Ieri, per la prima volta dopo tanto tempo, sono entrato in un’edicola e ho acquistato un quotidiano.
Anni fa era una specie di rito, l’acquisto mattutino del giornale cartaceo. Ora c’è il digitale, sia nel senso dei siti internet dei quotidiani e di altri organi di informazione – ai quali arrivo sempre più spesso tramite qualche social network –, sia nel senso della versione digitale del giornale cartaceo.
Ieri, invece, c’è stata la rivincita della carta, e ho comprato un quotidiano, sfogliando le sue cinquanta e rotte pagine e leggendo persino qualche articolo. C’erano diversi approfondimenti di notizie che già conoscevo e che, tuttavia, non mi interessava più di tanto approfondire. Un articolo, invece, mi pareva molto interessante, ma occupava un’intera pagina, non avevo tempo di leggerlo con l’attenzione che meritava. Tenerlo da parte per leggerlo più tardi avrebbe voluto dire tagliare la pagina e conservarla da qualche parte, sperando di non perderla o rovinarla: troppo complicato.
Perché, dunque, parlo di rivincita della carta? Perché niente come la carta di giornale asciuga scarpe e scarponi bagnati dopo una giornata sulla neve.