Giorni fa ho avuto modo di assistere a un simpatico dialogo tra il proprietario di una catena di solarium e un dermatologo.
Il proprietario di solarium sosteneva che la luce solare fa bene perché è naturale; alle obiezioni del dermatologo sulla pericolosità, soprattutto per chi ha la pelle chiara, dei raggi UV, il proprietario di solarium ha ribattuto che sì, alcuni raggi sono pericolosi, e infatti vengono filtrati dalle lampade artificiali, che lasciano passare solo quelli benefici.
In poche parole, andare in un solarium è salutare perché è naturale e artificiale allo stesso tempo.
Il ragionamento del proprietario di solarium non ha molto senso, eppure appare convincente (il dibattito con il dermatologo si è concluso con un “basta non esagerare” sottoscritto da entrambe le parti). Il riferimento alla natura ha un forte potere persuasivo.
Ciò che è naturale è buono e utile, mentre ciò che è artificiale, risultato della scienza e della tecnica, viene guardato con sospetto. Uno degli ostacoli alla diffusione della cultura scientifica.
Se William Whewell non avesse avuto la terribile idea di inventare il termine scienziato (scientist), forse le cose sarebbero andate diversamente: se i ricercatori ancora adesso si chiamassero filosofi naturali, forse vi sarebbe meno diffidenza nei confronti della scienza.
Uno trova l’articolo di un biologo favorevole agli OGM e pensa: un novello dottor Frankenstein; se quell’articolo fosse firmato da un filosofo naturale della vita, invece…
Ancora peggio con le specificazioni: “biologo evoluzionista” o “neuroscienziato” sembrano dei nomi presi direttamente da qualche romanzo cyberfantasy.
Non so se sia davvero “solo” una questione di nomi. E’ facile associare un’aura malefica a qualsiasi nome, come laboratori e centrali.
no, no, ragazzi, non avete capito: Ivo sta, con questo post, riaffermando il ruolo centrale del filosofo nella società! Cicero pro domo sua! 😀
O forse se il romanticismo ottocentesco non fosse mai esistito a quest’ora non avremmo la Natura quasi divinizzata.
Bella Fabristol!
Abbasso gli idealisti tedeschi!
Quoto hronin :
Non contano i nomi (o gli epiteti) ma i risultati.
Di pseudoscienza ne discuto già su aNobii, ma il termine filosofo non è meno abusato di quello di scienziato.
@ Stefano, non ho capito.
Il termine biologo evoluzionista non ti torna? Neanche a me piacerebbe avere a che fare OGGI con un biologo creazionista, ma la storia ne è piena.
hronir, il più Cattivo, hronir.
E non dirmi che non sai cosa sono.
c…o adesso metto su un bel correttore ortografico…
OK! ti chiedo scusa…
@Stefano: Vuoi mettere con “filosofo della evoluzione vivente” e “filosofia della natura dell’anima”? 😉
@hronir: Sicuramente non è solo questione di nomi, però chi ha i nomi giusti dalla sua si trova la strada in discesa, mentre gli altri in salita.
@alex: beccato 😉
@Fabristol: Forse. Il riferimento alla natura è comunque precedente e poi, insomma, il romanticismo non è proprio da buttare, dai!
@il più Cattivo:
Infatti io puntavo, di “filosofia naturale”, puntavo soprattutto su “naturale”, non su “filosofia”.
@hronir: Secondo Google (almeno in Italia), hronir sei tu; borges arriva solo al nono posto!
Occhio che anche fra i primi 8 risultati… non sono sempre io! 🙂
@hronir: Oltretutto: è hronir o hrönir?
hrönir, hrönir… ma sul web queste sottigliezze si perdono in fretta… 🙂
@Ivo: i tuoi nomi sono molto meglio! Un po’ lunghi, ma tant’è…