Notizie che uno deve sapere

Esistono notizie che una persona – al di là di doveri professionali e interessi personali – deve sapere?
Se esistono, quali sono?
Un grosso incidente con morti e feriti? L’attuale crisi politica? La prossima città che ospiterà le Olimpiadi? Il risultato elettorale di un Paese moderatamente lontano? I risultati finanziari della grande multinazionale?

Qualche precisazione sulla domanda.
Intendo “dovere” come perifrasi di “sei meritevole di biasimo se non sei a conoscenza di questa notizia”.
Ed escludo doveri professionali e interessi personali perché entrambi non sono universali: un medico deve sapere cose diverse da un architetto, e lo stesso vale per un appassionato di calcio da uno di pallacanestro, mentre a me interessano le notizie che ognuno di noi dovrebbe conoscere.

La Monsanto è il male

monsanto-skull-and-bonesUn tizio ha messo su un social network un’immagine divertente che è stata condivisa da diverse persone. La maggior parte dei commenti sul social network, tuttavia, non riguarda l’immagine, ma il mestiere della persona che ha condiviso questa immagine: “ingegnere informatico presso Monsanto Company“: Continua a leggere “La Monsanto è il male”

Come lo chiamiamo?

Chiamereste vostro figlio Adolf?
Immagino di no, e infatti secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, dal 2000 in Svizzera quasi nessun bambino è stato battezzato così.1
Sul tema i francesi ci hanno pure fatto una pièce teatrale prima e un film dopo: Le Prénom, misteriosamente diventato in Italia Cena tra Amici. Continua a leggere “Come lo chiamiamo?”

  1. Se il nome viene attribuito meno di tre volte nel periodo richiesto, il dato viene nascosto, quindi negli ultimi dieci anni potrebbero essere nati uno o due Adolf. []

Nessuno ne parla

I socialcosi sono pieni di appelli a diffondere alcune notizie delle quali “nessuno parla”, nel senso che non finiscono nelle prime pagine dei quotidiani nazionali.
In genere questi appelli sono corredati da link; quando la fonte citata è un blog o un sito internet indipendente è difficile considerarla una contraddizione, ma quando il “nessuno ne parla” è seguito dal link a un quotidiano a diffusione nazionale la faccenda mi ricorda molto il paradosso del mentitore.

In questi casi, in genere, trovo più utile chiedermi perché quel giornale ne parla piuttosto che perché gli altri ne tacciono. Ma ammetto di avere, in proposito, forti pregiudizi…

Carità biologica

Ieri sera un cartellone pubblicitario ha catturato la mia attenzione:
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Sono sicuro che i programmi di aiuto di Swissaid siano validissimi e utilissimi. Non posso non chiedermi se l’agricoltore del Myanmar (come riportato sul manifesto) o del Nicaragua (come riportato sul sito internet) non sarebbe più felice con altre soluzioni.

Obiettivi

Oggi in edicola ho visto, in bella vista, questo libro:
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Non l’ho sfogliato: non ho quindi la minima idea del contenuto, non so se la dieta proposta, da un punto di vista medico, sia fondata o una fesseria.
Dal punto di vista del marketing è comunque un capolavoro: salute, benessere eccetera sono superati, per motivare le persone – ad acquistare il libro e forse anche a seguire la dieta – ci vuole competizione. Raggiungere il proprio peso forma è un obiettivo meno appetibile del diventare più magra delle proprie amiche.
Un po’ come Facebook: per invogliarti a fare click sul diabolico pulsante ‘Mi piace’ ti sfida a essere il primo, tra i tuoi amici, a pigiare il bottone virtuale.

Un duro colpo per la famiglia tradizionale

A partire da oggi, primo gennaio 2013, i coniugi svizzeri potranno scegliere liberamente il loro cognome. In altre parole, entrambi i promessi sposi potranno scegliere se mantenere il cognome da celibe o nubile oppure portare quello del partner.

Il fatto che la moglie possa mantenere il proprio cognome o – addirittura! – che possa essere il marito a cambiare cognome è già stato definito da alcuni “un duro colpo per la famiglia tradizionale”.

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Sventurata la terra che ha bisogno di emozioni

«La vera politica invece è come il vero amore: spesso si nasconde». Le parole sono importanti. La vera politica, il vero amore, perché nella vita c’è il vero e c’è il falso, l’autentico e il sofisticato, il puro è l’impuro. La vera politica e il vero amore si nascondono, trovarle richiede impegno, ma il valore della ricompensa vale l’impresa.

Continua a leggere “Sventurata la terra che ha bisogno di emozioni”

Pubblicità di classe

Curioso come negli anni Novanta potessero fare pubblicità come questa:

In tempi di indignados (e Indivanados) credo che certe immagini – l’inerte signora dell’alta borghesia con autista-maggiordomo tuttofare – non passi neppure per la testa dei pubblicitari…

La musica sta cambiando

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Sabato mattina ero al Teatro alla Scala di Milano per assistere alla prova aperta del concerto di Riccardo Chailly e Stefano Bollani.
Il programma prevedeva musiche di George Gershwin: An American in Paris, Catfish Row e il Concerto in fa; composizioni che i due artisti, insieme alla Filarmonica della Scala, hanno interpretato magistralmente.

Alla fine del primo movimento del concerto per pianoforte, il pubblico ha applaudito. E sia Bollani sia Chailly hanno ringraziato il pubblico per gli applausi.
Certo, era una prova, Bollani probabilmente ha portato in sala un pubblico meno rituale e la musica di Gershwin ha un ritmo a dir poco trascinante. Però è curioso come in un luogo come il Teatro alla Scala sia stata trasgredita la inviolabile norma che proibisce – pena la riprovazione sociale – di applaudire tra un movimento e l’altro di una composizione.