Martedì 21 marzo 2006. Milano. Sciopero delle linee metropolitane.
Incrocio tra via Fabio Filzi e via Giovanni Battista Pirelli. Il giovane avvocato irredentista ucciso dagli austriaci nel 1916 e l’ingegnere che a 24 anni fondò la Pirelli: uno strano incrocio.
Fermata del tram, linea 2. Pioggia leggera. Molti passanti, pochi ombrelli.
Il tram arriva, si ferma, persone che scendono, persone che salgono, persone che si siedono, il tram che riparte.
Via Filzi. Si intravede un improbabile New York Hotel (a New York esisterà un Hotel Milano?).
Due ragazze discutono: “Ma tu la hai capita, quella? Cioè, non sapeva se venire, e poi le ha regalato quel maglione! Assurdo!”
Ristorante La porta del drago, ovviamente cinese.
Fabio Filzi lascia il posto a Galileo Galilei, uomo di scienza se mai ve ne è stato uno: fisico, astronomo, matematico, filosofo. via Galileo incrocia via Cartesio: finalmente un incontro sensato.
Uomo in giacca e cravatta al cellulare: “Sì, ciao. Sono sul tram, sto arrivando. Lui ha già chiamato? Gli avete spiegato tutto? Perfetto: siete stati bravissimi. Appena arrivo mi spieghi i particolari. Ciao.”
Dal finestrino appare una Banca Popolare di non si sa dove, seguita da Banca Generali.
Il tram attraversa l’immenso viale Monte Santo ed arriva in Piazza Repubblica. Piazza?
Repubblica è una piazza degenerata: un ambiente per automobili, non per persone. È un luogo di transito, una piazza per il traffico, non per la sosta. Attraversarla a piedi è praticamente impossibile.
Però è un luogo aperto, e permette di ammirare la Stazione Centrale. Due alte torri indicano il centro.
Il tram entra in via Turati. Uomo politico di idee marxiste, Filippo Turati fondò nel 1889 la Lega Socialista Milanese. Dopo la morte accidentale di Matteotti decise di andare in villeggiatura in Francia.
All’inizio di via Turati, una misteriosa insegna attira lo sguardo: Atradius. Cosa diavolo significa Atradius?
Un’altra banca, questa volta nazionale e del lavoro. Chissà come mai le banche italiane hanno tutte nomi che sembrano tratti dalla propaganda sovietica: popolare, del lavoro, cooperativo…
Il tram supera il Palazzo della Permanente. Salgono due controllori e con occhio veloce guardano i biglietti: come riescano, in mezzo secondo, a scoprire se un biglietto è valido o no è un mistero gelosamente custodito dalle aziende di trasporto locale.
Graffiti sul muro di un palazzo: Ratzi Raus; + autodeterminazione – vaticano.
Un passeggero discute di politica con un amico: “Capisco quello che dici: Berlusconi in effetti dice un sacco di cazzate, però almeno parla bene. Prodi non riesci ad ascoltarlo: ti addormenti dopo mezzo minuto. Berlusconi sì che è un oratore abile!”
Largo Donegani, poi ancora via Turati fino a Piazza Cavour. Verso i giardini pubblici l’insegna, ovviamente rossa, del Centro Svizzero. Verso il centro, gli archi di Porta Nuova a fianco del ristorante Break.
Il tram varca la porta: si entra in centro. Via Manzoni. Curiosamente, di Manzoni vengono indicati soltanto l’anno di nascita e di morte: non vi è alcun riferimento alla sua attività, contrariamente agli altri illustri statisti, scrittori, musicisti, storici, generali, patrioti, poeti, medici e così via che hanno l’onore di nominare vie o piazze della città. Evidentemente una simile ignoranza non è neppure concepibile. Sperando di non dover mai sentire le parole “Manzoni? Chi era costui?”.
Una ragazza, mentre il tram supera il ristorante Don Lisander (chi era costui?), discute con un amico: “Io Lucia non la capisco. Ti rendi conto? È sola, va bene, ma ha una casa, ha dei soldi. Insomma, è fortunata. Prendi Giorgia: lei non ha tutte queste fortune. Proprio non la capisco: bisognerebbe prendere Lucia e mandarla all’ospedale. Sì, a visitare un reparto, così, forse, si rende finalmente conto di quanto è fortunata.”
Il tram arriva in piazza della Scala. Il centro: la statua di Leonardo da Vinci, Palazzo Marino, la Galleria. Molti scendono, pochi salgono.