Meglio il referendum?

Corte suprema dell’Ohio (foto di afsart)

Due premesse prima di iniziare.
La prima riguarda la recente legge sul testamento biologico. È – da quel che sono riuscito a capire dalla stampa – una brutta legge, una legge che sarebbe meglio non entrasse mai in vigore e, una volta in vigore, sarebbe meglio abrogarla al più presto.

Abrogarla. Cancellarla dall’ordinamento giuridico. Ma come?
C’è chi propone un referendum. Chi invece ripone le proprie speranze nella Corte costituzionale.

Prima di proseguire, la seconda premessa.
Il quadro istituzionale italiano è secondo me pessimo. A iniziare dalla legge elettorale che, con l’impossibilità di scegliere i candidati ma solo le liste, è una brutta legge che rende poco rappresentative le camere, finendo con le difficoltà dei referendum, solo abrogativi e vincolati dal raggiungimento di un quorum.

Con un parlamento così, e viste le difficoltà di riuscire ad abrogare alcune norme della legge per via referendaria, anche io spero in una sentenza della Corte costituzionale. È senz’altro una via più percorribile, meno rischiosa. Continua a leggere “Meglio il referendum?”

Solitudine

Assuntina Morresi, su Avvenire, racconta la tragica storia di Kerrie Wooltorton.
La ragazza ha tentato più volte il suicidio e c’è finalmente riuscita rifiutando le cure mediche – rifiuto che i medici hanno rifiutato sia per la presenza delle living will (il testamento biologico) sia perché la ragazza, che è arrivata cosciente in ospedale, si è dimostrata molto determinata e sicura di se.

Il riassunto di Assuntina Morresi è impeccabile: si tratta di una storia di autodeterminazione e solitudine – anche se, a leggere alcuni resoconti della stampa inglese, aveva vicino a se parenti e amici, ma la solitudine non è solo questione di quante persone hai intorno.
Il problema è che l’autrice sembra convinta che si tratti di una storia di autodeterminazione e quindi di solitudine, come se l’unico modo per stare vicino a una persona fosse non rispettare la sua volontà.
Nel finale dell’articolo, sembra quasi che una possibile soluzione al tragico evento possa essere ridurre il potere giuridico del living will, dando ai medici la possibilità di ignorare le volontà del malato – il che avrebbe probabilmente salvato la vita a Kerrie, ma certo non l’avrebbe fatta sentire meno sola.

Il desiderio di suicidarsi della ragazza nasce dall’impossibilità di avere figli.1
Forse, e sottolineo forse, sarebbe stato di maggiore aiuto Julian Baggini che, sul Guardian, difende la dignità di una vita senza figli.

  1. Morresi parla di una malformazione, il Sun entra nel dettaglio parlando di due vagine – uterus didelphys – mentre il Daily Mail si mantiene su un generico «difficulties with intimate relationships». []

Paternalismo di Ulisse

Cercando risorse sul paternalismo libertario mi sono imbattuto in questo interessante testo di Luca Beltrametti: “Paternalismo e politica economica” (in La politica tra mercati e regole. Scritti in ricordo di Luciano Stella, Rubettino 2005).

Nel testo viene descritto il cosiddetto paternalismo di Ulisse: Continua a leggere “Paternalismo di Ulisse”

Leggendo il ddl

Alfa: “La Repubblica tutela la vita umana fino alla morte.”

Beta: Sarebbe difficile tutelare la vita umana dopo la morte. Cosa stai leggendo?

Alfa: Il disegno di legge del governo sul testamento biologico. L’ho trovato sul sito del Sole24ore. Quello che ti ho letto è il primo articolo.

Beta: Direi che è da apprezzare la sobrietà.

Alfa: Cioè?

Beta: Hanno scritto “fino alla morte”: avrebbero potuto affermare “fino a tre giorni dalla morte”. Dopotutto, c’è un precedente storico: un tizio, una volta, è risorto dopo tre giorni… Continua a leggere “Leggendo il ddl”

Testamento biologico

Su questi temi rifiuto il termine ‘testamento biologico’, infelice tanto dal lato del sostantivo poiché la vita non è un bene patrimoniale cui solo si applica il concetto di testamento, quanto dal lato dell’aggettivo in quanto la vita umana eccede l’elemento biologico.

Vittorio Possenti, Vita, disporne liberamente, il Foglio, 15/12/2008

Etica svizzera

Lucia Bellaspiga ha scritto quello che non esito a definire uno dei peggiori articoli che abbia mai letto: «Terry Schiavo da noi. Ma non può finire così».

La drammatica vicenda di Antonio Trotta, un italiano domiciliato in Svizzera da due anni in coma in seguito a un incidente stradale, viene affrontata con sprezzo del buon senso e del buon gusto. Un piccolo assaggio: Continua a leggere “Etica svizzera”

Uno ogni duecentotrentotto

Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia vi sono 4,2 medici ogni mille abitanti. Significa un medico ogni 238 persone.

È un pensiero maligno, ma nel leggere alcuni articoli contrari al testamento biologico, sembra quasi che si voglia lasciare l’ultima parola al medico, e non al paziente, proprio perché ci sono più pazienti che medici. Se vuoi che certe cose non si facciano, è più facile controllare le opinioni dei medici che quelle dei pazienti. Duecentotrentotto volte più facile.

È un pensiero maligno.
Un vecchio adagio recita “a pensar male si commette peccato, ma quasi sempre ci si azzecca”. Io non sarei così drastico: diciamo che a volte ci si azzecca. A volte.

Decisioni definite

Una esperienza è un contatto diretto con un evento o una situazione.
Ogni esperienza presenta quindi due caratteristiche: innanzitutto è personale, in secondo luogo è imprevedibile.

Ovviamente questo non significa che non si possa dire assolutamente nulla delle esperienze altrui, e neppure che sia impossibile prevedere le reazioni e le sensazioni di una persona.
Le caratteristiche di personalità e imprevedibilità hanno infatti vari gradi e, per esperienze comuni e banali, arrivano praticamente ad annullarsi.
Rimane comunque un un certo grado di unicità e irripetibilità: non è certo infrequente imbattersi in reazioni impreviste, ad esempio una arrabbiatura per uno scherzo o una battuta che si credevano innocue, e non è neppure insolito scontrarsi con punti di vista differenti. Continua a leggere “Decisioni definite”