Nella musica classica, l’indicazione Allegro, come Largo e Presto, non si riferiscono, al contrario di quanto si potrebbe pensare, al contenuto emotivo del brano, bensì alla velocità di esecuzione.
Un brano può quindi essere, senza contraddizione alcuna, allegro e triste allo stesso tempo: Allegro per velocità, triste per contenuto emotivo, anche se, solitamente, è difficile che un brano abbastanza veloce come un Allegro sia triste.
Il contenuto emotivo, se il compositore ha deciso di indicarlo, è di solito specificato da un aggettivo: allegro vivace, appassionato, con brio, e così via. Anche se eseguire un brano in modo appassionato piuttosto che con brio può essere un compito non alla portata di tutti, di certo non comporta particolari difficoltà comprendere il significato di queste espressioni.
Altre volte è tuttavia difficile anche solo capire il contenuto emotivo. Come da molto lontano: come suona una musica proveniente da molto lontano rispetto a una suonata vicino?
Il nocciolo del problema è che un brano di musica classica ha una indicazione che si potrebbe definire oggettiva, la velocità, e una soggettiva che, a volte, diventa tragicamente soggettiva.
È qui che si gioca la differenza tra l’esecutore e l’interprete, tra chi semplicemente dispone le note nella sequenza indicata e chi invece vive a fa vivere la musica. Specularmente, la stessa differenza vale per l’ascoltatore: c’è chi semplicemente sente una sequenza e chi invece si lascia trasportare da una melodia.