Il gigante, o meglio i giganti, sono gli attuali sistemi operativi dei computer. Giganti per potenza, dimensione, affidabilità. Per averne una idea, è sufficiente dare una occhiata, anche veloce, alla nuova versione di Mac OS X di Apple: battezzata Tiger, tigre, ha delle funzionalità davvero impressionanti, soprattutto per la ricerca e la gestione dei documenti. Anche Microsoft, con il suo Windows XP e il per ora solo annunciato Windows Vista, ha i suoi giganti, secondo alcuni meno affidabili e potenti di quelli di Apple, ma non è questo il punto.
Il punto è: quanto sono solide le fondamenta di questi giganti informatici? Con fondamenta non intendo pormi dal punto di vista dell’ingegnere: non mi riferisco a kernel e filesystem. Il mio punto di vista è quello dell’utente comune, che ha un approccio capovolto rispetto al programmatore. Le fondamenta di chi il computer semplicemente lo utilizza sono tutto quello che si vede, l’interfaccia grafica del sistema operativo.
Ecco che tutti i nostri giganti si basano su alcuni concetti basilari, che vorrebbero e dovrebbero essere semplici e intuitivi, in quanto mutuati dalla normale vita d’ufficio: icone, cartelle, documenti, menu, finestre. Soprattutto queste ultime sono alla base del nostro approccio ai computer, tanto che il sistema operativo della Microsoft è proprio battezzato Windows, finestre.
Il concetto che sta dietro questi nomi è semplice: la metafora: i menu del computer come i menu dei ristoranti: un elenco di portate da scegliere da una parte, un elenco di comandi e opzioni dall’altra. Le cartelle raccolgono i documenti, nel disco rigido del computer proprio come avviene nei cassetti. E le finestre? Giovanna Cosenza dedica proprio alla metafora della finestra un interessante articolo apparso su Golem l’indispensabile. Seduti davanti al computer, i nostri documenti si aprono all’interno di finestre. Eppure, quando vogliamo prendere un appunto con carta e penna, non scriviamo sul vetro della finestra fisica, reale che si affaccia sulla strada: semplicemente, prendiamo un foglio. Chissà, se i primi programmatori si fossero applicati un po’ di più, adesso saremmo in attesa della nuova versione di Microsoft Sheet, non di Microsoft Windows!
In effetti alcuni pensano che si debba chiamare Microsoft Shit.
Torneremo a un sistema di scrittura geroglifico o pittografico, a forza d’icone.