Ricordo bene, alle superiori, le lezioni di fisica sul piano inclinato con la scomposizione delle forze (e il piccolo paradosso del programma scolastico di allora che prevedeva lo studio del piano inclinato prima di quello della trigonometria). Anni dopo, all’università, incontrai di nuovo il piano inclinato, durante il corso di filosofia della scienza.
L’argomento retorico del piano inclinato o scivoloso lo incontrai, invece, molto più tardi. L’argomento del piano scivoloso paragona una determinata azione all’estremità superiore del piano: il punto di partenza di un inarrestabile percorso che porterà a terribili conseguenze. Se vietiamo il fumo nei luoghi pubblici allora presto si arriverà a proibirlo ovunque. Se non si proibisce la pornografia presto si arriverà ad avere dvd pedopornografici in allegato a Topolino. E così via.
L’argomento del piano scivoloso (in inglese slippery slope) si basa sulla inevitabilità del processo: non c’è attrito che tenga, una volta iniziata la discesa non si può fare nulla per arrestarla. Una cosa falsa persino nei controllati esperimenti condotti durante il laboratorio di fisica: immancabilmente la pallina, una volta presa velocità, cadeva di lato e, invece di arrivare alla fine del piano inclinato, si perdeva da qualche parte tra i banchi.
Recentemente, a proposito della triste vicenda di Eluana Englaro, ho letto una nuova versione di questo argomento.
In poche parole: non si devono sospendere le cure, anche se questa è (era) la volontà di Eluana Englaro, perché altrimenti si arriverà a uccidere tutti i pazienti affetti da patologie simili, dal momento che si trova sempre un parente esasperato o un amico disposto a “ricordarsi” dichiarazioni del malato.
Una differenza tra il piano inclinato della fisica e quella della retorica è che, mentre il primo per forza di cose pende sempre solo da una parte, il secondo pende contemporaneamente da due parti opposte. Così, per esempio, si potrà argomentare che se non vietiamo il fumo nei luoghi pubblici arriveremo a obbligare per legge le persone a fumare almeno un pacchetto al giorno; se proibiamo la pornografia si arriverà al punto di censurare opere d’arte con nudità; e così via.
Nel caso di Eluana Englaro: se, in caso di incoscienza, si impedisce a una persona l’esercizio della propria volontà per quanto riguarda alcune decisioni di natura medica, si arriverà ben presto a proibire a tutte le persone, coscienti o incoscienti, l’esercizio di qualsiasi libertà. Cosa ci vuole, infatti, a dichiarare confusa o non perfettamente informata una persona? E cosa ci vuole a dimostrare che la decisione migliore non è quella del soggetto, bensì quella del medico / direttore sanitario / funzionario statale di turno?
Io non credo – non voglio credere – che si possa arrivare a tanto. La caduta dei gravi si può, e in questi casi si deve, arrestare. Per tempo.
Anche a me frulla in mente da giorni questa conclusione errata. Fortuna che la conoscenza della “china inclinata” me l’ha fatta analizzare col dovuto peso retorico.
@Tommy David: In ogni caso, terrei gli occhi ben aperti…
http://www.campariedemaistre.com/2013/02/il-paradosso-ontologico-del-caso-englaro.html
Null’altro da commentare, a parte un link?
ma tu che ne dici?
A mio avviso, se chi ha messo il link ci teneva così tanto a divulgarlo, poteva benissimo inserirlo in uno degli ultimi post: metterlo in calce a questo del 2009 solo perché viene menzionato il caso Englaro, non cambià granché.
@asdomar: letto un po’ di sfuggita (i temi bioetici mi sono venuti un po’ a noia): partendo da presupposti che l’altro non condivide, si dimostrano incoerenze nell’altro. Tizio non riesce a muoversi per le vie di Roma con in mano una cartina di Milano: mi avrebbe sorpreso il contrario.
@Marcoz: Dal mio punto di vista, meglio un commento a fagiolo ma su un post datato che un commento fuori posto.
Sarà che pure io ho letto il contenuto del link velocemente e magari sbaglio, ma a me pare proprio che quanto segnalato abbia poco a che fare con il pensiero espresso qui (a parte, come già detto, la citazione comune della vicenda Englaro).