Aggiornamento del 24 ottobre 2022. Questo articolo incentrato su Cesare Beccaria gode di una certa popolarità immagino grazie alle ricerche su Google. Per i lettori interessati segnalo un’intervista, disponibile su Academia.org, che ho fatto al giurista Roy Garré in occasione dei 250 anni di Dei delitti e delle pene. Fine dell’aggiornamento.
Grazie all’amico Cantor apprendo che i servizi segreti americani, quando interrogano i probabili terroristi, utilizzano un particolare tipo di tortura chiamato waterboard.
Il Waterboard, o Waterboarding, è in realtà la versione moderna di una tecnica molto antica, talvolta indicata con l’espressione cura dell’acqua, già usata dall’inquisizione per estorcere confessioni.
L’idea di base è indurre una sensazione di annegamento senza tuttavia annegare effettivamente il torturato. Per fare ciò, gli inquisitori versavano acqua o altri liquidi direttamente nella gola dello sfortunato, tramite un imbuto. Gli agenti della CIA, invece, fanno ricorso ad un sistema leggermente più elaborato:il prigioniero viene legato, con la testa in basso, ad un piano reclinato, sul suo volto viene posto un asciugamano bagnato o un telo di plastica e vi si versa sopra dell’acqua.
I risultati sono decisamente soddisfacenti: in meno di un minuto quasi tutti decidono di confessare.
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