Scienza e fede

Materialism is a philosophical position, affirming that nothing exists beyond “matter”, that which we can experience with our senses. I would say that science is methodologically materialist: it can deal only with the world of matter. But is not philosophically materialist; it does not imply that nothing can exist beyond what we experience beyond our senses, as religion require. One can accept scientific principles and also hold religious beliefs.

Il materialismo è una posizione filosofica; essa afferma che nulla esiste all’infuori della materia, cioè di ciò che può essere oggetto di esperienza sensibile. Io direi che la scienza è metodologicamente materialista: può trattare unicamente il mondo materiale. Ma non è filosoficamente materialista; non afferma che nulla possa esistere al di là della nostra esperienza sensibile, come richiede la religione. Si possono accettare i principi scientifici e, allo stesso tempo, mentenere le credenze religiose.

Francisco Ayala, intervista per HHMI Bulletin (via Pikaia).

Provaci ancora, Christoph

Il cardinale di Vienna Christoph Schönborn, durante una conferenza (segnalata e analizzata in dettaglio da Marco Ferrari), ha proposto una interessante confutazione del materialismo:

Soltanto gli esseri umani esercitano responsabilità e sono chiamati a render conto del loro operato (al più tardi nel giudizio universale). La quotidianità è una confutazione costante del materialismo. In economia ad esempio sono chiamato a rispondere del mio operato. Le api e le formiche fanno delle cose inverosimili, ma il loro comportamento è guidato dall’istinto, per cui non sono responsabili dei loro errori. Soltanto gli esseri liberi sono responsabili dei loro errori. Benché la vita quotidiana confuti continuamente la visione materialistica, anche persone molto intelligenti incappano in quest’errore.

Così come viene descritta da Schönborn, la vita quotidiana, più che il materialismo, confuta il determinismo, che può certamente essere determinismo materialista, ma anche divino: se Dio è onnisciente e onnipotente, che ne è della libertà e della responsabilità degli uomini?
La vita quotidiana confuta, oltre al materialismo, anche l’esistenza di Dio? Continua a leggere “Provaci ancora, Christoph”

Il lato oscuro

Come la maggior parte delle persone che si considerano esseri razionali, ho una lunga lista nera di irritanti credenze, concetti e stili di vita che a mio giudizio relegano una persona nel lato oscuro. L’elenco comprende:

  • tutte le religioni, che siano organizzate o totalmente caotiche;
  • l’astrologia, i cucchiai piegati e altre presunte dimostrazioni di poteri psichici quali la telepatia;
  • qualsiasi manifestazione della New Age, compresi i chakra, la canalizzazione, i cristalli e il chanting;
  • la “saggezza orientale” e la “saggezza antica”;
  • il potere curativo del canto delle balene;
  • l’aromaterapia, il rebirthing e la reincarnazione;
  • la medicina alternativa, in particolare l’omeopatia e ancor di più l’omoeopatia;
  • gli oli essenziali;
  • qualunque cosa sia ayurvedica o in cui sia coinvolto un guru;
  • gli spiriti e le fate, e ancora di più i loro mondi.

Collettivamente, tutta questa roba mi fa venire l’orticaria. In verità sospetto che la tipica domanda da bar, “Di che segno sei?”, sia un eccellente adattamento darwiniano inserito nelle strategie di accoppiamento degli illusi per segnalare alle persone ragionevoli di tenersi alla larga e proteggere i propri geni.
Nella mia visione del mondo (e nella visione del mondo della maggioranza delle persone che conosco e amo, che, naturalmente, sono tutte persone ragionevoli e giudiziose come me), si tratta di cose assolutamente prive di senso, frutto della fantasia di coloro che non sono interessati a scoprire quanto è meraviglioso il mondo nella realtà, ma invece desiderano sostituirlo con una sgargiante versione disneyana, dove in fondo a ogni giardino ci sono le fate e nel cielo c’è un omone gentile che fa attenzione a ogni nostra mossa.
È stato particolarmente piacevole quando un professore di psicologia un giorno mi ha detto che in generale credere a cose come l’astrologia e il misticismo è strettamente correlato a una concezione del mondo di destra e molto conservatrice. Splendido, ho pensato: questi pazzi non solo parlano di cose senza senso, ma sono anche una banda di nazisti. Quindi detestarli va più che bene, è quasi un dovere.

Michael Hanlon, Dieci domande alle quali la scienza non può (ancora) rispondere, Torino, codice edizioni, 2008 pp. 123-124

La crisi delle scienze italiane (senza neppure la consolazione della fenomenologia trascendentale)

Nel dicembre del 2006 mi abbonai a Newton.
Tra le riviste di divulgazione scientifica, era la mia preferita e la leggevo sempre con grande piacere. Era una delle poche riviste di divulgazione scientifica che voleva spiegare la scienza, non stupire (o spaventare) le persone con improbabili successi della tecnoscienza.

Qualche mese prima dello scadere dell’abbonamento, la RCS-Periodici ha iniziato a sollecitare, con una certa insistenza, il rinnovo dell’abbonamento. Non che non volessi pagare – semplicemente sono solito aspettare lo scadere dell’abbonamento, quindi dicembre.
Un mese dopo il rinnovo, è uscito il numero di gennaio 2008, l’ultimo numero di Newton. E qui un po’ di commenti sulla serietà della RCS-Periodici si potrebbero fare: davvero l’ufficio abbonamenti non sapeva che la loro rivista avrebbe chiuso i battenti di lì a poco? Continua a leggere “La crisi delle scienze italiane (senza neppure la consolazione della fenomenologia trascendentale)”

Linguaggio senza verità (ma con tanta evidenzialità)

Data la possibilità che le opinioni percettive siano fluttuanti, è estremamente interessante che i linguisti abbiano di recente attirato l’attenzione sull’esistenza di linguaggi umani in cui le regole grammaticali richiedono che frasi su ciò che si crede si riferiscano esplicitamente a come tale convinzione sia sta acquistata. Nel linguaggio sudamericano tariana, ad esempio, una frase come “so che sta piovendo” deve essere integrata con un suffisso che indichi coma fa il soggetto a saperlo: “So che sta piovendo visivamente” (ossia lo vedo), in contrapposizione a “so che sta piovendo uditivamente” (lo sento). La richiesta che sia identificata la sorgente dell’informazione è chiamata evidenzialità.

Nicholas Humphrey, Rosso, Torino, Codice, 2007, p. 20
Perr il linguaggio tariana Humphrey cita A. Y. Aikhenvald e R.M.W. Dixon (a cura di), Studies in Evidentiality, Amsterdam, John Benjamins, 2003

Io adesso farò qualcosa di molto sconveniente, una di quelle cose che tanto piacciono ai filosofi e che tanto fanno imbestialire psicologi e linguisti: farò una affermazione fuori luogo e non supportata dai fatti.
Io affermo che i tariana non possiedono il concetto di verità. Continua a leggere “Linguaggio senza verità (ma con tanta evidenzialità)”

Il posto della filosofia

Claudio Risé, sulle colonne de Il Mattino di Napoli e, soprattutto, sulle pagine del suo sito, si chiede: «Perché[…] la religione e la scienza dovrebbero azzuffarsi?».

Già, perché non dovrebbe esserci un dialogo in grado di arricchire entrambe le parti?
Secondo Risé «le loro competenze [di scienza e religione] sono diverse: una si occupa del senso della vita e della morte e l’altra dei possibili modi per migliorarle». Forse Risé non se ne rende conto, ma questo è un ottimo motivo per non dialogare: che cosa mai potrebbero dirsi uno scienziato e un prete, uno impegnato a migliorare la vita umana e il l’altro tutto indaffarato a comprenderne il senso? Continua a leggere “Il posto della filosofia”

Scienza e fantascienza

Ieri sera ho avuto modo di vedere, per la prima volta, il motomondiale.

Una gara interessante: se non faccio confusione con i nomi, un certo Pedrosa si è piazzato subito in testa, Valentino Rossi l’ha superato ma non è riuscito a mantenere la posizione e ha concluso la gara al quinto posto, superato da Stoner, Lorenzo, di nuovo Pedrosa e, proprio nel finale, Dovizioso. Continua a leggere “Scienza e fantascienza”

Flatulenze giornalistiche

È attivo da alcuni giorni Progetto Galileo: un blog che vuole contrastare «[l’]antiscientismo psicodelirante di certe parti sociali, una tecnofobia paradossale nell’era tecnobioinformatica e un sensazionalismo dei media che pur di shockare si inventa notizie inesistenti» (tratto dal manifesto del sito).

Se trovate che tutto ciò sia una esagerazione, vi consiglio la lettura di questo editoriale di Osvaldo Baldacci su Metro del 21 febbraio 2008: Quel modello britannico di futuro (click sull’immagine per ingrandirla, o qui per il download):

Editoriale Metro

Il titolo di questo post, flatulenze giornalistiche, non vuole essere offensivo: si riferisce all’assenza di ragionamenti. Per usare una metafora abbastanza in voga, è scritto di pancia e non di testa: e se è frutto del basso ventre, il risultato non può che essere quello…

E nessuno ci garantisce

Sono perfettamente cosciente del fatto che molti lettori affronteranno questa parte finale mossi dall’intento di classificarmi come amico o come nemico delle loro convinzioni. È un vero peccato. Così facendo non si impara niente di nuovo e si alimentano solo l’intolleranza o l’ostilità per chi è portatore di idee diverse. Se ci fosse sempre comportati così, la scienza non sarebbe mai nata. E nessuno ci garantisce che in futuro questa non possa anche scomparire.

Edoardo Boncinelli, L’etica della vita, Rizzoli, 2008, p. 139 (corsivi miei).

Scienza e pseudoscienza

Imre LakatosIl sito della prestigiosa London School of Economics ospita la registrazione e la trascrizione di Scienza e Pseudoscienza, uno degli ultimi interventi di Imre Lakatos:

Il rispetto per la conoscenza è una delle caratteristiche più peculiari dell’uomo. Conoscenza in latino è scientia, e la scienza è venuto a essere il nome del più rispettabile tipo di conoscenza. Ma cosa che distingue la conoscenza dalla superstizione, ideologia o pseudoscienza? La Chiesa cattolica scomunicò  i copernicani, il partito comunista perseguitò i mendeliani, per il motivo che le loro dottrine erano pseudoscientifiche. Il problema della demarcazione tra scienza e pseudoscienza non è quindi solo un problema per filosofi in poltrona: è di vitale importanza sociale e politica.

Da leggere e ascoltare tutto.