La mia breve annotazione sulle dichiarazioni incrociate di Savino Pezzotta e Marco Griffini sui diritti degli omosessuali ha suscitato un po’ di stupore e perplessità in D., fedele non-lettrice di questo sito. Se vi state chiedendo come faccia D. ad essere perplessa se non frequenta questo postribolo intellettuale… beh, è semplice: D. vive sotto lo stesso tetto di A., fedele lettore di quanto scrivo.
D. dunque scrive preoccupata (ovviamente non a me, che sarebbe troppo semplice):
[A.] mi ha detto che dal sito di Ivo si deduce che Ivo è con la […] e la […]: davvero?!?!
Lasciando da parte le opinioni di […] e di […], probabilmente a favore delle adozioni da parte delle coppie omosessuali, provo a chiarire il mio pensiero, rispondendo così alla domanda “da che parte sto”.
Sono contrario alle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali.
Il problema è che sono anche contrario alle adozioni da parte di coppie eterosessuali.
Sono contrario, in generale, a tutti quei fenomeni che vengono definiti in termini astratti e generali. Omosessuale, eterosessuale: termini che, secondo me, non significano nulla di fronte al problema, particolare e concreto, di un bambino che ha bisogno di una famiglia.
Una coppia omosessuale può tranquillamente essere un ottimo ambiente per la crescita di figli.
Non è una opinione, una possibilità meramente teorica. È un fatto: ti stupirò, ma in Italia esistono numerose famiglie omosessuali: due padri o due madri e un certo numero di figli. Il numero esatto non lo so, ma esistono, ed esiste pure una associazione, Famiglie arcobaleno.
Può, naturalmente, non significa deve. Non credo che tutte le coppie omosessuali siano in grado di crescere un figlio (non credo lo stesso delle coppie eterosessuali, ovviamente). Diciamo che, su mille coppie omosessuali, solo una o due costituiscano un ambiente adatto alla crescita di un bambino. Ti posso concedere che solo una su diecimila, oppure su centomila, lo sia. In ogni caso, una legge che ignora il caso concreto, cioè quelle particolari persone che chiedono di adottare un bambino, senza degnarle di uno sguardo semplicemente perché dello stesso sesso, una simile legge, dicevo, impedirebbe a questa coppia di adottare un figlio, impedirebbe ad un figlio di avere una famiglia, una buona famiglia. E questo è un torto che io non sono disposto ad accettare.
Ho parlato di casi concreti, personali, particolari. La giustizia non si occupa del particolare, la legge è per definizione universale. Dummodo fiat iustitia, pereat mundus: purché sia fatta giustizia, vada pure in rovina il mondo intero. Ma che giustizia è quella che manda in rovina il mondo? Si rischia che in rovina vadano sia la giustizia che il mondo.
In ogni caso, e così rispondo alla domanda iniziale, io sto dalla parte del mondo.
condivido il post, ma non capisco le tue dichiarazioni iniziali:
”
Sono contrario alle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali.
Il problema è che sono anche contrario alle adozioni da parte di coppie eterosessuali.
”
chiaramente, quello che d. voleva sapere, era se tu ritenessi l’essere omosessuale una condizione sufficiente per negare l’adozione. tu, giustamente, dici che non lo e’. quindi non e’ vero che sei contrario all’adozione da parte di coppie omosessuali (che e’ la maniera del linguaggio corrente per dire che si ritiene l’omosessualita’ una condizione, appunto, sufficiente a negare il diritto di adozione).
giustamente, non ritieni l’essere omosessuale ne’ necessario ne’ sufficiente per l’adozione. ma la domanda non si riferiva a questo.
Mi piaceva iniziare con una affermazione un po’ paradossale, che mettesse in risalto i limiti della domanda “sei a favore delle adozioni agli omosessuali”, tutto qui…
Navigando per leggere idee riguardo al detto “dummodo fiat iustitia, pereat mundus” mi sono imbattuto in questo articolo.
Una sola considerazione: è altamente provabile che due persone dello stesso sesso siano parzialmente incapaci ad allevare un essere umano (da neonato, a bambino ed adolescente).
Non sto ad elencare i motivi.
Se si tratta di due donne la “faccenda” può funzionare fine alla fanciullezza, ma poi non più.
Se si tratta di due maschi potrebbe funzionare al raggiungimento della maggiore età, con conseguente raggiunto equilibrio psichico raggiunto dal oggetto adottato.
Ma sempre si tratta di provabilità, 1/1000 di successo (con gli altri 999 errori).
Viceversa, anche in una famiglia formata da un uomo. una donna ed il loro figlio, ovvero un bimbo adottato, possono stabilirsi squilibri.
Tuttavia le provabilità sono enormemente minori rispetto alla copia dello stesso sesso, ed ancor più se ambedue di sesso maschile.
La matematica non è un’opinione! La statistica da tempo ha assunto la dignità di scienza!
Quindi… lascio ai lettori le conclusione.