetti.

Alfa: Non lo credo neppure io, ma il tuo non mi sembra un buon argomento: quando guidi nella nebbia non è semplice distinguere tra la strada e il fosso, ma non per questo puoi trascurare la differenza.

Beta: Quello che voglio dire è che la giustificazione è parte integrante della conoscenza.

Alfa: Conoscenza è un sapere vero e giustificato.

Beta: Esatto.

Alfa: Ma non credi che fossero giustificati anche i calcoli, o come erano poi, dei fisici teorici?

Beta: …

Alfa: …

Beta: Ci sono più cose in cielo e in terra, caro Alfa…

Alfa: Siamo passati da Platone a Shakespeare?

Beta: Per una buona ragione: perché “giustificato” può significare molte cose. Giustificare indica un insieme, temo anche molto eterogeneo, di pratiche diverse.

Alfa: Lo stesso, allora, si può dire per conoscere,

Beta: Direi di sì, anche se questa affermazione mi suona troppo filosofica per i miei gusti.

Alfa: Perché? In fondo abbiamo solo affermato che la scienza è complicata, più delle immagini che a volte uno può farsene.

Il bosone di Higgs non ci salverà

125.3 GeV (foto: borborigmi di un fisico renitente)

Sono abbastanza sicuro che di questa storia del bosone di Higgs nelle prossime ore si leggerà un po’ di tutto, sui giornali ma non solo.
Potremmo leggere il fisico che si improvvisa filosofo e ci racconta di come questa scoperta sia la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto, citando Leibniz, Pascal, Agostino d’Ippone e via discorrendo, convincendoci che la scienza abbia dissolto ogni mistero. Potremmo anche leggere il filosofo che si improvvisa fisico e racconta che sì, questa è una scoperta eccezionale, ma la domanda fondamentale sulla vita eccetera è appannaggio della filosofia, che gli scienziati possono spiegare il che cosa, ma il come lo possono spiegare solo i filosofi.
Potremmo anche leggere il religioso aperto e progressista, che vede nel bosone di Higgs se non la dimostrazione, almeno una conferma dell’esistenza di Dio. E ovviamente potremmo anche leggere il religioso un po’ meno aperto e decisamente meno progressista, che vede in questa scoperta la scienza arrogante che gioca a fare Dio senza prima chiedergli il permesso, impegnandosi in una ricerca che destabilizza il ruolo dell’uomo nell’universo, l’identità antropologica, il sacro, il nichilismo che incombe.

Sono invece abbastanza sicuro che faremo fatica a trovare, sui giornali ma non solo, un fisico che, gentilmente, si mette a spiegare che cosa significa una “significance” di 4.9 sigma e perché la massa si misura in elettronvolt quando, di solito, si usano i grammi o i chili.1

  1. Ci sarebbe poi il discorso del filosofo che fa il filosofo e, interpellato, si limita a dire: “Non ho nulla di interessante da dire, chiedete ai fisici”. []

Si vede che sono uno scientista

Non ho visto la trasmissione televisiva che ha fatto esclamare a Giorgio Israel, in un surreale articolo pubblicato credo dal Foglio, di aver sentito «emergere un potente rigurgito di scientismo». Non ho visto questa trasmissione quindi non so se a parlare vi fossero rispettabili uomini di scienza, ingenui non esperti o ciarlatani pseudoesperti – e a dirla tutta, non sono neppure sicuro di saper correttamente distinguere tra questi tre casi.
Non ho visto la trasmissione, quindi non so bene che cosa sia quel «mai sopito sentimento di fiducia nei confronti dell'”oggettività scientifica”» e non capisco neppure perché quelle virgolette.
Ma la parte che proprio non ho capito – non se se perché non ho visto la trasmissione, e a questo punto mi chiedo perché invece Giorgio Israel l’ha vista invece di andare a dormire o a leggersi un buon libro –, la parte che proprio non ho capito è quella sugli psicologi. Voglio dire, è scientismo pensare che una persona che ha perso la propria casa, il proprio lavoro, forse anche qualche amico o parente, abbia bisogno di un sostegno psicologico?
Israel poi tira fuori gli psicologi aziendali, quelli scolastici, i periti dei tribunali e altre figure che lascio al lettore il piacere di scoprire. Che cosa c’entrano gli psicologi scolastici che si occupano di disturbi dell’apprendimento con quelli che aiutano quelli a cui, letteralmente,1 è crollato tutto addosso?

  1. Che bello, ho usato letteralmente in senso letterale e non metaforico! []

Argomentazioni scientifiche, solide e non aprioristiche

Si discute dell’ampliamento dell’aeroporto di Lugano-Agno.
Alcuni hanno sollevato dubbi non solo sulla necessità del prolungamento della pista, ma anche e soprattutto sull’esistenza stessa di questa infrastruttura, quando in treno si potranno raggiungere velocemente gli aeroporti di Zurigo e di Milano.
Alessandro Sozzi, Chief Executive Officer di Lugano Airport SA, ovviamente la pensa diversamente, ed ecco arrivare un bel comunicato stampa nel quale si può legge che “Lugano Airport ritiene nuovamente necessario ricordare l’importanza dell’Aeroporto come prioritario punto strategico di riferimento per i trasporti dell’intera area ticinese e limitrofa” e che “l’importanza strategica dell’aeroporto ed il suo ruolo complementare rispetto ad altre modalità di trasporto sono ormai fatti assodati sia nell’esperienza di altri territori che in letteratura economica”. Continua a leggere “Argomentazioni scientifiche, solide e non aprioristiche”

Darwin è morto

Non solo l’uomo di scienza – che oramai ci ha lasciati da centotrenta anni – ma la bella rivista che leggevo, anche se saltuariamente, con molto interesse.

Mi sembra che tutto quello che di sensato si possa dire sulla faccenda sia stato scritto su Il pianeta delle scimmie:

Dalla TAV alle celluli staminali le informazioni richiedono un incremento di conoscenza che va supportato da un editoria (Nature o di Science, tanto per citare esempi autorevoli), digitale e/o cartacea, autorevole e di peso per orientare il dibattito pubblico in modo corretto e trasparente. Solo se si hanno tutte le informazioni e si conoscono tutti i termini di una questione si può costruire un dibattito ampio e partecipato e sperare che le decisioni prese in un determinato ambito corrispondano ad un “consenso informato”.

Vivi le energie cristalline di Metatron

L'Arcangelo Metatron
Fiera dedicata alla salute, al benessere e alla medicina naturale.
In programma una quarantina di conferenze e seminari. Questi sono alcuni dei temi di questi incontri:

Vieni a sentire l’energia dell’Arcangelo Metatron nella nostra conferenza: senti, prova e vivi le energie cristalline di Metatron. Metatron e i Maestri Ascesi aprono il Portale dell’Ascensione in te.

Costantemente ri-crearsi e creare significa ringiovanire nella mente e nelle cellule, attraverso il pensiero che si fa progetto concreto.

L’essere umano divino ponte fra il cielo e la terra e il ciclo universale
della nutrizione mente, corpo e anima.

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Differenze di pensiero

Grazie a Marco Ferrari, scopro questo interessante intervento del poeta Davide Rondoni:

Del resto ben prima che voi fisici ci faceste vedere che tutto è movimento ed energia, Dante parlava di “Amore che move ‘l sole e l’altre stelle” e per lui non era una metafora, ma un dato del reale conosciuto. Si tratta di una differenza di velocità – le verità a cui il metodo poetico arriva sono quelle necessarie a un uomo per vivere, e la scienza per analizzare i fenomeni invece ha bisogno a volte di migliaia di anni.

Differenza di velocità e di metodo dunque (la poesia conosce per sintesi, per analogie, vivendo quello stato di conoscenza per stupore e illuminazione che nella scienza accade solo talvolta) ma non di percorso nè di scopo.

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Che cosa è il metodo scientifico

Di solito scrivo il titolo alla fine, e lo faccio un po’ per pigrizia (e il titolo è la parte più difficile), un po’ perché magari non so bene che cosa scriverò.
In questo caso, invece, lo so: scriverò – sto scrivendo – di metodo scientifico. Quindi il titolo non può non essere “che cosa è il metodo scientifico”… chiaro, immediato, sintetico. A dire il vero, il titolo potrebbe anche essere “che cosa è il metodo scientifico?”, con un bel punto interrogativo che, a un filosofo, si addice: in molti pensano che il compito del filosofo sia fare domande, non trovare risposte.
È più umile fare domande che dare risposte. Ora, tralasciando il fatto che dopo Socrate per noi filosofi è da supponenti anche fare domande, io che cosa è il metodo scientifico lo so. E quindi lo scrivo. Immagino che qualche uomo di scienza si metterà le mani nei capelli, pensando al letterato che, sentendosi superiore, si mette a dare lezioni a chi la scienza la conosce sul serio. Continua a leggere “Che cosa è il metodo scientifico”

La realtà, la menzogna e Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi se la prende con la narrativa, colpevole di allontanare dalla realtà.
Se le accuse vi suonano familiare, è perché probabilmente vi ricordate la condanna che formulò Platone qualche secolo prima del nostro celebre matematico.
Il filosofo ateniese aveva una imponente metafisica a sorreggere la sua condanna. Non credo che Odifreddi abbia una metafisica: oramai anche i filosofi ne fanno a meno, figuriamoci il nostro prolifico polemista. E allora su cosa si regge la sua condanna?
Sulla scienza, cioè sulla tanto decantata realtà? Non direi: non si citano studi sociologici o psicologici,non si accenna neppure a un qualche esperimento per verificare la tesi portante del discorso. Direi che l’accusa di Odifreddi si basa su un’impressione, ossia su un pregiudizio. Roba da far quasi rimpiangere la metafisica.