Una delle obiezioni più comuni alla libera vendita degli organi per trapianti è l’aumento delle disparità tra ricchi e poveri, tra chi può permettersi di acquistare un rene e chi, invece, si ritroverebbe costretto a venderlo per avere di che mangiare.
Apprendo da Marco la storia di Natalia Cole: durante una popolare trasmissione televisiva la cantante, in dialisi, dichiara di avere bisogno di un rene ed ecco arrivare le offerte: alcuni spettatori, immagino fan di Natalie Cole, offrono il proprio rene.
Difficilmente una persona qualunque avrebbe ricevuto simili offerte. Sicuramente una persona antipatica non ne riceverebbe nessuna.
Vi possono essere disparità anche per le donazioni. Disparità, oltretutto, difficilmente superabili: uno stato (o una assicurazione privata) può, in teoria, pagare il rene anche a chi non se lo può permettere; non può, ovviamente, obbligare le persone a donare il proprio rene anche agli antipatici.
In una puntata dei Simpson di qualche giorno fa, Bart ottiene la patente (!) e gli viene chiesto se vuole diventare donatore di organi, risponde più o meno così: “Che schifo! Non voglio che i miei organi entrino in contatto con gente malata!”
@Marco: Sai che questo ragionamento un po’ mi convince?