Leggo su un giornale – ma credo che l’espressione sia del pubblico ministero che indaga sul caso – che il pagamento di tangenti era il risultato di una “filosofia aziendale”, come a dire che non era né una cosa occasionale né una pratica ricorrente, ma proprio connaturata alla prassi e al credo dell’azienda.
Un altro modo per esprimere la cosa è che dire che “la corruzione era nel DNA dell’azienda”. Ecco, io questa curiosa sovrapposizione semantica del DNA e della filosofia non so bene come spiegarmela.
Io la spiegherei così: i giornalisti, non avendo la minima idea di cosa sia la filosofia, né tantomeno del DNA, usano le parole un po’ a ca… so. 🙂
, né tantomeno IL DNA. Chiedo venia.
Sia l’una che l’altro sono infusi nell’azienda dal suo creatore, l’imprenditore.
Non era così difficile.
@Dave Bowman: Non sarei così drastico, almeno sulla filosofia (i giornalisti sono perlopiù umanisti, quindi qualcosa di filosofia sanno; sul DNA preferisco non approfondire).
Sono abbastanza tollerante su questi usi metaforici dei termini. Personalmente non direi che la caratteristica X è nel DNA della società Y non perché il DNA è un’altra cosa, ma perché espressione abusata e quindi poco efficace.
@ugolino: dici che è quella la caratteristica comune, il provenire da un creatore? Io sarei più dell’idea che sia il fatto di essere talmente connaturata da non essere facilmente rimovibile. La qualità è nel DNA del calzaturificio significa che proprio non possono fare scarpe mediocri, la corruzione è una filosofia aziendale significa che non basta licenziare uno o due manager per cambiare le cose.
Beh, se si tratta di DNA, dobbiamo considerare che i geni si trasmettono sotto pressione selettiva dell’ambiente; quindi, se l’azienda corrompe, si tratta solo di meccanismo/istinto di sopravvivenza (e allora sarebbe meglio che gli investigatori si dessero da fare con tutte le aziende in salute).
Se parliamo di filosofia, si può ragionare sul fatto che essa è uno strumento per comprendere a fondo ciò che è la natura dell’uomo; quindi, è possibile considerare la prassi della corruzione come una forma di filosofica resa di fronte alle imperfezioni del materiale umano (sperando che non si riveli solo una manovra per rifilare merce scadente).
Perciò, a livello semantico le due espressioni si sovrappongono benissimo, perché in pratica il magistrato inquirente attribuisce un’attenuante all’impresa colpevole di aver pagato mazzette, in entrambi i casi.
@ivo, tu usi il termine “connaturata” in senso proprio, quello che si sarebbe dovuto impiegare per esprimere il concetto senza ricorrere a metafore; DNA e filosofia sono invece due metafore del medesimo concetto, cioè che l’azienda è stata creata o fatta crescere con quella caratteristica, dietro la quale, come elemento unificatore, ho individuato l’imprenditore, che l’ha creata.
…democrito contro platone? atomini contro ideuzze?
@Marcoz: io l’avevo interpretata, pensa un po’, come un’aggravante, non un’attenuante.
Che attribuire un’aggravante fosse nelle intenzioni del magistrato, è fuor di dubbio.
Azzardo: se è nel DNA è genetica, se è nella filosofia è culturale.
Siamo in una società in qui tutto quel che si dice non viene analizzato o rifflettuto da nessuno, allora… questi scambi di solito neanche si pensano.