Il bridge non può essere considerato uno sport: a questa conclusione, stando a una notizia d’agenzia che ho letto poco fa è giunto un tribunale britannico:
LONDRA, 25 FEB – Anche se comporta un grande impegno e una memoria d’acciaio il bridge non può essere considerato uno sport. A stabilirlo è stato un tribunale britannico che ha così respinto l’appello lanciato dalla Federazione dei giocatori inglesi, la English Bridge Union, che pretendevano dal fisco di Sua Maestà gli sgravi previsti per le attività sportive. Le loro argomentazioni erano solide: il bridge viene riconosciuto dal Comitato olimpico internazionale, anche se non è incluso nel programma delle gare. Non solo, l’agenzia delle entrate britannica già definisce come sport le freccette e il biliardo. Ma questo non ha convinto i giudici, secondo cui il bridge è ‘solo’ un gioco perché non comporta abbastanza attività fisica. (ANSA)
Pare di capire che uno sport sia un’attività che richiede una certa quantità di attività fisica, altrimenti è semplicemente un gioco.
Una quantità anche bassa – sono sport sia le freccette sia il biliardo, e credo anche la Formula 1 dove l’attività fisica la svolge prevalentemente un motore a scoppio – ma comunque superiore a quella necessaria per mescolare un mazzo di carte.
Come differenza tra sport e gioco ci può stare, anche se mi rimetto all’opinione di filosofi più esperti in tema sportivo.
Tuttavia non capisco per quale motivo uno Stato dovrebbe favorire, con agevolazioni fiscali, le attività sportive e non quelle semplicemente ludiche. Non è una forma di paternalismo?