Il superenalotto della morale

Lungo la strada che dalla fermata della metropolitana porta all’ufficio c’è un cartellone pubblicitario del superenalotto:

A Natale siamo tutti più buoni. Qualcuno anche più ricco.

Secondo wikipedia, la probabilità di vincere al Superenalotto è di circa 1 a 600000000. Uno su oltre seicento milioni
La probabilità che io sia quel qualcuno è incredibilmente bassa, praticamente nulla.

Non per questo credo che giocare al superenalotto o ad altre lotterie sia in generale irrazionale; il piacere del gioco può infatti giustificare la spesa: l’emozione di poter vincere qualche milione di euro può tranquillamente valere il costo del biglietto, e in questo senso il superenalotto è un divertimento più a buon mercato del cinema.
Di certo è irrazionale giocare al superenalotto per arricchirsi. Il  calcolo è presto fatto: da una parte ho 1€ di spesa sicura (probabilità 1), dall’altra una possibile vincita di, ipotizziamo, 100000000€ con probabilità 1/600000000. 1€ x 1 = 1€ > 0,17€ = 100000000€ /  600000000.

Occorre tenere conto delle probabilità, e questo non vale solo per le lotterie.
Se nel mio quartiere la possibilità che un ladro entri in casa è di uno su mille, non ha senso spendere per l’antifurto più di un millesimo dei valori che ho in casa. D’altra parte, un buon antifurto non è quello che rende impossibile un furto, ma semplicemente quello che rende il furto antieconomico in base allo stesso calcolo della lotteria1.

Durante un dibattito televisivo su alcune sostanze nocive rilasciate da alcuni contenitori di plastica, ho sentito invocare il principio di precauzione:

Se non sappiamo con certezza quali sono gli effetti di una determinata sostanza perché non c’è completo e totale accordo tra gli esperi, è meglio vietarne l’utilizzo.

Enunciato in questa maniera, il principio di precauzione è una semplice fesseria.
Questa mattina, uscendo di casa, non avevo alcuna certezza che l’aria fredda non mi avrebbe causato un raffreddore, eppure sono uscito ugualmente. E questo perché, banalmente, i benefici derivati il mio uscire di casa (lo stipendio) hanno superato i danni di un possibile raffreddore.
Nel caso dei contenitori di plastica va fatto lo stesso calcolo, tenendo ovviamente conto che la salute ha un enorme valore, ma anche tenendo conto della effettiva probabilità di pericoli e dei vantaggi dell’utilizzo di questi contenitori (e soprattutto ricordandosi che l’assoluta certezza è una chimera). La conclusione, magari, sarà quella invocata dall’esperto interpellato dalla trasmissione, ma non certo perché in caso di ignoranza è meglio proibire.
Applicare il principio di precauzione (ripeto: così come è stato presentato durante quel dibattito televisivo) è questione di buon senso tanto quanto investire i propri averi in biglietti della lotteria.

  1. A meno che il ladro non pratichi il furto come hobby. []

11 commenti su “Il superenalotto della morale

  1. “Se nel mio quartiere la possibilità che un ladro entri in casa è di uno su mille, non ha senso spendere per l’antifurto più di un millesimo dei valori che ho in casa.”

    Non voglio essere pedante, so che si tratta solo dell’esemplificazione di un principio .

    Però la proporzione non è appropriata: è valida solo se nel quartiere c’è un accordo di mutuo sostegno per i derubati, o se possiedo molte case e quindi posso lavorare sui grandi numeri.

    Altrimenti la proporzione di spesa può essere ben diversa.

  2. @hronir: Sì, letto il post di Dario mentre scrivevo il mio, che ha origine indipendente (è proprio vero che in certi casi le idee sono nell’aria pronte a venire colte da più persone).

    @Weissbach: Fai pure il pedante, perché non vedo dove sta l’errore. Ovviamente nel conteggio dei danni dal furto va calcolato anche il valore affettivo degli oggetti rubati, i danni dell’effrazione e altri danni psicologici (l’idea che un ladro sia entrato in casa mia è quantomeno fastidiosa).
    Ma il calcolo rimane. Spenderesti 10000 euro di antifurto per proteggere un computer che ne vale 500?

    @Fabristol: Il post di Dario è ottimo come sempre. La citazione di Sgembo è geniale. Grazie per le segnalazioni.

  3. Molto Carino.
    Solo una precisazione riguardo il principio di precauzione:
    oltre a valutare i pericoli, occorrerebbe valutare anche i benefici.
    Esemplifico: sei uscito con l’aria fresca del mattino per poter andare al lavoro, ma forse se ci fosse stata la bufera non saresti uscito per il calcetto.
    Non ho capito, e probabilmente non importa, qual fosse “la sostanza” della TV, ma posso immaginare che in quei casi ci siano ancora altri tipi di problemi relativi a chi ne gode i benefici e chi inconsapevile o addirittura ignaro ne pagherà i costi.
    Anche qui esemplifico, purtroppo in modo più tragico: Eternit (ovvero cemento amianto) o altre sotanze chimiche, i costi sono stati pagati da una moltiduni di lavoratori che lo hanno inalato e ne sono morti per tumore. Difficile sostenere che ne fossero consapevoli. Diffiicle sotenere che ne abbiano goduto dei benefici.
    Cordiali Saluti.

  4. Restando al superenalotto e schivando la morale, hai ignorato un particolare.

    Che probabilità c’è che un fulmine mi pigli per strada col sereno? Bassissima.
    Soprattutto, non c’è alcuna necessità che un fulmine oggi colpisca qualcuno.

    Che probabilità ho di vincere alla lotteria? Minima.
    Però qualcuno quel giorno sarà estratto e a meno che non abbia buttato il biglietto sarà milionario!
    Penso che il fascino della lotteria stia anche in questo gioco collettivo, dove uno vincerà e gli altri gli trepideranno attorno.

    Hai anche ragione sul principio di precauzione ed aggiungo una cosa.
    E’ sensato invocarlo per fermare una azione rischiosa, dovuta ad ignoranza dei particolari.
    Non è sensato invocarlo per mantenere pretestuosamente quella ignoranza.

    Se io davvero un prodotto ogm è di dubbio valore igienico, lo stato può bloccarlo. Ma se evita anche le ricerche sul prodotto, ce l’ha con gli ogm e non con i rischi!
    Qualora io ignori se un embrione soffre o ha diritti, è sensato vietare certe pratiche. Ma non è sensato bloccare ogni indagine e dibattito, per mantenere allo status quo le nostre conoscenze e salvaguardare da revisioni le nostre convinzioni!

    ciao, Eno

  5. @Riccardo: La sostanza in questione è il Bisfenolo A contenuto nelle plastiche dei biberon. Non l’ho scritto nell’articolo per non scatenare alcuna polemica: può essere che sia giusto proibirlo (come pare abbia fatto il Canada) o che non ci siano reale pericoli per la salute (come sostiene l’Unione Europea); non lo so, quello che mi interessava era il principio di precauzione.

    @Simone Cosimi: Spero sia un complimento (ricordo le espressioni alle lezioni di logica e non erano proprio divertire) 😉

    @eno: Quello che dici è vero: però non è che mi consoli molto sapere che qualcun altro ha vinto un sacco di soldi!

  6. Ricordo sempre con piacere la vecchia pubblicità di una ciunga.

    Due albionici davanti alla TV con l’estrazione della lotteria.
    Il primo c’azzecca solo il primo numero e poi inizia a rodersi il fegato.

    L’altro, uno dopo l’altro, vede che il suo biglietto…
    MINCHIA! UNA POSSIBILITA’ SU UN TRILIONE! UN MILIONE DI STERLINE!
    Esce fuori ballando di gioia, mentre l’altro per consolarsi mastica la gomma.
    SBANG! un auto cade dal cielo sul vincitore che balla!

    Io il superenalotto, ci ho provato una volta sola.
    La gioia che l’altro vinca no, ma la gioia che ci sia un supplemento di improbabilità, EH! 😀

  7. Ma certo, Ivo, il principio è chiaro e giusto.
    Era la frase a sembrare troppo precisa proprio rispetto ai numeri
    (ogni tanto, fammi fare l’ingegnere!).
    Riconosco che si tratta di una nota marginale su un post ricco di ben altro, praticamente una villanìa.
    Chiedo venia, sono rimasto all’epoca di Peso vero sclero.

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